Sci: vincono Marcel Hirscer e Lara Gut

    Cala il sipario sulla Coppa del Mondo di Sci 2015/2016, una stagione tormentata dalla meteorologia e da troppi infortuni, con le vittorie di Marcel Hirscer in campo maschile e Lara Gut tra le donne. In chiaro-scuro la stagione delle squadra azzurra che tra alterne vicende registra la conferma di una Federica Brignone in netta crescita sia in gigante che in supegigante e un Peter Fill che a 33 anni vince, con un po ' di fortuna come vedremo, la Coppa di Discesa libera, una specialità dove non era riuscito a vincere nessun altro italiano finora, nessuno tra campioni quali sono stati Thoeni, Plank, Mair o Ghedina.

    Ma partiamo con i vincitori della sfera di cristallo: Dobbiamo riconoscere che l'austriaco Hirscer ha scritto una nuova pagina di storia per questo sport perché nessuno ha mai vinto per cinque volte consecutive la Coppa del Mondo generale. Ora non voglio disconoscere, o attenuare, i meriti di Hirscer, che è e rimane un campione che di diritto entra nel Pantheon dei più forti sciatori di tutti i tempi, ma è doveroso fare alcune considerazioni: primo il suo atteggiamento, non è bello né sportivo che uno come lui quando "inforca" in slalom non si ferma e scende fino al traguardo facendo finta di non accorgersi di aver saltato una "porta. Sono ormai anni che succede e ogni volta la fa franca perché è un campione e perché la sua federazione è la più potente (a volte verrebbe da dire anche prepotente) del circuito bianco. Secondo, in questi anni sono mancati degli atleti polivalenti di valore che potessero far punti in ogni disciplina tanto da poterlo mettere in difficoltà. Terzo infine, quest'anno quando tutto sembrava finalmente far presagire un duello fino all'ultima gara con il fuoriclasse norvegese Svindal, bravissimo fino a gennaio a vincere tutte o quasi le gare di discesa libera e supergigante, ecco che la sorte cinica e bara ci mette lo zampino quando, durante la difficilissima libera di Kitzbuhel, il norvegese si schianta su una lastra di ghiaccio dopo aver fatto un volo in aria di oltre 40 metri che lo costringe ad operarsi a menisco e legamenti e a chiudere anticipatamente la stagione. Dando così la possibilità al nostro Fill di vincere una coppa che altrimenti avrebbe visto con il cannocchiale.

    Per il prossimo anno ci aspettiamo una competizione più agguerrita, oltre a Hirscher e Svindal (che avrà pagato il suo debito con la fortuna) sono cresciuti esponenzialmente altri campioni come il francese Pinturault e i norvegesi Jansrud, Kilde e Kristoffersen che potranno dire la loro.

    Per Lara Gut è la prima vittoria. Di lei si parlava già sei o sette anni fa come una predestinata, certo va forte in tre discipline su quattro (senza contare le combinate) e in questa stagione è stata molto regolare, è andata sempre forte collezionando sei vittorie e tredici podi ma è inutile negare che ha potuto approfittare di alcune circostanze a lei favorevoli che le hanno sottratto ad una ad una tutte le sue avversarie: la slovena Tina Maze aveva subito dichiarato di non voler gareggiare in questa stagione e dunque si è autoesclusa. Sfortunata invece l'austriaca Anna Fenninger, la dominatrice delle ultime due stagioni si infortuna proprio pochi giorni prima della gara di apertura della Coppa, legamenti della gamba destra da ricostruire e addio gare per quest'anno. Poi c'è Mikaela Shiffrin, l'astro nascente del circo bianco si infrtuna in allenamento a metà dicembre compromettendo definitivamente una stagione che sembrava lanciarla come competitor di Gut e Vonn. Infine la regina delle nevi Lindsey Vonn. Quest'anno l'americana sembrava lanciata verso la vittoria della quinta sfera di cristallo (sarebbe stata la quinta come solo Anne Marie Moser Proell riusci in passato) ma a fine febbraio, quando era in testa alla classifica e mancavano ancora tante gare a lei favorevoli, ecco che beffardo arrivo l'ennesimo infortunio di una carriera comunque eccezionale che la mette fuori gioco. Dunque Lara Gut molto brava a non lasciarsi sfuggire l'occasione ma anche fortunata il giusto.

    Per il prossimo anno aspettiamo di nuovo tutte in pista pronte a darsi battaglia, a darci spettacolo e a cercare di detronizzare la svizzera Gut. Staranno già preparando sci e scioline le varie Vonn, Shiffrin, Maze, Fenninger, Rebensburg e Weirather.

    Poi c'è la squadra azzurra. Tante ombre e pochi chiari. Tra gli uomini segnaliamo l'addio di un grande gigantista quale è stato Max Blardone, onore al merito di un atleta che è stato per più di dieci anni tra i 4 migliori gigantisti del mondo. Di Fill abbiamo detto. Ci aspettavamo molto di più dalla squadra di velocità ma Paris e Innerhofer sono stati appena sufficienti. Male Heel e promettente Mattia Casse. Nelle discipline tecniche abbiamo avuto troppi infortuni ma è mancato l'acuto del podio e, soprattutto, la continuità ad alto livello. Tra le donne a parte la Brignone, che firma una stagione decisamente positiva, più bassi che alti. In slaom praticamente non abbiamo atlete da primo gruppo, in gigante molto meglio, la pattuglia azzurra schiera 9 atlete tra le prime trenta però, tranne la Brignone, nessuna in grado di vincere. Nelle discipline veloci maluccio. Dunque c'è molto da lavorare per far diventare questa squadra - sia maschile che femminile - competitiva. La speranza è che la Federazione italiana e il settore tecnico facciano quadrato, riorganizzino le idee e trovino le soluzioni giuste perché nei prossimi due anni ci saranno due grandi appuntamenti quali i mondiali a Sankt Moritz (2017) e le olimpiadi di Pyeongchang (2018).