Coppa del mondo, la Brignone vince l'ultima gara della stagione 2022

Nel segno dell'Italia l'ultima gara di questa stagione, sulla pista di Meribel è doppietta azzurra con Federica Brignone che vince la gara davanti a Marta Bassino. Dunque il Circo Bianco dà appuntamento a novembre ed è tempo di bilanci, per l'Italia le stelle (Goggia, Brignone e Paris) vincono ma non possono coprire le magagne emerse. In nazionale non ci sono ricambi di valore e per i prossimi anni potremmo pagarlo a caro prezzo mentre Norvegia, Svizzera e Austria stanno rinfltendo le squadre di giovani forti e di talento. Ci aspettiamo che la FISI batta un colpo.

Fabrizio d'Andrea (ph. credit https://www.fisi.org/)

21/03/2022) Cala il sipario sulla coppe del mondo 2022 di sci alpino, le finali di Courchevel e Meribel hanno dato i loro verdetti e i vincitori sono stati premiati. Dalle piste francesi arriva l'ennesimo successo delle azzurre, nel gigante infatti ha vinto Federica Brignone (successo n.20 per lei) davanti a Marta Bassino. Una doppietta che rappresenta un bel balsamo per la nazionale italiana perché il futuro è alquanto incerto e le olimpiadi di Milano-Cortina 2026 non sono così lontane.

La situazione è questa: abbiamo delle stelle di valore assoluto, cioé veri campioni come Sofia Goggia, Federica Brignone e Dominik Paris (che però quest'anno è andato al di sotto delle alternative), che il loro lo fanno, e infatti anche quest'anno si sono fatti valere portando in alto i nostri colori però: c'è un però grande come una casa, deve essere chiaro che non possiamo restare ancorati a questi tre nomi. L'allarme va lanciato prima che sia troppo tardi perché i nostri fuoriclasse sono tutti intorno o over i trent'anni quindi spero che la Federazione Italiana Sport Invernali (FISI) programmi al meglio i prossimi quattro anni (quelli che ci porteranno alle olimiadi in casa nostra del 2026).

Dietro le tre star c'è poco, e quel poco fatica ad emergere. Luca De Aliprandini è l'unico gigantista di valore internazionale ma fatica a centrare il podio ed è ultratrentenne. Per il resto desolazione assoluta. Restiamo agli uomini, nello slalom perso Manfred Moelgg per limiti di età abbiamo Razzoli alla sua terza giovinezza, Vinatzer che è dotato ma sono più le gare dove esce che quelle che porta in fondo ed infine Tommy Sala, bravo ma non da podio e comunque vediamo quanto e come saprà ripetersi il prossimo anno. In SuperG e discesa libera se Paris non imbrocca la stagione o ha la febbre siamo solo dei comprimari.

Tra le ragazze brilliamo solo grazie alla polivalenza delle nostre campionesse ma se facciamo un'analisi approfondita vediamo che il futuro si rivelerà molto difficile per la nostra squadra. Le seconde linee non brillano anzi, faticano a reggere il confronto con le avversarie e di giovani di belle speranze ne abbiamo solo due: le sorelle Delago. Nadia e Nicol sono, in prospettiva, due fortissime discesiste ma proprio perché giovani devono lavorare moltissimo sul lato tecnico, per dirla tutta devono imparare a gestire le piste con curve angolate.

Spero solo che Sofia Goggia (27 anni) non patisca più brutti infortuni e che la Brignone (32 anni) abbia ancora le motivazioni per continuare. Non sarà una super campionessa ma Marta Bassino è sicuramente un'atleta di vertice nel gigante ma, anche qui: dopo di lei il vuoto assoluto. Peggio ancora siamo messi in slalom, sono tanti anni ormai che in questa specialità le nostre ragazze faticano a rimane per una stagione intera tra le prime trenta del mondo. Insomma è crisi nera. 

Ei giovani? Qualcuno si è fatto notare (al momento non voglio fare nomi ma basta guardare le classifiche di Coppa Europa per capire e più in campo maschile che femminile), però quando sono stati portati a gareggiare in Coppa del mondo hanno fatto una fatica immane.  

Tutto questo mentre le altre nazionali volano. Norvegia, Svizzera, Austria ma anche Svezia, Germania e Stati Uniti sfornano atleti e atlete giovanissimi ma molto forti e preparati. E' preoccupante vedere la qualità e la quantità di junior che queste federazioni stanno crescendo, sarà un fatto di soldi, sarà per le loro capacità organizzative ma la differenza c'è ed è chiara e netta quindi la Fisi dovrà fare presto e bene per colmare un gap già molto marcato. E la cosa che più dispiace è che le fortune di queste nazionali si devono al lavoro di tanti tecnici italiani che forse è il caso di riportare in casa.

A proposito di Fisi si sente tanto parlare di rinnovamento di tutto il gruppo tecnico. Rinnovamento che dovrebbe partire già da maggio, anche se è chiaro che non basta fare qualche sostituzione per risolvere tutti i problemi. Ci vuole (ci vorrebbe) un piano più articolato e profondo: insomma la FISI andrebbe ampiamente ristrutturata. E però a a sentire i pochi che ci mettono la faccia come Luca De Aliprandini, non si muove nulla e questo non è buono perché il quadriennio olimpico che porterà a Milano/Cortina 2026 è appena iniziato e i programmi (con le indicazione dei tecnici, dei programmi e dei nominativi delle varie squadre nazionali) andrebbero fatti fin da ora. 

Siamo in attesa di novità dal mercato dei tecnici e poi vi aggiorneremo.

Fabrizio d'Andrea Sport per Passione (© riproduzione riservata)