Toti, puntiamo a tornare in A1 nel 2019

I problemi: sponsor Unicusano che non paga, il caso Triche che blocca il mercato e i lavori al Palazzetto

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Credit Virtus Roma

Parlare di basket in una realtà come Roma non è facile, una metropoli che non ha mai supportato appieno questo sport malgrado gli appassionati non manchino, lo sa bene Claudio Toti, imprenditore e da tanti anni presidente della Virtus Roma che lo scorso anno ha dovuto prendere la pesante decisione dell’auto retrocessione in A2. Siamo a metà stagione ed è tempo di primi bilanci in casa Virtus. Toti ha voluto incontrare la stampa proprio per raccontare i suoi sentimenti che sono un misto di amarezza e di orgoglio per tutto quello che è successo intorno alla sua squadra: lo sponsor Unicusano che non fa fronte ai suoi impegni, il mercato bloccato dal caso Triche, il Palazzetto che subirà dei lavori e il prossimo anno non si sa dove giocare le partite casalinghe. Per fortuna c’è la squadra che si sta comportando bene e lo testimonia la qualificazione alla Final Eight di Coppa Italia e,poi, il lancio di tanti giovani.

Dunque un incontro che ci ha permesso di fare chiarezza su le tante cose che girano intorno alla Virtus a partire dall’obiettivo di tornare in A1 dal 2019 con una strategia che punta ad una oculata gestione economica e ad una crescita tecnica della squadra grazie al lavoro intrapreso sul settore giovanile. Toti vuole restituire alla città una Virtus ambiziosa e protagonista nel basket nazionale ma sa bene che la strada è in salita.

Iniziamo dalle note positive. Toti ha sottolineato più volte la sua soddisfazione per il lavoro fatto dal coach Corbani (e tutto lo staff tecnico) e dai ragazzi in campo. La squadra ha raggiunto un obiettivo di prestigio come la Final Eight di Coppa Italia e anche in campionato le cose non vanno male malgrado l’inizio ad Handicap: non tutti ricordano che la squadra è partita in netto ritardo rispetto alle concorrenti perché la Federazione l’aveva esclusa dal campionato. A dispetto degli infortuni (dispiace tanto per Benetti che ha subìto la rottura del crociato e la sua stagione è già finita) la squadra è migliorata molto dall’inizio dell’anno e sta inserendo nel roster un numero importante di giovani. Proprio questo è il punto di vanto del presidente Toti. La società guarda al futuro ed ha intrapreso la via della programmazione oculata: due americani forti e tanti giovani da far crescere, si lavora infatti su giovani di talento (italiani e stranieri) da allevare per poi inserire in prima squadra. Saranno loro la colonna portante del roster nei prossimi anni. Il lavoro da questo punto di vista è già a buon punto anche grazie all’accordo con l’HSC (Honey Sport City), importante per l’allestimento delle squadre giovanili. L’obiettivo non nascosto è il 2019: per quell’anno si prevedono due promozioni e la Virtus non vuole mancare quell’appuntamento per tornare ad essere protagonista in A1.

Poi ci sono le note dolenti quelle che pesano enormemente sul presente della squadra e non consentono alla società di programmare appieno il futuro. Iniziamo dalla sentenza BAT (Tribunale Arbitrale del Basket), che rimanda al caso del giocatore americano Triche. Un fatto grave che pesa enormemente sulla situazione di questa squadra già da un anno a questa parte. Tutto iniziò quando (a dicembre 2015) Triche  andò via durante la pausa natalizia e non si ripresentò più. Da allora uno scontrò a carte bollate che non ha portato niente di buono a Roma. Infine è arrivata la sentenza BAT che ci ha messo il carico da undici: risultato la società romana non può operare sul mercato. Toti non nasconde la sua irritazione per una vicenda che racconta quanto poco conti la pallacanestro italiana. Una sentenza estremamente pericolosa perché certifica che i contratti con Lega, Fip e Giba non valgono nulla. Il risultato è che oggi la Virtus è ancora costretta a pagare una cifra importante al giocatore proprio perché la norma italiana viene totalmente disconosciuta. Poi si aggiunge la querelle con il main sponsor Unicusano. Toti ha spiegato che ad oggi non è stato incassato un soldo per il campionato in corso e ci sono ancora pendenze della scorsa stagione, con Unicusano che parla di clausole che, a modo di vedere di Toti, non esistono. A dicembre 2017 ci sarà (è l’auspicio della società) l’udienza conclusiva che metterà la parola fine su questa triste vicenda. La mancanza di un incasso così importante però ha influito pesantemente sulla società e ha costretto gli azionisti ad intervenire direttamente a sostegno della società.  

Altro giro altro problema: il futuro del Palazzetto di viale Tiziano è incerto. Il presidente Toti non usa giri di parole per raccontare la sua preoccupazione per quel che sarà la prossima stagione: i lavori di ristrutturazione necessari non potranno essere svolti in estate, quindi nessuno sa dove si giocheranno le partite casalinghe del prossimo anno. Ed è un grande peccato perché a livello di pubblico i dati parlano chiaro, a Roma c’è fame di basket (soprattutto di grande basket) e si registra una crescita delle presenze rispetto alla scorsa stagione, anche se il confronto sarebbe ingeneroso con realtà come Bologna. Ma come ha ben capito il presidente della Virtus il pubblico è troppo importante per la crescita di questa società, un bacino d’utenza ampio come quello romano dovrebbe consentire di avere sempre almeno tremila persone al Palazzetto: “Abbiamo bisogno di rilanciare entusiasmo – chiosa Claudio Toti nel finale di questo incontro – è necessario avere un pubblico che cresca nei numeri e che ci porti serenità, convinto come sono che la strada intrapresa sia quella giusta”.