Volley, l'Italia è campione d'Europa

Dalle ceneri dell'olimpiadi fallita a Tokyo è nata una nuova Italvolley, Bravo il Presidente della Fipav Giuseppe Manfredi che con lungimiranza ha nominato come CT un allenatore vincente e persona di buon senso come Ferdinando De Giorgi che in trenta giorni ha ribaltato completamente la situazione senza sbagliare una mossa. Agli Europei De Giorgi ha portato una squadra govane e motivata puntando sulla regia di Simone Giannelli, un ragazzo che aveva bisogno di essere responsabilizzato e sul talento puro di Michieletto. E poi ha inserito nel roster giovanissimi come Lavia, Romanò, Pinali, Galassi, Cortesia, Recine, Bottolo, Piccinelli e Sbertoli.

Fabrizio d'Andrea (ph. https://www.federvolley.it/)

(22/09/2021) L'Italvolley maschile è sul tetto d'Europa, otto vittorie su otto partite e avversari tosti come Germania e Serbia superati di slancio e quella volpona della Slovenia battuta con merito per 3-2 al tiebreak al termine di in una finale tiratissima). Eh si, l'Italia torna a casa con il trofeo da mettere in bacheca dopo sedici anni.

Chi lo avrebbe mai detto già solo un mese e mezzo fa dopo il fallimento alle olimpiadi di Tokyo e le polemiche che ne sono seguite. In pochissimo tempo ci ritroviamo con una squadra vincente e giovanissima. Un risultato importante che è conseguenza della felice intuizione del presidente della Federvolley Giuseppe Manfredi di affidare la nazionale a Fefè De Giorgi: coach vincente e persona di buon senso, insomma l'uomo giusto al posto giusto.

De Giorgi ha messo subito le cose in chiaro, fuori i "vecchi" (con tutto il rispetto per Juantorena e glia altri e in attesa di capire se contare ancora su Zaytsev) e dentro giovani affamati e di talento come i vari Lavia, Romanò, Pinali, Galassi, Ricci, Recine, Balaso, Sbertoli che sono andati ad affiancare i vari Giannelli, Michieletto, Anzani e Balaso. Questa scelta ha significato una cosa sostanzialmente, conta il gruppo, si va tutti uniti e si dà il massimo pronti a sostenere il compagno in difficoltà: il motto è: non conta il nome dietro la maglia ma quello davanti.

I risultati si sono visti immediatamente, dispiace dirlo ma rispetto al passato recentissimo sembra essere passata un'era geologica. Dati i giusti meriti alla Federazione e al nuovo CT è giusto però fare una considerazione sui giocatori portati in Polonia. Perché è chiaro che puoi avere le migliori idee e intenzioni del mondo ma se non hai a disposizione atleti di qualità non si vince niente.

Il roster dell'Italvolley è composto da due stelle e dietro loro giovani dal talento puroInnanzi tutto Simone Giannelli, un campione che doveva ancora sbocciare pienamente. De Giorgi aveva capito che il ragazzo doveva essere responsabilizzato e così gli ha consegnato le chiavi della squadra: il bolzanino lo ha ripagato con una regia sapiente e prestazioni di livello assoluto. La seconda stella è Alessandro Michieletto, il trentino in questi europei è stato un vero trascinatore, due metri e cinque, mancino, impavido e con una maturità impressionante, Alessandro può diventare il degno erede di gnentepopodimenoche Lorenzo Bernardi. Figlio d'arte, suo padre Riccardo (che è stato un pallavolista negli anni 80-90)  oggi è il suo team manager a Trento. Del rapporto con il padre dice: «I primi anni lo vedevo solo la sera, perché facevamo vite diverse, invece oggi l’unico vantaggio è chiedergli con quale tuta devo andare vestito (ride, ndr). Ma no, papà è uno bravo. Non ha mai interferito anzi, è quello che mi fa i complimenti per ultimo. Il mio bagher è merito suo».

E poi? E poi un bel gruppo di giocatori che insiee allo staff tecnico ha trovato la giusta alchimia. Bravi tutti, inutile fare pagelle perché ognuno di loro ha dato un contributo determinante alla causa. Quindi applausi per i vari Anzani, Balaso, Lavia, Romanò, Pinali, Galassi, Cortesia, Recine, Bottolo, Piccinelli e Sbertoli.

Ora l'unica cosa che non si deve fare è quella di acontentarsi, arrivare sul tetto d'Europa è stato fantastico ma non può bastare ad un movimento così importante come quello della pallavolo italiana che si ritrova un palmares lungo un chilometro a partire dalla gestione del mitico Julio Velasco (ricordate la generazione di fenomeni). Il nuovo ciclo è appena iniziato e guai a pensare di essere arrivati, ci sono appuntamenti ancora più importanti c sui quali concentrarsi: due mondiali e l'olimpiade di Parigi 2024. Il dato confortante è che siamo nelle mani di un grande CT, un uomo di sport esperto, navigato (con tutte le esperienze fatte da giocatore e da coach) che sa come si vince e come far crescere una squadra.

Buon lavoro Ferdinando Fefè De Giorgi

Fabrizio d'Andrea Sport per Passione (© riproduzione riservata)