Tennis, c'è il ritorno di Federer e Nadal

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Foto di Fabrizio d'Andrea

Si riparte, dopo la sosta natalizia torna il “grande” tennis con il primo vero appuntamento del 2017: l’Australian Open, che è anche il primo slam dell’anno. Questo, per vari motivi, sarà una delle stagioni più interessanti dell’ultima decade: primo perché tornano nel circuito due giganti come Federer e Nadal, poi perché c’è una nuova rivalità al vertice: quella tra Murray e Djokovic e quindi l’attesa (speriamo non vana) esplosione di giovani forti come Zverev, Thiem, Nishikori, Raonic e Kyrgios che ora hanno l’occasione per maturare e prendersi la ribalta di questo sport. Ma iniziamo da Roger e Rafa, i due hanno patito importanti problemi fisici ma ora sono pronti e allineati ai nastri di partenza. Il tennis ha tanto bisogno di loro, della loro classe, della loro personalità e, perché no, anche della loro rivalità. Ma che giocatori troveremo? Sapranno tornare i protagonisti di un tempo?

Federer è il re del tennis, un bene prezioso per questo sport ma ha 35 primavere abbondanti e non so quanto tennis gli rimanga: da lui (che è a caccia del 18° slam) in questo momento non mi aspetto molto, avrà bisogno di mettere tante ore agonistiche di campo prima di tornare ad esprimere il suo miglior tennis, se in Australia arriverà agli ottavi sarà già un successo, poi lì troverà Murray e dovrebbe essere disco rosso. Per lo svizzero però il clou del 2017 arriverà tra giugno e agosto con Wimbledon e gli Us Open, per quel periodo me lo aspetto tonico, protagonista e in grado di dare la caccia agli unici due slam che oggettivamente (per caratteristiche delle superfici) può ancora vincere. E sarebbe un ulteriore gemma della sua straordinaria carriera.

Per quanto riguarda Nadal va detto che anche lo spagnolo sta uscendo da un tunnel di infortuni a catena lungo due anni. Tante volte in passato lo hanno dato per finito e tante volte ha smentito i suoi detrattori. Vedremo che Nadal sarà. Non è molto in là con gli anni, ne ha 30, ma lui che ha sempre puntato sullo strapotere fisico e agonistico per avere la meglio sugli avversari sembra dover ineluttabilmente fare i conti proprio con un corpo spremuto fino all’ultima goccia da tante battaglie con Federer, Djokovic e gli altri. Ora siamo arrivati alla stagione spartiacque: o Rafa torna protagonista, cioè capace di vincere i grandi tornei, o sapremo che ha veramente imboccato il viale del tramonto per via di un fisico che non risponde più alle sollecitazioni come accadeva un tempo. A sentire le dichiarazioni e le interviste che ha rilasciato sembra determinato e convinto di poter fare bene per ancora un po’ di anni, difficile dirlo ma ormai ci siamo, la parola passa al campo che, come sappiamo, non mentisce mai.

Altro motivo di grande interesse per l’anno tennistico che sta per iniziare è la fresca rivalità tra Murray e Djokovic. Si scontrano da quando erano juniores ma ora è diverso perché sono il numero uno e due del mondo. Andy Murray dopo una lunga rincorsa si è preso il trono del tennis maschile sorpassando il serbo. Il 2016 per lui è stato magico, ha vinto uno slam, è primo in classifica, si è sposato ed è diventato papà. Ora tutti lo attendono al varco perché è atteso al definitivo salto di qualità: sono curioso di vedere se lo scozzese ha tenuta e qualità psichiche per reggere la pressione da numero uno del mondo e fare tutta una stagione da primo della classe, come in passato hanno saputo fare i suoi rivali (Federer, Nadal e Djokovic). E’ una scommessa, se sarà vincente ci sorprenderà. Anche su Djokovic il 2017 ci dirà moltissimo: nel 2016 il serbo ha avuto un comprensibile calo di concentrazione. Un calo minimo dopo sette anni a grandissimo livello e manifestatosi a partire dallo scorso giugno quando ha (finalmente) vinto il Roland Garros (l’ultimo slam che mancava al suo palmares) realizzando il “career slam”. Quest’anno ha cambiato il super coach, non ci sarà più Becker che tanto gli ha dato, perché aveva bisogno di nuove motivazioni. Sarà un anno di transizione o il serbo saprà riprendersi immediatamente il vertice del ranking mondiale? Tutto dipenderà dalla sulla tenuta mentale, se ritroverà la sua proverbiale cattiveria agonistica allora per i suoi rivali sarà durissima.

Il terzo e ultimo punto di queste riflessioni di inizio stagione riguarda i giovani. Una nuova generazione di atleti che già da un paio di anni si è affacciata a grandi livelli. Sono in rampa di lancio, hanno fatto vedere di avere, che anche se ad intermittenza, la classe e le capacità per entrare stabilmente tra i top ten e insidiare veramente i “Fab four”. Mi riferisco ai vari Raonic, Thiem, Nishikori, Zverev, Kyrgios, Coric. Sono capaci di tutto sia in termini positivi che negativi: da loro ci aspettiamo tanto e con loro siamo esigenti e molto critici proprio perché sappiamo che possono fare molto di più di quanto fatto finora. Auspico che questa stagione per loro non sia l’ennesimo anno di transizione.