Coronavirus, il calcio si arrende: rinviati al 2021 gli Europei e fermi i campionati

Il mondo si ferma per la pandemia, gli ospedali sono in grave difficoltà nel gestire l'emergenza e c'è una recessione economica devastante ma nonostante questo i padroni del calcio hanno provato fino all'ultimo a non fermare i campionati nazionali e le coppe europee. Non solo, ora il calcio si prepara pure a chiedere soldi al Governo per rientrare delle perdite dovute all'interruzione dell'attività agonistica. 

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Fabrizio d'Andrea (Ph: Credit Uefa https://it.uefa.com/)

(18/03/2020) Alla fine hanno dovuto alzare bandiera bianca, la pandemia mondiale da coronavirus ha forzato la mano a tutti i dirigenti (nazionali e internazionali) del calcio costringendoli, loro malgrado, a fermare qualsiasi competizione sia a livello professionistico che dilettantistico.

Fa impressione constatare che in questi ultimi due mesi i padroni del calcio hanno inanellato una brutta figura dietro l'altra: ciechi di fronte alla grave emergenza che era di fronte ai loro occhi con tanti morti e gli ospedali pieni di malati in terapia intensiva. Praticamente il Covid19 era un probema del mondo ma non del calcio.

Sia l'Uefa che le Federazioni e le leghe nazionali hanno tentato fino all'ultimo di evitare il lockdown in barba a tutto quello che gli capitasse intorno a loro. E il motivo è semplice a dirsi quanto incredibile a pensarci: i soldi. D'altronde il loro è un mondo così ricco che non è ammissibile che una qualsivoglia ragione di salute possa fermare o rompere il giocattolo d'oro.

Gli interessi sopra a ogni cosa. Mentre gli altri ambiti professionali si bloccavano, mentre si moltiplicavano esponenzialmente gli appelli a stare tutti a casa e gli altri sport prendevano coscienza della impossibilità di andare avanti senza mettere a rischio la salute di tutti (atleti, allenatori, preparatori e spettatori loro), i padroni e dirigenti del calcio, ancora si interrogavano se fosse possibile andare avanti anche facendo giocare le squadre senza la presenza dei tifosi. E poco importa se anche i giocatori (come poi è successo) potessero essere contagiati (per poi passarselo tra loro come poi è accaduto).

Insomma questa bolla privilegiata in cui vive da sempre il mondo del calcio ha completamente svuotato i suoi dirigenti da ogni approccio realistico. Anzi, a dirla più direttamente il calcio si sente al di sopra di ogni cosa tanto da considerare questa pandemia come una seccatura da rimuovere il prima possibile.

Qual è il primo passo dei dirigenti di calcio? Chiedere soldi allo Stato. Eh si questo mondo di privilegiati alla fine batterà cassa chiedendo soldi al Governo. La Figc (Federazione Italiana Giuoco Calcio) ha già fatto una stima di presunte perdite che si aggirerebbe intorno ai 430 milioni di €. Proprio così, è incredibile: mentre in queste ore gli ospedali si affannano a curare i malati e le istituzioni cercano soluzioni per far ripartire un paese stremato da un mix devastante formato dalla pandemia e da una micidiale recessione economica (con aziende costrette a chiudere e un numero grandissimo di lavoratori che sta perdendo il posto di lavoro) questi privilegiati non pensano altro che a chiedere gli siano restituiti le perdite di questo sciagurato momento che stiamo vivendo.

Cosa potrà succedere? La parola d'rdine proveniente dalla Uefa è quella di chiudere a tutti i costi la stagione agonistica entro il 30 giugno. E' la linea del Piave oltre la quale non si può andare come ha spiegato il presidente Uefa Aleksander Ceferin, alle federazioni nazionali. Dunque i campionati dovranno concludersi entro il 30 così come le coppe europee: a questo proposito la Uefa ha stabilito che la finale della Champions si dovrebbe giocare (il condizionale è d'obbligo) il 27 giugno a Istambul (Turchia) mentre l'epilogo della Europa League è previsto per il 24 a Danzica (Polonia). Questa decisione ha aperto una frattura profonda, soprattutto con Italia e Spagna, i campionati più in ritardo con il calendario. A fine giugno scadono i contratti, i prestiti, la stagione: prorogarne le scadenze non è di facile soluzione, anzi. Per questo ad oggi la Uefa alza un muro a quella data. Lasciando aperta la sola possibilità di sforare per le finali di Champions ed Europa League.

Per quanto riguarda l'Italia si proverà a far ripartire il campionato il 3 maggio con continui turni domenicali e infrasettimanali: praticamente si giocherà sempre.
 

Fabrizio d'Andrea Sport per Passione (© riproduzione riservata)