Doping, Russia fuori Schwazer rischia

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Credit www.fidal.it  Foto Agenzia Colombo

Lo sport mondiale è sempre più nel caos sono infatti sempre più diffusi casi di doping scoperti a pochissimi giorni dall'apertura dei giochi oolimpici di Rio. Tra casi vecchi e nuovi si ha la sensazione di un malcostume difficilmente arginabile, anzi. E' storia di questi giorni che il Tas (Tribunale Arbitrale dello Sport) ha respinto il ricorso di 68 atleti russi, compresa la campionessa dell'asta Isinbayeva, che si opponevano all'esclusione dell'intera squadra decisa dalla Iaaf. Poi c'è il nostro Alex Schwazer, è in fibrillazione per capire quale sarà la sua sorte e se potrà partecipare o no ai prossimi giochi. L'altoatesino dovrà attendere la decisione del Tas, che però ci sarà solo il prossimo 4 agosto: cioè due giorni prima dell'apertura dei Giochi. Ma come se non bastasse emergono altre tristi novità. Si tratta di 45 atleti che hanno partecipato alle olimpiadi di Pechino 2008 e Londra 2012 risultati positivi nei nuovi test, lo ha reso noto il Comitato olimpico internazionale (Cio). Quindi in riferimento a Pechino 2008 sono stati rilevati 30 nuovi casi di positività in quattro sport fra atleti provenienti da 8 Paesi: di questi, 23 hanno conquistato medaglie. Il Cio comunque ha precisato che per l'edizione dei Giochi di otto anni fa si tratta di risultati anomali "provvisori". I nuovi casi legati alle Olimpiadi di Londra sono invece 15, in due discipline e riguardano atleti di ben 9 Paesi.

Il bilancio si fa sempre più rosso: dopo le prime due ondate di nuovi controlli sui campioni di Pechino e Londra, sale così a 98 atleti positivi. Questo perché la prima ondata di controlli aveva portato alla luce altri 53 casi di positività (30 a Pechino e 23 a Londra). Il meccanismo di controllo fortemente voluto dal CIO (Comitato Olimpico Internazionale) è questo: sulla base dei più recenti metodi di analisi scientifiche sono stati nuovamente analizzati 1243 campioni prelevati nelle ultime due edizioni dei Giochi. Il pugno duro del CIO è un passo in avanti importante, a tutti gli atleti che hanno violato le norme antidoping sarà vietato competere alle Olimpiadi di Rio". La procedura dei nuovi controlli su Pechino e Londra continuerà con altre due fasi, fino a dopo le Olimpiadi brasiliane al via il 5 agosto

Difficile essere meravigliati per tutti questi casi di doping scoperti nello sport agonistico, ancora più difficile essere sorpresi per quanto è successo nell'ambito dell'atletica leggera russa (quì siamo saliti di livello con l'accusa di doping di Stato). E' poi estremamente difficile pensare che quel che è venuto a galla non sia solo la punta dell 'iceberg di un mondo, quello sportivo, che fa sempre più fatica a coniugare prestazioni e legalità. Troppi gli interessi in campo, troppi i soldi che girano. Nessuno può affermare che sia facile battere le pratiche illegali: sappiamo bene che nello sport la vittoria è diventata più importante dell’aspetto sportivo per via del giro di affari che riesce ad alimentare e per il settore delle scommesse illegali che lo alimenta.

Per questo il doping spesso anticipa l’antidoping e lo fa proprio potendo contare su una quantità sproporzionata di risorse finanziarie a suo favore. Se vogliamo che lo sport torni ad essere un modello positivo di valori c’è bisogno di un cambio di passo culturale a tutti i livelli, dai vertici del Comitato Olimpico a quelli di tutte le federazioni nazionali fino alle famiglie degli atleti, solo così si riuscirà a riportare quella pulizia che a parole tutti vogliono.