Dakar, Peterhansel e Benavides vincono l'edizione 2021. Franco Picco è leggenda

A 30 anni dalla sua prima vittoria in moto, Stéphane Peterhansel si ripete vincendo la Dakar anche in macchina. Kevin Benavides fa la storia diventando il primo vincitore sudamericano nella categoria delle moto. Tra gli italiani il più veloce è stato Cesare Zacchetti 38° ma è Franco Picco ad impressionare, a 65 anni è 43° alla sua 30esima presenza al rally più duro del mondo, 36 anni dopo il debutto nel 1985.

Fabrizio d'Andrea (ph. credit ASO/A.Vincent DPPI - C.Lopez DPPI - G.Epifanio Fotop)

(17/01/2021) Cala il sipario sull'edizione 2021 della DakarDopo 12 tappe e oltre 8.000 chilometri percorsi complessivamente dal 3 gennaio, 200 veicoli (dei 286 presenti al prologo) hanno tagliato il traguardo della 43a edizione del rally più difficile del mondo, per la seconda volta organizzato esclusivamente in Arabia Saudita. Le dune, le buche, gli errori di percorso ma anche gli infortuni e i guasti: non sono mancati gli ingredienti tradizionali di questa corsa, elementi che hanno fatto "grande" questo appuntamento ergendolo a uno tra gli eventi più importanti del calendario sportivo di ogni anno. L'edizione 2021 ha dato spettacolo, preoccupato, intristito e poi esaltato perché i piloti in gara hanno dato il meglio mostrando grandi capacità di guida in condizioni estreme. Poi alla Dakar nulla è scontato e come tutti sanno le classifiche vengono ribaltate anche all'ultimo giorno di gara.

Nella classifica generale finale troviamo 64 motociclette, 11 quad, 50 auto, 43 veicoli leggeri e 32 camion. A questi si aggiungono i 16 veicoli che arrivano a Jeddah con la formula Dakar Experience (fuori classifica). Infine, la categoria Dakar Classic, che ha accolto per la sua prima edizione 24 veicoli del XX secolo, I quali si sono dati battaglia in una gara di regolarità vinta da Marc Douton su un buggy Sunhill.

Nota di merito assolutamente obbligatoria è per l'azzurro Franco Picco, a lui va il mio personale premio di MVP della Dakar 2021: a 65 anni compiuti il 4 ottobre scorso, ha portato a termine (e da protagonista) la sua avventura 36 anni dopo il suo debutto alla Paris-Dakar  del 1985. Ricordo a chi non ha dimestichezza con questa corsa che Picco ha gareggiato tra le moto che per regolamento è una competizione ancora più difficile visto che non è prevista l'assistenza di un meccanico.

E inizamo a festeggiare i vincitori. Nella categoria delle Auto “Monsieur Dakar è Stéphane Peterhansel. Nessun trionfo è facile alla Dakar, ma il francese di Échenoz-la-Méline ha dimostrato ancora una volta di essere un maestro del passato che ancora domina il presente. La concorrenza era agguerrita alla partenza, con molti partenti che dichiaravano guerra per la vittoria finale o anche solo per una razzia di vittorie di tappe. Tra questi Yazeed Al Rajhi,Sébastien Loeb, Giniel De Villiers, Martin Prokop, Yasir Seaidan, Mathieu Serradori e Bernhard Ten Brinke, tanto per citarne alcuni. Ma la classe di Peterhansel non ci ha messo molto ad emergere, già dalla terza tappa si è messo davanti e da lì in poi tutte le belle speranze di gloria dei sopra citati si sono ridotte a una lotta a tre tra gli occupanti del podio 2020. Carlos Sainz sulla distanza non è riuscito a tenere il ritmo indiavolato degli altri due, complici anche degli errori di navigazione. Il principale contendente è stato quindi Nasser Al Attiyah, l’unico veramente in grado di tenere il passo del francese vincitore, che ha dato il tutto per tutto collezionando anche ben sei vittorie di tappa sulle tredici disputate, contando anche il prologo. Peterhansel ne ha vinta solo una, la terz’ultima, che però è stata il colpo di grazia: 18’ di vantaggio messi insieme a gara quasi conclusa.

Categoria Moto. Consacrazione per Kevin Benavides. Il campione originario della  Provincia di Salta (Argentina) è maturato molto ed è finalmente arrivato alla consacrazione vincendo la Dakar al suo quinto tentativo. E' stato un trionfo tribolato perché a metà percorso Nacho Carnajo e Toby Price gli erano davanti e non sembrava possibile il recupero dell'argentino. Poi succede quello che succede spesso ad un rally così difficile come quello della Dakar: In un giorno due cadute mettono fuori gioco sia Carnajo che Price e così si è spalancata la strada per il titolo a favore del biondo Kevin. La fortuna è una componente fondamentale nella vita come nello sport ma va riconosciuto che comunque si tratta di un successo meritato visto il livello che Benavides ha espresso dal primo all'ultimo giorno. L’argentino ha poi continuato la gara in controllo, sfruttando le sue incredibili capacità di navigazione per rintuzzare agli attacchi di Sam Sunderland, che ci ha provato fino alla penultima tappa e Ricky Brabec, che ha finito a soli meno di 5’ da lui conquistando anche l’ultima tappa. Proprio sul finire di gara l’Americano ha assicurato a Honda la prima doppietta dai tempi di Cyril Neveu ed Edi Orioli nel 1987. 

Gli italiani. Folta la presenza di piloti nostrani anche se per un motivo o per l'altro (inesperienza, guasti, avversari più talentuosi o età avanzata) non sono stati in grado di competere per la vittoria.
Categoria MotoCesare Zacchetti svetta tra gli Italiani, Ceccare per gli amici, è stato l’Italiano più veloce della Dakar 2021. Iscritto con una KTM nella classe Original by Motul (riservata a piloti senza assistenza) ha condotto una gara regolare e precisa, condita sempre con il sorriso e la leggerezza di chi si sta godendo l’avventura. Finisce in 38° posizione della generale, 7° nella categoriaAd impressionare ancora di più è l’impresa di Franco Picco: partito con il numero del 65 “per ricordarmi la mia età” (cit.) conclude la Dakar 2021 in 11° posizione di classe (Original by Motul) e 43° nella generale. Zacchetti e Picco sono gli unici due italiani della categoria moto arrivati al traguardo, degli 11 partiti: Tiziano Internò, Francesco Catanese, Lorenzo Piolini, Giovanni Stigliano, Angelo Pedemonte, Maurizio Gerini, Davide Cominardi.

ClassicCarcheri/Musi trottano agili, Camporese/Fiori ritrovano il vecchio spirito. Al debutto nella nuova categoria inaugurata quest’anno, i due equipaggi italiani si difendono alla grande portando entrambi a termine la gara, pur non esenti da grattacapi. Regolari e precisi, Luciano Carcheri e Roberto Musi hanno faticato un po’ all’inizio a trovare il ritmo giusto, specialmente con le note di navigazione, ma si sono messi presto in carreggiata e hanno fatto onore all’iconico Nissan Patrol che portavano in gara. Per loro un 7° posto finaleRoberto Camporese e Umberto Fiori sono venuti alla Dakar per ritrovare lo spirito dell’avventura e hanno trovato pane per I loro denti: la Peugeot 504 pick up con la quale sono partiti ha dato problemi meccanici già alla prima tappa, costringendoli a rivolgersi a meccanici locali per due giorni di riparazione. Raggruppati con la truppa a Riyadh si sono rimessi in gara e hanno portato a termine la corsa.

Veicoli Leggeri: 2 a 1 (e una nota di merito). Due su tre: ecco il bilancio degli Italiani alla Dakar nella categoria side by sideIl duo rosa Liparoti//Fischer non si è distinto solo per il colore estroso del veicolo ma anche per regolarità e precisione. Per loro un 16° posto dei categoria che vale due bei sorrisi. Un’ottima prova anche per il debuttante Ferdinando Brachetti che, navigato dall’esperto forgiatore di talenti Rafael Tornabell, ha concluso la sua prima Dakar al 37° posto di categoria. Delusione invece per Michele Cinotto e Fulvio Zini, ritirati alla quarta tappa. Il veterano dei rally Paolo Ceci ha concluso la sua Dakar 2021 al posto nella categoria, come navigatore di Khalifa Al Attiyah, fratello del più famoso Nasser.
Camionla corazzata Orobica si infrange sulle dune Saudite. Un nulla di fatto per entrambi gli equipaggi fuori di scena già dopo la 3° tappa il trio Calabria, Calubini, Grezzini. Hanno resistito quasi fino in fondo i tre del secondo camion (Verzeletti, Fortuna e Mutti), ma anche nel loro caso I sogni di gloria si sono sgonfiati prima delle ultime tappe.

Fabrizio d'Andrea Sport per Passione (© riproduzione riservata)