VOR, AkzoNobel vince la Leg 6 bruciando Scallywag sul traguardo. Terzo MAPFRE

La sesta tappa della Volvo Ocean Race (da Hong Kong a Auckland) è stata tiratissima fino al traguardo, 6000 miglia di combattutissimi match race con sorpassi e controsorpassi e con un inaspettato arrivo in volata che ha visto i primi due classificati AzkoNobel e Scallywag distanziati di soli due minuti.

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Fabrizio d'Andrea

(05/03/2018) 20 giorni, 9 ore, 17 minuti e 26 secondi di navigazione, tanto è stato necessario ad AzkoNobel (battente bandiera olandese) per vincere le sesta tappa (da Hong Kong a Auckland) della Volvo Ocean Race, il giro del mondo a vela per equipaggi. E dopo tutti questi giorni di mare (per una navigazione di circa 6000 miglia di navigazione) i primi due equipaggi sono arrivati distanziati di appena 2'14”: veramente una inezia. A beneficio di chi conosce poco le regate e soprattutto le regate oceaniche si tratta dell'equivalente di un arrivo al fotofinish negli altri sport.

Dunque il team olandese di AzkoNobel griffa la prima vittoria in questa edizione della VOR e lo fa precedendo Sun Hung Kai Scallywag, terza piazza per il team spagnolo Mapfre e poi a seguire Dogfeng Racing Tram, Turn the Tide on Plastic e per ultimo Brunel. I terzi, i quarti e i quinti arrivati sono arrivati a Auckland separati di soli (davvero è il caso di dire solo) sei minuti.

Per chi non ha avuto l'opportunità di vederla possiamo dire che è stata una frazione durissima, con gli equipaggi a ingaggiare match race dall'inizio al traguardo. Proprio così, sono stati 6000 miglia di defatiganti match race, cosa mai vista in regate di questo tipo. Il tutto dovendo affrontare condizioni di mare e meteo molto difficili: la bolina a Taiwan, la “calma equatoriale” dei Doldrum, gli Alisei e poi il rush finale con vento leggero e infìdo dell’ampio golfo che si estende fino a sud della Nuova Calendonia.

In mezzo a tutto questo è facile immaginare che la tappa è stata caratterizzata da continui sorpassi e controsorpassi con gli equipaggi che si marcavano stretto a pochissima distanza uno dall'altro. I ribaltamenti delle posizioni sono state una costante fino al traguardo: pensate che a 1000 miglia dal traguardo conduceva un terzetto, AzkoNobel, Sun Hung Kai Scallywag e Turn the Tide on Plastic (barca della skipper Dee Caffari portacolori delle Nazioni Unite). I tre team avevano preso un bel vantaggio sugli altri tre (circa 100 miglia) grazie alla scelta di dirigersi verso ovest. Il tratto di mare da North Cape a Cape Brett è stato decisivo, Il dilemma dei tre battistrada era se affrontare il flusso di corrente contraria più sottocosta, e su una rotta più corta, o se portarsi più al largo per approfittare della corrente a favore in cambio di più miglia da percorrere. La prima soluzione si è rilevata vincente ma solo per i primi due (AzkoNobel e Sun Hung Kai Scallywag) perché Turn the Tide on Plastic (con a bordo la triestina Francesca Clapcich) si è difeso con le unghie e con i denti fino alle ultimissime miglia prima di dover cedere un posto sul podio e finire quinto alle spalle degli spagnoli di MAPFRE e dei franco/cinesi di Dogfeng Racing Tram che fino a ieri sembravano avere un distacco quasi incolmabile.

Ora qualche giorno per far riposare gli equipaggi e monitorare barche e il comparto velico e poi si ripartirà, domenica 18, per la settima tappa Auckland - Itajai (Brasile) per circa 7600 miglia.

        Credit Ainhoa Sanchez/Volvo Ocean Race

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