Dura lezione dal Galles, Italia KO 7-33

Buon primo tempo degli azzurri chiuso avanti 7-3 con una bella difesa e un rugby solido ma nel secondo tempo i Dragoni Rossi alzano il ritmo e per l'Italia, troppo indisciplinata e fallosa, è buio pesto.

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Troppo più forte il Galles, troppo indisciplinata l'Italia che ha una buona organizzazione difensiva ma non ha ancora sviluppato un gioco d'attacco che le possa permettere di vincere partite di questa importanza. La sintesi di questa prima “battaglia” del Sei Nazioni è tutta qui, ci siamo illusi nel primo tempo ma la verità è che siamo riusciti ad imbrigliare i gallesi (oltre che per meriti dei ragazzi di O’Shea) grazie alla pioggia che ha appesantito il campo e ha favorito la partita difensiva impostata dagli azzurri.

Analizzando il match va riconosciuto che gli azzurri hanno fatto un ottimo primo tempo, chiuso in vantaggio 7-3 grazie ad una difesa dura ed efficace e ad un rugby semplice ma concreto: l'Italia ha dominato la mischia e quelle poche volte che è entrata nei "22" avversari ha fatto una meta e creato un paio di occasioni per incrementare il punteggio. Nella prima frazione di gioco sono stati bravissimi Padovani, Bisegna, tutto il pacchetto di mischia e l’inossidabile Parisse ma una menzione è per Edo Gori che ha siglato la meta azzurra.

Poi dopo l'intervallo non c'è stata storia, troppo più forte il Galles (sia nei singoli che nell'organizzazione complessiva) che ha innalzato il livello di gioco ed ha iniziato a macinare folate offensive che pian piano hanno piegato la linea difensiva italiana fino poi a farla crollare. E’ cambiata subito l’inerzia della partita grazie a due punizioni regalate, nel giro di due minuti, dai nostri con i “rossi” che si sono liberati mentalmente e hanno prodotto il loro miglior rugby. E’ finita per 3 mete a una ma il punteggio poteva essere anche più pesante con il Galles che ha continuato a giocare forte fino all’ultimo secondo perché voleva portarsi a casa la quarta meta e ottenere il bonus. Tra i dragoni i migliori sono stati Leigh Halfpenny (l’estremo è stato chirurgico nel tirare i calci di punizione senza sbagliarne alcuno), Jonathan Davies e Lian Williams (mete, corsa e tanta concretezza da parte dei due).

Note stonate di questo incontro l’indisciplina della squadra italiana e le carenze nel gioco offensivo. Per quanto riguarda la prima è inspiegabile quanto abbiamo visto oggi in campo, l’Italia non può e non deve regalare punti facili ai suoi avversari: tante, troppe, punizioni (13) evitabili con una linea difensiva quasi sempre pericolosamente vicina all’off-side. Lo hanno ammesso nelle interviste a bordo campo (del dopo partita) si il CT Conor O’Shea che il capitano Parisse speriamo che la lezione serva per le prossime partite. E’ una carenza grave che nel primo tempo non abbiamo pagato perché i dragoni sceglievano di tentare la via della meta ma nel secondo tempo i nostri avversari non ci hanno fatto più regali e hanno ribaltato la partita.

Poi bisognerebbe parlare delle difficoltà dei “nostri” nell'imbastire un gioco d’attacco di qualità. E’ un nostro problema atavico e da quando siamo stati ammessi nel torneo (dal 2000) non è che siamo troppo progrediti e, diciamocelo chiaramente: finché non lo risolveremo scordiamoci di affrontare ad armi pari Francia, Inghilterra, Galles, Irlanda e Scozia. Sappiamo che con il nuovo CT Conor O’Shea l’Italia lavora tanto, bene e cura i dettagli, questa è solo la prima partita ed è giusto avere pazienza sperando che già sabato prossimo contro l’Irlanda si possano vedere dei progressi.