Volley, con Fefé in panchina l'Italia torna la nazionale più forte al mondo

Fefè De Giorgi è l'uomo della provvidenza, da quando si è seduto sulla panchina azzurra (cioè dopo il flop alle olimpiadi di Tokyo 2021) il nostro volley è tornato ai livelli straordinari degli anni '90, in 12 mesi abbiamo messo in bacheca il titolo di Campioni d'Europa (settembre 2021) e poi di Campioni del Mondo (settembre 2022). 

Fabrizio d'Andrea (pics credit https://www.federvolley.it/)

(10/10/2023) Un solo nome Fefè De Giorgi, il nostro "Piccolo grande Uomo", mi piace prendere spunto dal titolo di un bellissimo film di tanti anni fa con Dustin Hoffman per etichettare questo allenatore. Insomma diamo il giusto merito e la giusta riconoscenza all'allenatore della nazionale italiana di volley che ha trasformato la nostra nazionale da una buona squadra ad un team vincente. Ma Fefè è un grande uomo per intelligenza, ironia, conoscenza e capacità di leadership messo a servizio della causa, il tutto mescolato con tanta esperienza di questo coach che conosce il mondo o meglio che capisce la vita come pochi. Tutte qualità che gli ha riconosciuto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che lo ha voluto premiare al Quirinale.

L'uomo dei miracoli o della provvidenza, fate un po' voi, è indubbio che le capacità di Fefè De Giorgi sono enormi e i successi della nazionale maschile di pallavolo si spiegano con il suo arrivo e con le scelte che ha fatto un anno fa quando ha accettato l'incarico: perché ricordiamoci che non era facile riprendere i cocci di una selezione ambiziosa ma che non vinceva da tanti anni e che aveva fatto flop alle Olimpiadi di Tokyo 2021. Perché ricordiamoci che in passato la nazionale è salita diverse volte sul podio (tra europei, olimpiadi e mondiali) ma vincere trofei in fila è tutta un'altra cosa.

Insomma il nostro condottiero ci ha riportato ai fasti degli anni '90 quando la nostra nazionale, guidata da un certo Julio Velasco, era una vera schiacciasassi (e Fefè faceva parte di quel gruppo di fenomeni) che batteva tutti e accumulava trofei in bacheca. In dodici mesi abbiamo vinto il titolo di Campioni d'Europa 2021 (con una cavalcata meravigliosa di ottto successi su otto partite) e poi è arrivata addirittura l'apoteosi con il titolo di Campioni del Mondo 2022 battendo in finale nientepopodimeno che la padrona di casa, la Polonia: squadra campione in carica, che deteneva il titolo dal 2014 e che ambiva a confermarsi la più forte del pianeta per la terza volta di seguito.

L'impresa azzurra in terra polacca è annoverabile tra le pagine più belle e importanti di sempre dello sport italiano. L'Italia si è laureata campione del mondo per la quarta volta nella storia con la la squadra più giovane del torneo e la più talentosa. Dopo 24 anni l’Italvolley torna sul tetto del mondo dopo la generazione di fenomeni con CT Velasco (Bernardi, Gardini, Lucchetta, Tofoli, Zorzi e Cantagalli). De Giorgi e i suoi non hanno tremato, anzi, hanno giocato in modo perfetto ammutolendo i 14 mila spettatori che gremivano il palazzetto e che urlavano a squarciagola per sostenere i loro beniamini padroni di casa.

Come è nato questo miracolo sportivo? De Giorgi ha messo subito le cose in chiaro, fuori i "vecchi" (con tutto il rispetto per Juantorena prima e Zaytsev poi) e dentro giovani affamati e di talento come i vari Lavia, Romanò, Pinali, Galassi, Ricci, Recine, Balaso, Sbertoli che sono andati ad affiancare gioielli affermati come i vari Giannelli, Michieletto, Anzani e Balaso. Questa scelta ha significato una cosa sostanzialmente, conta il gruppo, si va tutti uniti e si dà il massimo pronti a sostenere il compagno in difficoltà: il motto è: non conta il nome dietro la maglia ma quello davanti.

I risultati si sono visti immediatamente, dispiace dirlo ma rispetto al passato recentissimo sembra essere passata un'era geologica. Dati i giusti meriti alla Federazione per aver scelto il CT ma è giusto fare una considerazione sui giocatori portati in Polonia. Perché è chiaro che puoi avere le migliori idee e intenzioni del mondo ma se non hai a disposizione atleti di qualità non si vince niente.

Ora cosa succederà? Certo non abbiamo la pancia piena ma confermarsi sarà ancora più complicato. I prossimi due anni sono pieni di appuntamenti perché c’è da giocare una Nations League, l’Universiade e poi l’Europeo e le qualificazioni olimpiche. Fefè De Giorgi sta già pensando a come rendere il suo gruppo ancora più forte: "Porte aperte a tutti in Casa Italia. Il Re Mida del volley azzurro ha chiarato in modo inequivocabile che Chiameremo i giovani di prospettiva, che hanno dimostrato anche caratterialmente di avere qualità, non bastano i centimetri o i muscoli.

Non è escluso che si possa pescare anche fra atleti meno giovani - ha poi confermato il CT -. Io ho chiuso la mia carriera con una partita in Nazionale a 41 anni, perché non lo possono fare anche altri? Se si è utili alla causa e si è funzionali al gruppo la carta d’identità può passare anche in secondo piano. In ogni caso ci sarà un gruppo di Under 21 che lavorerà parallelamente alla Nazionale maggiore e non saranno esclusi degli interscambi”.

Fabrizio d'Andrea Sport per Passione (© riproduzione riservata)