Papa Francesco: fare pace con il gioco

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Foto Fabrizio d'Andrea (Sport per passione)

“È tempo di mostrare che siamo capaci di fare pace attraverso il gioco, e anche con l'arte”. Con queste parole Papa Francesco ha lanciato la seconda partita “uniti per la pace” partita benefica di calcio promossa per sostenere i programmi educativi e sociali di Fondazione Scholas Occurrentes (nata per supportare l'educazione giovanile), CSI (Centro Sportivo Italiano), UNITALSI (Unione Nazionale trasporto ammalati a Lourdes e santuari internazionali) e AMLIB (Comunità amore e libertà che sostiene bambini e ragazzi privi del sostegno familiare).

Oggi nella sala stampa di Radio Vaticana è stata presentata la partita, che si svolgerà il prossimo 12 ottobre allo stadio Olimpici di Roma, alla quale parteciperanno i più grandi calciatori in attività e le leggende che hanno lasciato un'impronta nella storia di questo sport come Ronaldinho, Veròn, Luis Figo, Roberto Carlos, Clarence Seedorf, Edgar Davids, Eric Abidal, nonché Carlo Ancelotti, Fabio Capello, Rudy Van Nilsterooy e Fernando Torres.

L’evento organizzato dal Vaticano ha raccolto l’importante sostegno e partecipazione delle due squadre di calcio della Capitale, l’associazione Sportiva Roma e la Società Sportiva Lazio tanto che alla conferenza stampa sono venuti i giocatori Perotti, Iturbe e Paredes per i giallorossi e Biglia, Cataldi e Murgia per i biancocelesti. Tutti e sei i calciatori hanno fatto loro l’appello di Papa Francesco e chiesto ai romani di presenziare in massa allo stadio per dare un vero segnale di pace.

Saranno diversi i progetti che saranno finanziati con i fondi raccolti grazie a questo evento. Tutti hanno il comune obiettivo di creare un cultura della Pace, intesa come un momento di giustizia sociale, di accesso per tutti, in particolare bambini e giovani a cui spesso, in più parti del mondo, vengono negati i servizi basici di istruzione, assistenza e formazione.

In Italia si sosterrà la popolazione di Amatrice colpita dal terremoto lo scorso 24 agosto attraverso azioni concrete per la riattivazione delle strutture sportive di base e oratori, formando educatori e istruttori. Ma non solo, sempre attraverso i valori dello sport si metteranno al centro dell'attenzione le periferie italiane e argentine, con i bambini diversamente abili e le loro famiglie (per aiutarli concretamente nella fruizione dei servizi di assistenza) e le periferie di Kinshasa (per una formazione educativa e culturale che li accompagni nelle scelte del futuro).