Australian Open,Federer sempre più nella leggenda: batte Cilic e vince il 20° Slam

"E' la conclusione di una favola, un sogno che si realizza", Federer piange al momento della premiazione, poi ringrazia il pubblico, il suo team e si complimenta con Cilic: "Continua così e ti toglierai tante soddisfazioni".

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Foto di Fabrizio d'Andrea

28/01/2018 - Pazzesco Roger Federer che oggi ha scritto una pagina unica nella storia del tennis. A 36 anni e mezzo è con un tennis che delizia gli appassionati lo svizzero vince l'Australian Open 2018 aggiudicandosi così il ventesimo slam (20 eh) da quando esiste l'era open: cioé dal 1968. E' il primo giocatore aver superato questa soglia e chissà mai se qualcuno riuscirà mai ad eguagliarlo. Di certo chiunque sarà comunque arriverà per secondo.
“E' la conclusione di una favola”, queste le prime parole di Federer quando gli è stato consegnata la coppa. Tante lacrime del campione svizzero accompagnate dalla commozione generale dei fan sugli spalti durante i festeggiamenti: perché tutti erano consapevoli di vivere un momento davvero storico.
Si perché lo svizzero è ormai la leggenda di questo sport e i numeri lo spiegano facilmente: si aggiudica il primo slam dell'anno che è anche il ventesimo della sua inarrivabile carriera. Questo Slam è il 96° trofeo messo in bacheca in carriera su 145 finali disputate. Peraltro è il sesto successo a Melbourne (come solo Nole Djokovic e Roy Emerson) dove evidentemente trova una superficie velocissima che si adatta (forse) anche meglio di Wimbledon al suo gioco. Altri numeri spiegano perché RF è la leggenda:

Federer, è un vero miracolo sportivo, alla sua età vanta una freschezza atletica, una solidità mentale e un livello di tennis difficilmente spiegabili. E' un fatto che ora giochi decisamente meglio rispetto al periodo 2008-2010 (quando Nadal e Djokovic sono entrati prepotentemente alla ribalta della classifica mondiale). Con umiltà, passione e tanto lavoro ha cambiato racchetta e modificato il suo gioco migliorando enormemente il suo rovescio e la tattica di gioco. Ora si piazza sopra la linea di fondo campo e con il talento immenso che ha gioca sempre di controbalzo togliendo ritmo agli avversari: che in un amen si ritrovano la palletta che gli torna indietro a velocità raddoppiata. Ha migliorato il serve end volley e questo gli consente di dare molte più varianti al suo gioco (rispetto al passato) che spiazza i suoi avversari. Poi non va dimenticato il livello immenso del suo servizio. Un colpo naturale che è sempre stato il vero caposaldo di Roger, potente e preciso con traiettorie difficilmente leggibili. Anche Cilic oggi ha fatto fatica a contenere il servizio dello svizzero, letale a lo stesso livello sia con la prima che con la seconda palla.

Dunque se Federer a 36 anni e mezzo è un miracolo sportivo e tecnico lo deve sicuramente a se stesso ovviamente, ma il merito è anche dei suoi tre allenatori che dal 2010 si sono succeduti nel suo angolo: Paul Annacone, Stefan Edberg e Ivan Ljubicic. Complimenti a loro che sono riusciti ad intervenire su una macchina quasi perfetta fino a migliorare un giocatore che già da solo era vicino alla perfezione.

Dato a Federer quel che è di Federer ora facciamo un bilancio sugli Australian open 2018. Il torneo di Nadal è stato per me più che sufficiente, su una superficie così veloce non lo vedevo favorito. Il majorchino si è presentato a Melbuorne da numero uno del seeding, carico a pallettoni e convinto di poter vincere. Ha persino ripristinato l'outfit dei suoi tempi migliori con le magliette senza maniche (ah la scaramanzia) ma non è bastato. Cilic lo ha battuto ai quarti di finale giocando meglio e facendo molti più vincenti dello spagnolo che comunque al quinto set (quando la partita era indirizzata) deve abbandonare il campo per un risentimento muscolare che lo costringerà a stare fermo per un paio di settimane (almeno). Quello che non mi è piaciuto di lui è stato quello scagliarsi, dopo l'eliminazione, contro i vertici della Federazione Internazionale perché (secondo lui) si gioca troppo su superfici veloci. Da un campione come lui non mi aspettavo che accampasse questa scuse: quando vinceva non ne parlava mai e poi da aprile il calendario ATP è pieno di tornei da giocare sulla terra rossa ben adatti al gioco e al fisico dello spagnolo. Nadal deve però rassegnarsi a fare i conti con l'usura del tempo (oltre che con avversari sempre più forti) che lui sente più di ogni altro (come Djokovic di cui dirò) perché ha improntato la sua carriera sull'agonismo e la forza atletica. E' chiaro che ora paga dazio proprio per un fisico che risente di 15 anni di carriera a questi livelli. Comunque sono sicuro che tornerà presto e sempre competitivo ai massimi livelli.

Poi c'è Nole Djokovic. Voto negativo per lui. Il serbo forse è stato mal consigliato ma è tornato alla competizone troppo presto. Sente ancora dolore al braccio quindi non doveva scendere in campo: magari ha sopravvalutato il suo fisico (e la sua capacità di convivere con il dolore) oppure ha sottovalutato il valore degli avversari. E' vero che saltare uno slam non è mai una decisione che si può prendere a cuor leggero ma in ogni caso è stato un errore grave da parte sua e del suo team. Per la cronaca ha perso da Hyeon Chung, un giovanissimo coreano (uno dei migliori del next generation) che come abbiamo visto tutti è stato un muro pronto a ribattere ogni colpo di Nole. Il serbo ha sofferto molto Chung e forse ha capito cosa hanno provato i suoi avversari contro di lui negli anni passati.

Non rimane che parlare della next generation. Tanti ombre e poche luci, a conti fatti sono ancora una volta da rimandare. Anche il primo slam del 2018 dimostra che non sono pronti per il grande salto e scalzare i migliori dal vertice del tennis mondiale. Sono ragazzi forti fisicamente e tecnicamente molto validi i vari Kyrgios, Zverev, Thiem, Shapovalov, Medvedev, Tomic, Coric, Kokkinakis, Donaldson, Khachanov e Rublev ma non hanno la solidità mentale per giocare un torneo a grandi livelli dall'inizio alla fine. Vanno a sprazzi, una partita bene e la successiva male, eppoi hanno troppi alti e bassi all'interno di una stessa partita. Da loro ci aspettiamo molto di più. Ricordiamoci quanto erano forti Federer, Nadal, Djokovic e Murray alla loro età.

Unica eccezione Hyeon Chung, il sudcoreano è stato bravissimo arrivando fino in semifinale contro Federer. Si merita una menzione speciale anche per la serietà dimostrata. Il ragazzo ha buoni colpi da fondo campo e soprattutto corre tanto e riesce a ribattere gran parte dei colpi scagliati dai suoi avversari. Certo il suo non è un tennis di classe ma dobbiamo rassegnarci perché ormai i giocatori vengono tutti costruiti in questo modo: corsa e pressione.

La stagione dunque è appena iniziata ma da Melbourne arriva un messaggio chiaro: Roger Federer è l'unico che dà spettacolo grazie al suo gioco e alla sua immensa classe. Il mio auspicio è che  possa rimanere nel circuito per almeno due anni ancora. Finché c'è godiamocelo.


 

Per fare un breve accenno alla cronaca va subito detto che Federer batte il croato Cilic al quinto set (6-2, 6-7 (5), 6-3, 3-6, 6-1 in poco più di tre ore di gioco) ma poteva chiudere comodamente al quarto dove, avanti di un break, inaspettatamente si spegne: non serve più bene e non chiude più uno scambio fino a consegnarsi all'avversario per 6-3. Fortunatamente per lui RF si resetta completamente e inizia al quinto come meglio non potrebbe, toglie subito il servizio all'avversario e mette la testa avanti sul 3-0. Da lì in poi riuscirà a mantenere i nervi calmi e concentrarsi su ogni colpo. Da quel momento non ci sarà più storia, Marin Cilic non ne ha più o forse non ci crede più e alza bandiera bianca di fronte al monumento del tennis che ha dall'altra parte del campo.