Djokovic Re a Parigi, è il suo 12° Slam

Premiato da un emozionato Adriano Panatta il tennista serbo ha alzato la coppa al cielo ed ha potuto dare sfogo alla immensa soddisfazione per aver portato a casa l'unico trofeo slam che ancora mancava nella sua bacheca. Chi lo conosce sa bene quanto gli mancava la vittoria del torneo parigino e che fin dall'anno passato, quando fu inaspettatamente sconfitto in finale da Wawrinka, aveva messo nel mirino il Roland Garros come l'appuntamento più importante della stagione insieme alle olimpiadi di Rio.

Queste due settimane di gioco hanno dimostrato alcune cose in modo molto chiaro. Primo, Nole Djokovic al momento è l'incontrastato dominatore del tennis mondiale e sembra impossibile che qualcuno possa spodestarlo. E' arrivato in finale senza essere troppo impegnato dagli avversari e contro Andy Murray una volta perso il primo set ha alzato il suo livello di tennis e per lo scozzese si è fatta notte. Passando proprio al britannico va sottolineato che l'attuale numero due del ranking mondiale è si un campione ma rimarrà sempre il quarto dei "fab four". Anche questa volta Murray al momento topico del match ha palesato limiti tecnici e di personalità che gli impediscono di fare quel salto di qualità ulteriore ma necessario per vincere i tornei più importanti del circuito. 

Poi bisogna parlare di Roger e Rafa, il binomio che per dieci anni ha dominato il tennis. Federer non ha potuto giocare a Parigi per via degli infortuni a schiena e ginocchio, proprio per questo l'annata fin quì non è stata un granché ma è in arrivo la stagione dell'erba e lo svizzero quando sente odore di Winbledon si accende e mette in moto la sua grande classe. Se sta bene, malgrado le 35 primavere che compirà l'otto agosto prossimo, può ancora togliersi tante soddisfazioni grazie alla sua immensa classe. Per quanto riguarda Nadal sappiamo che l'infortunio al polso è serio e potrebbe tenerlo lontano dai campi per parecchio tempo: winbledon è fortemento a rischio. Con il polso non si scherza eppoi ci sono le olimpiadi da preservare. L'impressione è che lo stop subito dal maiorchino sia l'ennesimo segnale di un fisico logoro da una carriera lunghissima. 

Ed i giovani? I vari Thiem, Coric, Kyrgios, Tomic, Nishikori che si stanno affacciando al grande tennis sono bravi ma ancora non sono pronti per essere competitivi nei tornei dello slam, quando si gioca tre set su cinque e ci vuole classe ma anche grandi dote atletiche e una solida tenuta psichica. Per loro dovremo aspettare ancora due o tre anni.

Infine gli italiani. sarebbe meglio evitare di parlarne ma sarebbe sbagliato. I risultati non arrivano e sarà difficile che arriveranno nel breve periodo. Tra le donne paghiamo il ritiro della Pennetta, il finale di carriera di Vinci e Schiavone e le difficoltà atletiche della Errani mentre per i maschi, se Fognini non imbrocca il torneo, sono solo batoste. Bisognerà ripartire dal settore giovanile. Ne saremo capaci?