Rugby, l'Italia già pensa al Sei Nazioni

 ESCAPE='HTML'

Credit FIR

Due vittorie e una sconfitta sono il bilancio del tour estivo dell'Italia del Rugby, che ha iniziato un nuovo corso affidato alla guida tecnica di Conor O'Shea. La trasferta nell'emisfero sud ci porta in dote le vittorie (sofferte) contro USA e Canada e una sconfitta, di misura, contro la forte Argentina ma al di là dei risultati due sono le indicazioni più interessanti che il nuovo CT della nazionale ha potuto trarre durante il primo mese di lavoro con la squadra: un ottimo spirito di gruppo e la capacità di reagire nei momenti in cui i suoi giocatori erano sotto pressione o in di difficoltà. Un buon punto di partenza.

Come ha avuto modo di spiegare ai giornalisti, O'Shea ha potuto conoscere e testare i suoi giocatori in modo da definire un piano di lavoro che servirà prima a preparare il tour autunnale, il Credit Agricole Cariparma Test Match contro All Blacks, Springboks e Tonga, poi l'appuntamento più importante, il Sei Nazioni 2017, lì si farà sul serio e capiremo veramente se il nuovo corso potrà dare quelle soddisfazioni che tutti i tifosi italiani di rugby meritano.

Uno dei problemi che il nuovo tecnico dovrà affrontare e l'ampliamento della rosa, sappiamo bene che nelle competizioni internazionali della pallaovale non si può essere competitivi se non si hanno almeno 25 giocatori di alto livello e questo è sempre stato il tallone d'achille della nostra nazionale. Proprio in funzione di un allargamento della rosa nei tre test-match estivi è stato importante l'inserimento in squadra di cinque esordienti, i vari Max Mbandà Sami Panico hanno avuto una buona ooprtunità per far vedere le loro capacità così come hanno trovato il loro spazio anche Tommy Castello, Tommy Boni e Seb Negri: tutti giovani sui quali lavorare per il futuro. Importante comunque il contributo dato dai veterani, a partire dal rivitalizzato Edoardo Gori, che è stato il capitano in assenza di Parisse, il ritrovato Favaro, eppoi Gega e Lovotti che hanno fatto bene. Il CT O'Shea ha le idee chiare, questa Italia ha le carte in regola per fare il salto di qualità e il suo lavoro si poggerà su tre cardini fondamentali, preparazione fisica, cura dei dettagli e massima concentrazione durante tutti gli ottanta minuti della partita.