Pechino 2022: Italia ok, 17 medaglie meglio solo a Lillehammer nel 1994

Medaglie si ma anche troppi litigi di una spedizione azzurra composta di atleti troppo in là con gli anni e dietro di loro c'è il vuoto. Per evitare il flop a Milano/Cortina 2026 bisognerà rigenerare i movimenti giovanili. In Cina gli azzurri che chiudono i Giochi con 2 ori, 7 argenti e 8 bronzi. E' stata una olimpiade donna (Fontana, Goggia, Lollobrigida, Brignone) perché le nostre ragazze hanno collezionato medaglie e grandi prestazioni però rimane l'amarezza per le troppe polemiche interne.

Fabrizio d'Andrea (ph, credit Fisi e Fisg)

(20/02/2022) Cala il sipario sui giochi olimpici invernali di Pechino 2022 ed è d'obbligo tirare le somme sui risultati ottenuti dalla spedizione azzurra. Se bastasse un voto darei un bel 7 ai "nostri" anche se le mie aspettative erano più alte. Bravissime le donne, molto più degli uomini, le varie Lollobrigida, Brignone, Delago, Costantini, Goggia e Fontana sono state la cifra più importante della nostra olimpiade. Le donne sono salite sul podio in nove occasioni (1|4|4), quattro in più rispetto agli uomini (0|1|4), mentre le rimanenti tre medaglie sono state ottenute in eventi misti (1|2|0).

Un po' di numeri. A Pechino l'Italia ha vinto 2 ori (pochi), 7 argenti e 8 bronzi cui vanno aggiunti 62 piazzamenti nelle prime dieci posizioni in 89 gare disputate chiudendo in tredicesima posizione nel medagliere generale (dove gli ori fanno la differenza) mentre siamo noni per numero complessivo di allori vinti. .

Gli atleti azzurri hanno ottenuto almeno un podio in otto discipline diverse, fatto senza precedenti nella storia di questa edizione, solamente Russia (10), Norvegia (9), Germania (9) e Canada (9) sono riuscite ad archiviare medaglie in più sport. Per trovare un’edizione con un maggiore numero di podi, è necessario scomodare il trionfale 1994 a Lilehammer (Norvegia), quando il totale ammontò a 20 ma va sottolineato che rispetto a trent'anni fa le gare sono quasi raddoppiate (ora 109 allora 61) . 

Quindi si tutto sommato bene ma non benissimo.  Dobbiamo andare al di là dei numeri e se grattiamo la patina dei podi, delle lacrime e del tricolore escono fuori dei problemi grandi come una casa, soprattutto se pensiamo che le prossime olimpiadi le giocheremo in casa nostra (MIlano/Cortina 2026). La nostra nazionale non è più competitiva nello sci alpino maschile (male male) mentre nel femminile ci salviamo grazie a tre fuoriclasse, nel biathlon (male), nello snowboard (sia nel parallelo che nel cross) non vinciamo più. Le cose vanno ancora peggio nello sci di fondo, nel bob, nello Skeleton e nello slittino perché ormai da tempo i risultati dei nostri portacolori sono del tutto insoddisfacenti in coppa del mondo.

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E veniamo ai problemi che dobbiamo affrontare fin da subito per evitare brutte figure ai prossimi giochi olimpici invernali nel 2026 che come ben sapete si disputeranno in Italia (Milano/Cortina). 

Il primo da affrontare con urgenza è l'età. La nazionale italiana poggia soprattutto su atlete e atleti trentenni arrivati all'apice della loro carriera, il meglio lo hanno dato e tra quattro anni difficilmente potranno essere protagonisti a questi livelli e comunque sono poche le possibilità che possano  puntare a salire sul podio mentre di giovani pronti a sostituirli e a fare il grande salto non se ne vedono molti. Anzi.

L'allarme va lanciato subito perché quattro anni per un ricambio generazionale sono pochi. Perr farvi capire l'entità del problema qui si seguito ho messo la lista dei medagliati a Pechino 2022, con accanto l'età che avranno nel 2026 (al netto dei ritiri ovviamente):
Francesca Lollobrigida (pattinaggio velocità) 35
Arianna Fontana (short track) 35
Martina Valcepina (short track) 33
Pietro Sighel (short track) 26
Andrea Cassinelli (short track) 32
Dominik Fischnaller (slittino) 33
Federica Brignone (sci alpino) 35
Federico Pellegrino (sci di fondo) 35
Stefania Constantini (curling) 26
Amos Mosaner (curling) 30
Omar Visintin (snowboard cross) 36
Dorothea Wierer (biathlon) 35
Davide Ghiotto (pattinaggio velocità) 32
Michela Moioli (snowboard cross) 30
Sofia Goggia (sci alpino) 33
Nadia Delago (sci alpino) 28
Yuri Confortola (short track) 39
Tommaso Dotti (short track) 32

Sono preoccupato e spero che Fisi e Fisg le due federazioni interessate (Federazione Italiana Sport Invernali e Federazioni Italiana Sport sul Ghiaccio) inizino a lavorare fin subito sui movimenti giovanili perché in Cina pochi tra gli emergenti presenti hanno dimostrato di poter ben figurareDaniel Grassl nel pattinaggio di figura, la coppia Charlene Guignard-Marco Fabbri nella danza, così come in Leonardo Donaggio, quinto nel Big Air (freestyle), e in Simone Deromedis, a suo volta quinto nello sky cross. Stefania Constantini nel curling e Pietro Sighel nello speed skating. 

Insomma c'è poco da stare allegri, perché per un vero ricambio generazionale ci vuole una programmazione seria, chiara e portata avanti da dirigenti e tecnici preparati. Sarà necessario mantenere gli atleti al centro del progetto supportandoli su tutti i fronti adeguatamente ben sapendo che negli ultimi due anni non sempre è stato così. Ne saranno capaci? Vedremo.

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Il secondo problema riguarda le continue polemiche che hanno minato l'ambiente a Casa Italia per tutte e due le settimane di gare olimpiche. Una situazione grave e sgradevole che non deve più ripeersi, a maggior ragione nelle olimpiadi che giocheremo in casa.

La sensazione è che la situazione sia più volte sfuggita di mano e nessun dirigente abbia saputo arginare la slavina che inevitabilmente è stata amplificata sui media e sui social.  Paradossalmente il fatto che alcuni dei "nostri" come Chicco Pellegrini e Arianna Fontana abbiano vinto le medaglie ha dato loro la stura per tirare fuori tutto il malessere e il risentimento che avevano in corpo contro le loro rispettive federazioni.

La situazione è deflagrata e nessuno è riuscito a gestirla. Per chi non lo sapesse Chicco Pellegrini per rimanere un vincente si è andato ad allenare fuori dal nostro paese e la stessa cosa ha dovuto fare Arianna Fontana (emigrata in Ungheria) che poi ha denunciato fenomeni di bullismo da lei subiti da parte di colleghi maschi della nazionale.

Poi si è infiammata la polemica Goggia/Brignone. La mamma di Federica (la ex atleta Ninna Quario) è andata giù pesante contro Sofia inasprendo ancora di più, se possibile, il rapporto tra le nostre due fuoriclasse e non ce ne era proprio bisogno. Che le due ragazze non siano amiche e che forse non si sopportino lo sappiamo tutti ma che anche i familiari si mettano lì a gettare benzina sul fuoco è una roba da matti che accade solo in Italia. Guardate la Norvegia, è fatta di pochi atleti ma tutti campioni eppure sono li ad incoraggiarsi e spronarsi uno con l'altro senza che prevalgano le gelosie.  

Infine l’affaire Marsaglia-Casse sempre nello sci alpino, quì siamo proprio nel dilettantismo inaccettabile. Un dirigente della Fisi voleva convincere Marsaglia (lui che si è qualificato per le olimpiadi con i suoi piazzamenti) a farsi da parte nella gara di superg per lasciare il posto a Mattia Casse (che poverino non c'entra nulla in questa triste vicenda). Un comportamento inammissibile e ben lontano dall'etica sportiva di cui siamo venuti a conoscenza solo per la denuncia pubblica fatta dal povero Matteo Marsaglia.

Ma la cosa ancora più grave è che a distanza di una settimana la Fisi, nelle persone del presidente Flavio Roda e di tutti i dirigenti presenti a Pechino, se ne sono ben guardati dal fare una benché minima dichiarazione ufficiale sull'argomento. La fiamma olimpica è stata spenta e stiamo ancora tutti aspettando che la Fisi batta un colpo.

Qui urge la mano pesante da parte del Coni, va fatta piazza pulita. In futuro non vorremo più assistere a certe scene o alle polemiche di questi giorni, questo clima cupo a Pechino ha retto, ma non è pensabile portarlo avanti per quattro anni. 


Fabrizio d'Andrea Sport per Passione (© riproduzione riservata)