Nadal è il re di Parigi: vince il 14^ Roland Garros ed ora è a 22 Slam

Il trionfo di Rafael Nadal al French Open ha sorpreso solo chi non vede tennis assiduamente, lo spagnolo a Parigi dal 2005 il suo score è di 112 vittorie e 3 sole sconfitte. I numeri parlano da soli. Detto questo fanno riflettere le voci fuori dal coro di atleti di altri sport, ad esempio i ciclisti come Guillarme Martin e Thibaut Pinot: “Quello che ha fatto Nadal sarebbe impossibile nel ciclismo. Se sei malato o infortunato, non gareggi. Vediamo troppi atleti usare questo tipo di pratiche.

Fabrizio d'Andrea (ph. credit https://www.rolandgarros.com/en-us/)

(09/06/2022) Un profluvio di commenti entusiastici hanno accompagnato Rafa Nadal nelle due settimane che lo ha portato ad alzare per la quattordicesima volta (14, è incredibile) la coppa del Roland Garros, d'altronde si tratta di un fenomeno pressoché imbattibile sulla terra rossa che ora ha in bacheca 22 Slam, due più dei suoi grandi rivali Federer e Djokovic.

E' quasi superfluo dire che questo risultato rasenta l'incredibile, in 17 anni a Parigi ha perso solo tre volte, chapeau, semplicemente mostruoso. Quest'anno poi sembrava impossibile perché i suoi cronici problemi al piede (poi riprenderemo il discorso visto le accuse che gli arrivano) sembravano rendergli la vita impossibile: però a forza di infiltrazioni, che addormentano i nervi lesi, il majorchino ha potuto scendere in campo.

Detto questo va anche sottolineato che Nadal ha vinto perché una volta di più ha dimostrato di avere una volontà e una determinazione d'acciao, lui non molla mai neanche se è sotto nel punteggio 6-0 5-0, perché ha una soglia del dolore sovraumana, perché è tatticamente il migliore del circuito e riesce a giocare meglio di tutti i punti più importanti dei match e perché tecnicamente è diventato un giocatore completo rispetto al terraiolo fondocampista dei suoi primi anni da professionista.

Dal punto di vista tecnico voglio aggiungere che nelle due settimane parigine Rafa ha rischiato di uscire contro il giovane canadese Aliassime e avrebbe perso contro Zverev. dunque Aliassime, era il quarto turno e lo spagnolo si è salvato grazie alla sua grande esperienza. Ai quarti di finale però Nadal ha fatto la sua vera prodezza del torneo battendo il grande rivale Nole Djokovic in quattro set. In questa partita Nole (che era favorito) è stato sovrastato tatticamente e questo nessuno se lo aspettava.

Poi arriva la semifinale contro Sasha Zverev, partita che a conti fatti è stata la vera finale di questo Roland Garros 2022: il tedesco diciamolo subito avrebbe battuto Nadal, malgrado il "braccetto" cronico nei momenti importanti ha giocato veramente bene mettendo alle corde Nadal che però da vero marpione si aggiudica il tiebreak del primo set. L'equilibrio è altissimo, il pubblico si esalta con le giocate dei due atleti, e dopo tre ore di gioco i protagonisti arrivano sul 6-6 anche nel secondo set. Quindi il dramma. Nell'ultimo scambio del secondo set (quello che avrebbe portato al secondo tiebreak) Zverev mette male il piede, cade e si mette a piangere come un neonato che ha fame. Tutti in quel momento hanno capito che la partita era finita, la caviglia si gonfia subito e il tedesco non può far altro che accettare la malasorte, salutare il pubblico sulle tribune (che gli tributa un affettuoso applauso) e abbandonare la partita. PS dopo le analisi strumentali si è capito che il tedesco si è rotto i tre legamenti della caviglia destra e i tempi di recupero non saranno brevi. Della finale con Ruud non voglio parlare, troppa è la differenza tecnica, agonistica e fisica tra i due, Ruud è un Nadal in trentaduesimi e infatti non c'è stata partita e non c'è stato spettacolo. Anzi, ad essere onesti fino in fondo il match è stato piuttosto noioso.

Però ci sono alcune cose che vanno dette fuori dai denti. La vittoria di Nadal è stata omaggiata come merita in ogni angolo del mondo ma ha suscitato anche un vespaio di polemiche. Per chi non segue molto il tennis spiego che Rafa è un malato cronico più o meno dal 2009, da più di dieci anni (seguito dal medico Angel Ruiz Cotorro) prendono il plasma del sangue di Rafa, lo centrifugano ed estraggono fattori di crescita che vengono iniettati per favorire la rigenerazione delle cellule. Per farlo devono praticare iniezioni nella parte inferiore della schiena per estrarre le cellule staminali dalla cresta iliaca. Poi si devono preparare colture in modo che le cellule si riproducano per cercare di rigenerare i tessuti più velocemente».

Qui sta il filo sul quale corre lo sport moderno. In sintesi Nadal sta curando la sua salute (non solo) sportiva con una pratica che, ad esempio, in Italia è considerata illegale. Ma siccome l'obbiettivo unico della lotta al doping è preservare la salute dell'atleta, ecco che la stessa pratica medica - lecita in diversi Paesi - potrebbe essere vista come una necessità medica per aiutare Rafa nel suo futuro di ex atleta. In pratica non c'è una risposta certa (così come non si trova per le camere di ossigenazione del sangue che Djokovic utilizza laddove - come in Croazia - è consentito).

Ora potete capire anche le polemiche innescate dai ciclisti in queste ore specialmente dopo che Nadal ha ufficialmente spiegato che riesce a scendere in campo solo grazie a una serie di iniezioni necessarie a intorpidire i nervi del piede. Guillarme Martin, 28enne ciclista filosofo (laureato e autore di libri sulla filosofia) che parlando a L’Equipe ha detto: “Quello che ha fatto Nadal sarebbe impossibile nel ciclismo e penso sia normale. Se un ciclista facesse la stessa cosa, sarebbe già squalificato.Se sei malato o infortunato, non gareggi. Questo ha perfettamente senso, per diversi motivi. In primo luogo per la salute degli atleti. A lungo termine non sono sicuro che possa essere benefico per il piede di Nadal. Inoltre i farmaci, in particolare le iniezioni, non solo hanno un effetto curativo, ma possono anche avere un effetto sulle prestazioni, quindi secondo me è un po’ al limite”.

Rincara la dose Thibaut Pinot, 32enne ciclista del team Groupama–FDJ. Su Twitter ha condiviso uno scambio di battute tra Nadal e l’opinionista Eurosport Schett (“Quante iniezioni ti sei fatto oggi?” “Meglio che non te lo dico”) aggiungendo un commento quasi di sdegno: “Gli eroi di oggi…“
Qualcuno (tra cui il doppista francese Jonathan Eysseric, n.705) ha provato a spiegare che se è consentito dal regolamento non c’è nulla di male, ma Pinot ha così argomentato la sua posizione: “Ho le mie convinzioni e un modo di vedere lo sport e le prestazioni sportive diverso dal tuo. Il mio tweet era riferito a Nadal ma potrebbe essere per qualsiasi altro sportivo. La sua carriera o il talento non sono in discussione in nessun modo. Nelle ultime settimane vediamo troppi atleti usare questo tipo di pratiche. Io ho perso quasi due anni di carriera, per prendermi cura della mia schiena, è stato difficile ma ne vado fiero. Sono metodi questi semplicemente proibiti nel mio sport tanto denigrato.

Come potete immaginare è un tema delicato che divide profondamente l'opinione pubblica al di là dei tifosi del ragazzo (e pure di Djokovic) che in quanto tali rifiutano per definizione accuse di questo tipo. Io personalmente sono più vicino al pensiero espresso dai ciclisti perché sono convinto che sarebbe meglio per lo sport in generale se un certo tipo di pratiche fossero messe al bando.

 

Fabrizio d'Andrea Sport per Passione (© riproduzione riservata)