US Open, vincono Wawrinka e Kerber

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Foto Fabrizio d'Andrea

Stanno cambiando le gerarchie del tennis mondiale, a New York Angelique Kerber vince il torneo femminile e conquista il numero 1 del ranking mondiale detronizzando dopo un lunghissimo dominio l’americana Serena Williams mentre Stan Wawrinka si aggiudica meritatamente lo slam americano tra i maschi battendo il favorito Nole Djikovic, il serbo che manterrà il numero uno del mondo ma che quest’anno ha fallito sia lo slam americano che l’appuntamento con l’erba di Wimbledon.

Non sono due vittorie estemporanee perché la tedesca e lo svizzero sono due campioni ma, analizzando bene il torneo così come tutta la stagione 2016, sembra proprio che il tennis mondiale stia voltando pagina, sia pur lentamente, dopo un decennio di leadership stabili segnate dal dominio di Serena Williams (pur con vari vuoti dovuti ad infortuni fisici) tra le donne e Federer, Nadal, e Djokovic a spartirsi invece il circuito maschile (vedi mio articolo http://sportperpassione.altervista.org/tit.html?cb=1465158646053#).

Il vento del cambiamento che in questo sport sembrava non dovesse mai avvenire, non è segnato dall’avvento delle nuove generazioni che invece stentano ad affermarsi (soprattutto tra i maschi) ma dall’imporsi di atleti maturi, tra i 27 e i 29 anni che con una graduale crescita hanno migliorato il loro tennis e acquisito quella solidità mentale che prima mancava: è proprio il caso di Kerber e Wawrinka che negli ultimi tre anni sono riusciti ad innalzare in modo significativo il loro tennis.

Non sarà un passaggio del testimone traumatico e immediato ma il tempo che passa sta inevitabilmente lasciando il segno:  la Williams viene definita la tennista più forte di tutti i tempi e quando è al meglio della condizione fisica non ha rivali ma sta per compiere 35 anni e deve convivere con guai fisici di vario tipo che fatica ad assorbire in tempi brevi. Quest’anno negli appuntamenti più importanti della stagione ha avuto parecchi passaggi a vuoto: ha vinto lo slam australiano ma poi ha perso al Roland Garros con la Muguruza, è poi uscita male alle olimpiadi di Rio per mano della Svitolina e agli US Open ha dovuto inchinarsi alla 24enne Pliskova. Non sono tenniste in grado di metterla in difficoltà con la qualità del loro gioco, ma se la Williams non è al cento per cento possono batterla grazie all’intensità del loro tennis. Vincerà ancora ne sono sicuro, ma non è blasfemia pensare che la parabola discendente sia ormai imboccata.

Che dire dei maschi, da dieci anni il trono mondiale se lo sono più volte passato Federer, Nadal e Djokovic (con l’aggiunta di Murray a formare i fa four) con continui sorpassi e controsorpassi al vertice deliziando il mondo con grandi sfide e con un tennis di altissima qualità, come non si era mai visto.  Anche qui però il tempo che passa non fa sconti: Federer resta il mito di questo sport ma è entrato nei 36 anni, gioca sempre un tennis eccelso ma la tenuta fisica non è quella di un tempo. Nadal è logoro, il suo tennis è così dispendioso che è già un miracolo che sia durato così a lungo. Dioko infine, per l’attuale numero il 2016 doveva essere l’anno del grande slam invece ha preso parecchi schiaffi, ha perso al terzo turno (da Querrey) a Wimbledon, a New York non ha potuto nulla contro la classe di Wawrinka e alle Olimpiadi di Rio è stato estromesso al primo turno dal redivivo Del Potro. A conti fatti un’annata non positiva e con inquietanti scricchiolii.