Phelps e Bolt, gli atleti simbolo di Rio

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Credit Federscherma

Phelps e Usain Bolt senza dubbio, ma anche Simone Biles, Katie Ledecky, Mo Farah e Wayde Van Niekerk, sono loro gli atleti che hanno segnato l'olimpiade di Rio. Che dire di Michael Phelps, 28 medaglie complessive vinte in cinque olimpiadi (23 ori), a Rio 5 ori e un argento (era spompato nei 100 delfino e non gli si poteva chiedere di più del secondo posto) oltre alle 33 medaglie vinte ai vari campionati mondiali cui ha partecipato. Una leggenda inarrivabile per i risultati (difficilmente i suoi record saranno superati) ma anche un esempio per tutti i ragazzi che vogliono intraprendere la carriera agonistica: dopo Londra 2012 si è preso due anni sabbatici (condite da vicissitudini personali da condannare va detto) poi si è di nuovo presentato in piscina e sotto la sapiente guida del suo coach Bob Bowman si è sottoposto ad allenamenti durissimi che lo hanno riportato ad essere quell'atleta vincente che abbiamo visto in Brasile. Di Phelps a Rio mi rimarranno tre immagini: la prova monumentale nei 200 delfino, la condotta nella 4x200 sl: era l'ultimo frazionista e poteva terminare senza sforzo la sua frazione, invece ha stampato un tempone (1.44) senza risparmiare energie. Così fanno i campioni e leader, per questo Michael Phelps è tanto amato nella squadra Usa. Per ultimo mi rimarrà il suo saluto finale al pubblico dopo la finale della 4x100 mista (ovviamente vinta), un po' di tristezza nei suoi occhi, e nella nostra davanti alla tv, per quello che è stato il suo ultimo atto sportivo da atleta.

Usain Bolt è il più grande sprinter di tutti i tempi insieme a Carl Lewis ma anche un simpatico furbacchione. Il Giamaicano da Pechino 2008 a Rio 2016 si è sapientemente gestito partecipando a pochissimi appuntamenti tra i quali i mondiali e qualche ricco meeting. Questa condotta gli ha consentito di risparmiare il fisico (quelli così potenti come Bolt sono sempre a rischio di rottura muscolare) entrare nel pantheon degli atleti più forti di sempre con la tripletta di ori vinta nelle tre olimpiadi cui ha partecipato.

Come non parlare di Katie Ledecky. Dominatrice assoluta dello stile libero mondiale, senza alcun problema ha stravinto i 200, 400 e 800 sl e, tanto per gradire, ha vinto l'oro anche nelle staffette veloci 4x100 e 4x200. La sua superiorità sulle avversarie è accompagnata da tempi "monstre": 3'56" nei 400 e 8'04" negli 800, l'americana, appena ventenne, ha innalzato il livello del nuoto a tal punto che i suoi record saranno battuti, forse, nel 2070. Ormai di lei si parla come l'anello di congiunzione tra le donne e gli uomini.

Poi è giusto sottolineare Simone Biles la ginnasta statunitense ha solo 19 anni ha portato a casa quattro ori e un bronzo alla sua prima olimpiade, non è una carneade malgrado la giovanissima età perché aveva già vinto tre mondiali di fila (Anversa 2013, Nanning 2014, Glasgow 2015) dimostrando tutto il suo talento. Volteggio, individuale, corpo libero, concorso a squadre, non ha lasciato che briciole alle avversarie. Queste olimpiadi hanno visto anche le belle storie di due grandi campioni quali Mo Farah e Wayde Van Niekerk. Il primo, britannico di origine somala, ha vinto l'oro nei 5000 e 10000 metri bissando i successi di Londra 2012, il secondo, sudafricano, ha stabilito il nuovo record dei 400 metri piani. L'atleta di Pretoria ha fatto un giro di pista stellare fermando il cronometro al tempo di 43.03, battendo così il record di Michael Johnson (43.18) che lo deteneva dal 1999.