Cruijff, il profeta del calcio moderno

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In questo 2016 ci ha lasciato un grande personaggio, uno che ha cambiato in meglio la storia del calcio, Johan Cruijff è stato il prototipo del giocatore universale e moderno, un grande innovatore prima come giocatore poi come allenatore e dirigente. E' stato un autentico big bang perché il calcio così come lo vediamo oggi è figlio delle sue intuizioni, uno che fa parte di diritto della ristrettissma cerchia dei più grandi di tutti i tempi come Pelè, Di Stefano, Maradona, Messi e appunto lui, "l'olandese volante".

Gli addetti ai lavori sapevano che la fine era vicina ma da quando la notizia ha iniziato a girare la tristezza, l'emozione e i tanti ricordi hanno preso il sopravvento: Johan Cruijff, la leggenda, il "profeta del goal", il mito di più generazioni, insomma uno dei più forti giocatori di pallone di tutti i tempi, ha perso la battaglia con un cancro al polmone, una delle pochissime sfide che nella sua vita non è riuscito a vincere.

Quando è apparso sui palcoscenici internazionali ha fatto subito strabuzzare gli occhi ed emozionare per le sue qualità, le movenze, l'eleganza, le capacità tecniche e la "tigna" finalizzata al risultato. Il "profeta del goal" era uno che voleva proporre bel calcio ma voleva sempre vincere, quindi l'estetica applicata al risultato, il massimo per noi spettatori, anche quando le sue giocate si abbatevano contro le squadre per cui tifavamo. Ho ancora un ricordo nitido della sfida tra Italia e Olanda del 1976 (valida per gli Europei del 1976 con la fase finale disputata in Jugoslavia) quando con due finte di corpo fece passare la palla tra le gambe di Juliano e volò via leggiadro verso la porta mentre il nostro giocatore si ritrovava con le terga per terra senza averci capito nulla.

Ma era impossibile non ammirarlo, Cruijff è stato l'Elvis Presley del calcio, il Pelè bianco che aveva ed ha ancora fan in ogni angolo del mondo, chi lo ha visto ha potuto testimoniare direttamente, gli altri, le nuove generazioni, possono solo ascoltare i nostri racconti o andarlo a vedere attraverso youtube e i vecchi filmati, e se lo faranno non se ne pentiranno.

Cruijff è stato un big bang che ha sconvolto i canoni del calcio, gioco che in un amen di fronte a quell'Olanda e al suo condottiero si rivelava vecchio e stantio e fermo agli anni quaranta. Si perché dalla fine degli anni sessanta è stato proposto un "qualcosa di diverso", di rivoluzionario: a lui dobbiamo il calcio totale, un marchio made in orange o, meglio, made in Johan Cruijff. D'improvviso, rispetto a moduli bloccati e ruoli rigidamente assegnati ci siamo ritrovati di fronte ad un nuovo modo di giocare che ha stravolto e scardinato completamente l'atteggiamento e i canoni di un calcio che in un amen era diventato vecchio e stantio di fronte allo spettacolo offerto dagli olandesi, spettacolo reso possibile da una grande organizzazione di squadra con 10 giocatori che si muovevano armonicamente tutti insieme, con grandi capacità tecniche e altrettanto grandi capacità di corsa. Cose che sembrerebbero normali ora ma erano rivoluzionarie come il rock all'epoca.

L'uomo Cruijff ha aperto nuove vie nel calcio anche come allenatore e dirigente e sempre da vincente. Da grande perfezionista qual era ha imposto alla dirigenza del Barcellona un metodo che a distanza di anni abbiamo visto quanti frutti ha dato. Fu lui infatti a decidere come realizzare e gestire quella che è diventata la "Cantera" più famosa del mondo. Ci macherà tantissimo.