Goggia 7°podio, bicchiere mezzo pieno

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Al traguardo guardava il podio e non sapeva se essere solo contenta o anche un po’ arrabbiata, si perché la nostra Sofia Goggia è arrivata seconda per soli 16 centesimi (dietro la fuoriclasse francese Tessa Worley e davanti alla campionessa svizzera Lara Gut) nel gigante di Maribor, una inezia in una gara tirata, spettacolare dove tutte le più forti (tranne la Shiffrin) hanno tirato al massimo, specialmente nella seconda manche. Prima fino a 20 porte dal traguardo, poi le linee un po' più arrotondate le hanno fatto perdere i 4 decimi di vantaggio che aveva. Per la Goggia è stata una occasione persa per stampare la prima vittoria della carriera.

Dunque bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto? Forse tutte e due, perché da una parte c’è di che essere soddisfatti perché l’azzurra è dall’inizio della stagione che si esprime a grandissimi livelli. Siamo già al settimo podio, dunque sempre li con le migliori, che sia il gigante, la libera o il SuperG. Una continuità di risultati e di prestazioni che non tutti si aspettavano ma che ci fanno ben sperare per il futuro dello sci italiano perché se la sfortuna la lascerà finalmente in pace (3 gravi infortuni negli ultimi 4 anni) potrà darci delle belle soddisfazioni, anche come candidata alla conquista della Coppa del Mondo generale. Se invece vogliamo vedere il bicchiere mezzo vuoto possiamo dire che la Goggia era davanti di mezzo secondo fino alle ultime 20 porte. Quindi c’è qualcosa da rivedere nella tattica di quell’ultima parte di manche dove la nostra atleta ha perso l’occasione per griffare la prima vittoria della sua carriera. Io ritengo che in quel settore di pista Sofia abbia, per sua scelta, arrotondato troppo le linee finendo per fare più strada delle avversarie. Avversarie che, va ripetuto, ieri sono andate tutte fortissime tranne la Shiffrin. E’ tutta esperienza quella di ieri, la prossima volta sarà bene non fare troppi calcoli, buttare giù le punte degli sci e prendere tutta la velocità possibile per l’abbrivio finale.

Goggia a parte la squadra femminile di gigante ha dimostrato di essere sempre molto competitiva, ieri sono 5 nelle prime quindici. Molto bene la Manuela Moelgg (in gran spolvero in questo periodo sia in gigante che in slalom) che chiude settima e “benino” il trio Francesca Marsaglia, Nadia Fanchini e Elena Curtoni. La Marsaglia finisce dodicesima, la romana finora non ha messo in pista tutta la sua classe, ma la stagione è ancora lunga e confidiamo possa dare una sterzata positiva alle sue gare. 13ma Nadia Fanchini, per lei una iniezione di fiducia che confidiamo possa aiutarla a ritrovare la sua migliore sciata ed i risultati. 15ma, infine, Elena Curtoni, la giovane valtellinese deve ancora dimostrare il suo valore, a Maribor ha dimostrato di poter entrare tra le più forti, deve crederci e deve ancora lavorare moltissimo.

Malino, e discorso a parte, le altre due punte della squadra, Federica Brignone e Marta Bassino. Brignone è “saltata” nelle primissime porte della prima manche a testimoniare un periodo di forma veramente scarso. L’involuzione dell’azzurra ci preoccupa, speriamo non ci siano distrazioni che la stiano distogliendo dal suo lavoro. La ragazza è forte e ha i numeri per essere sempre nei primi 5 sia in gigante che in SuperG. Deve avere la voglia di migliorarsi continuamente. L’impressione è che al momento la Brignone non ha la “fame” di vittoria che aveva gli anni scorsi. Scende sempre in modo aggressivo (è la sua caratteristica) ma al tempo stesso la vediamo come immersa in un tran tran che non porta da nessuna parte. Serve una scossa e confidiamo nei suoi allenatori per non disperdere il suo talento. Così così anche la Bassino, un passaggio a vuoto può capitare e speriamo che sia solo questo. Lei è tutto talento nonché piccolina fisicamente e soffre quando le condizioni della pista e del tempo atmosferico richiedono anche un apporto decisivo di forza fisica. Sarà bene che lo staff tecnico la aiuti a crescere sotto questo aspetto perché nello sci moderno (come in tutti gli sport ormai) la parte fisica è preponderante.