Coppa Davis 2021: vince la Russia ma non chiamatela più Coppa Davis

La Russia si porta meritatamente a casa l'insalatiera, in finale Danil Medvedev e compagni hanno sconfitto la Croazia di Marin Cilic senza dover giocare il doppio. Dunque ha vinto la squadra più forte, la più completa, l'unica che può schierare quattro giocatori nei top 30 del ranking Atp. E allora complimenti a Medvedev, Rublev, Karatsev e Khachanov ma resta l'amarezza per una competizione svilita e svenduta al business e che i giocatori ritengono un fastidio inutile per la loro carriera.

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Fabrizio d'Andrea (ph. credit https://www.daviscup.com/en/photos.aspx)

(09/12/2021) La cara e storica Coppa Davis, o meglio la nuova formula che ha completamente stravolto la Davis per come l'abbiamo conosciuta fin da giovanissimi, è stato l'ultimo atto della stagione tennistica internazionale 2021, ora per gli atleti è tempo di riposo prima di riprendere, a gennaio, la preparazione per il 2022.

Dunque Madrid ha ospitato le Final Four della Davis Cup 2021, nel complesso sportivo ‘Caja Magica’ (campi indoor e con tetto mobile) si sono date battaglia le nazionali di Russia, Germania, Croazia e Serbia che nel turno precedente avevano vinto il loro gironcino di appartenenza (l'Italia era in quello vinto dalla Croazia). Russia e Croazia si sono qualificate per la finalissima che, come da pronostico, è stata ad appannaggio di Medvedev, Rublev, Khachanov e Karatsev: troppo più forti degli avversari. E allora viva la Russia e tanti complimenti alla Federazione tennistica russa (FTR).

Archiviata la cronaca sportiva mi preme fare alcune considerazioni rispetto all'unica copetizione per nazioni che c'è nel tennis. Come detto Madrid ha ospitato la parte finale della manifestazione, e questo è frutto dell’accordo venticinquennale (del valore due miliardi e mezzo di euro) stipulato nell’agosto 2018 tra ITF e Kosmos, fondo di investimento fondato e guidato da Gerard Pique, si proprio il calciatore già difensore del Barcellona e marito di Shakira per chi ama il gossip. Kosmos è inoltre sostenuta da Hiroshi Mikitani, Presidente e CEO di Rakuten, la facoltosa società di e-commerce con sede a Tokyo.

Quindi si può dire che la vecchia e cara Davis è stata svenduta per 2,5 miliardi di euro, ha infatti prevalso l'aspetto politico/economico e la voglia di qualche campione (Novak Djokovic in testa a tutti) di comprimere la competizione in pochi giorni anziché svilupparla per tutto l'anno come era prima. Per loro la Davis è sempre stato un fastidio inutile girarci incontro e per questo andava limitata perché non poteva essere soppressa.

Eh si, una formula completamente diversa rispetto a come l'abbiamo conosciuta in passato quando si giocava durante tutto l'anno e dove ogni sfida si sviluppava per tre giorni (dal venerdì alla domenica) per complessive cinque partite: quattro singolari e un doppio, con tutti gli incontri giocati al meglio dei cinque set. Ricordo che era una festa perché la Davis si giocava in tutti i paesi de mondo e oltre ad una stupenda gara tennistica per nazioni era uno strumento per portare il tennis in ogni angolo del mondo coinvolgendo il pubblico che poi era spinto anche da un normale sentemento patriottico. 

Questa Davis invece prevede 18 squadre (Del gruppo A) divise in sei gironi e poi le Finals Four. Ogni confronto si gioca in una giornata, due singolari e poi il doppio come eventuale spareggio in caso di parità. E tutte le partite si giocano al meglio dei tre set. In tanti hanno storto la bocca, tra giocatori, ex giocatori, addetti ai lavori e miei colleghi giornalisti, in diversi (e io sono d'accordo) parlano di un vero e proprio obbrobrio ma anche il tennis pur essendo un meraviglioso sport ha dovuto piegare la testa di fronte ai soldi e al potere politico (meglio volontà politica) di alcuni giocatori (ripeto Djokovic in testa). Il mondo va così e non c'è nulla da fare, noi non possiamo che rammaricarcene e rassegnarci.

Fabrizio d'Andrea Sport per Passione (© riproduzione riservata)