Wimbledon, Murray facile su Raonic

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Andy Murray non tradisce i pronostici batte Milos Raonic e conquista il suo terzo titolo slam. E' stata una finale senza troppo pathos, lo scozzese si è dimostrato troppo più forte del canadese e ha portato a casa la vittoria con una prestazione molto solida: gran servizio, risposta fulminante, solita esuberanza atletica e ottima solidità mentale. Risultato: una vittoria per tre set a zero con il punteggio di 6-4, 7-6, 7-6 che no

Per Murray si tratta della seonda vittoria a Wimbledon, nel tempio del tennis aveva infatti vinto nel 2013 battendo Nole Djokovic. Per come si è svolto il torneo c'erano pochi dubbi sul risultato finale, i suoi maggiori antagonisti, quelli che lo hanno battuto tante volte in carriera, per vari motivi gli hanno lasciato la strada libera: Nadal non si è presentato per l'infortunio al polso, Djokovic (favoritissimo e pronosticato per il Grande Slam) si è fatto sorprendere al terzo turno dal "bombardiere" Sam Querrey e Federer è arrivato a Londra senza la giusta preparazione atletica e fisica, e malgrado questo è arrivato in semifinale dove ha perso da Raonic lasciando sul campo molti rimpianti.

Murray può quindi godere di un'altra perla da aggiungere nel suo carnet, fin quì il 2016 gli ha dato grandi soddisfazioni, il britannico ha dimostrato grande continuità di risultati ed è meritatamente il numero due del ranking mondiale. E' tornato a collaborare con il grande ex del passato Ivan Lendl che evidentemente sa dargli quella tranquillità e solidità necessaria per fare "l'ultimo miglio", cioé quel salto di qualità che lo potrebbe portare a diventare il numero uno del mondo.

Per quanto riguarda Milos Raonic è giusto sottolineare i grandi progressi fatti quest'anno. Sull'erba poi ha potuto usufruire dei consigli di John McEnroe e i risultati si sono subito visti: finale al Queen's e a Wimbledon. Adesso lo aspettiamo al resto della stagione, ci sono le Olimpiadi di Rio e la stagione sul cemento americano che culminerà con gli US Open. Vedremo solo allora se questo lungagnone (è alto 1,97 m.) canadese, a volte molto pigro sul campo, farà vedere di essere uno dei quei giovani emergenti sui quali costruire il tennis del futuro.