Europei di nuoto, l'Italia trascinata dai giovani vince 6 ori, 12 argenti e 18 bronzi

L'Italia è prima nella classifica per Nazioni grazie al ricambio generazionale che ha portato in squadra i vari Simona Quadarella, Ilaria Cusinato, Margherita Panziera e Alessandro Miressi. Da settembre inizieranno a preparare le Olimpiadi di Tokyo 2020, e Federica Pellegrini dovrà decidere se continuerà a gareggiare nei 100 stile libero dove non è competitiva o tornare ai suoi amati 200 e provare a fare un difficilissimo colpaccio.

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Fabrizio d'Andrea

(11/08/2018) Per cominciare il bilancio, l'Italia chiude questa rassegna con 6 ori, 12 argenti e 18 bronzo. Numeri che non hanno bisogno di interpretazioni, esame superato con lode per l'Italia che chiude l'Europeo in Scozia al primo posto nella classifica per Nazioni. E questo è il primo dato da considerare, a conferma di quanto sostenevo da tempo: la nazionale di nuoto in vasca è la più forte che abbiamo mai avuto perché ha delle eccellenze praticamente in tutti gli stili. C'è una profondità di valori del movimento natatorio azzurro che ora inizia a dare i suoi frutti. Tutto merito dell'ottimo lavoro fatto dalle singole società sportive, a livello territoriale, in sinergia con la programmazione stabilita dai tecnici federali, a livello nazionale.

La seconda considerazione da fare è che i giovani (tutti tra i 17 e i 23 anni) si sono “presi” la nazionale: sono tanti, forti, sfrontati il giusto, pieni di talento e ci potranno dare delle belle soddisfazioni alle prossime olimpiadi di Tokyo e anche (anzi direi soprattutto) nel quadriennio successivo. E' in atto un cambio generazionale piuttosto profondo che dà sostanza e forza a questa squadra che non dovrà più contare sempre e solo sulle prestazioni dei big Paltrinieri, Pellegrini, Scozzoli, Codia e Detti.

I nomi degli enfant prodige sono ormai sulla bocca di tutti: Simona Quadarella (una vera cannibale nel mezzofondo, e con la tripletta 400-800-1500 ha lanciato la sfida anche alle rivali degli altri continenti, a partire dalla super campionessa americana Katie Ledecky), Ilaria Cusinato che ha fatto tremare anche la pluricampionessa Katinka Hosszu. Occhio a questa ragazza perché l'Italia non ha mai avuto una mistista così forte – sia nei 200 che nei 400 – e vi assicuro che la veneta ha ampi margini di miglioramento davanti a se. Poi c'è Margherita Panziera che ha risolto i problemi emotivi e in un anno ha tirato giù 3 secondi (dico 3 secondi eh!) nei 200 dorso (2'06”19) cosa che la porta ad essere tra le 5/6 più forti del mondo. Ma lei sarà competitiva anche nei 100 dorso e può dare un'ottima mano in tutte le staffette (anche alla derelitta 4x200 sl femminile). Per non parlare di Alessandro Miressi che (nel solco di una tradizione partita da Magnini e proseguita da Dotto e Orsi) ha vinto d'autorità e con un tempone (48”04) la gara regina: i 100 stile libero, dominandoo la gara dalle batterie alla finale. Ma Miressi ha messo giù prestazioni monstre anche nelle staffette dando così un grande contributo al bottino complessivo del nostro medagliere. Come non considerare Andrea Vergani che nella velocità pura (50 sl e farfalla) ha fatto vedere di avere un futuro luminoso davanti. Quindi Federico Burdisso che alla prima sua gara tra i grandi (cioé tra i senior) si è preso il bronzo nei 100 farfalla e Thomas Ceccon che per la prima volta si è cimentato con i grandi e ha fatto una buona esperienza. Infine ma non perché meno importante vi segnalo Matteo Restivo, il 23enne di Udine tesserato per i carabinieri ha vinto il bronzo nei 200 dorso ma lui ha uno storia (forse poco italiana) che vale la pena raccontare: nuota e studia. E' al terzo anno di medicina e “da grande”vuole fare il cardiologo quindi alle vasche in piscina alterna la presenza in corsia all'ospedale per fare la pratica. Tutti i giorni nuota e studia e fa tirocinio. Da prendere come esempio.

A proposito di terribili giovani a Glasgow mancava Nicolò Martinenghi. Un grande ranista che sta superando i problemi fisici che lo hanno momentaneamente allontanato dalle gare. Vedrete che dal prossimo anno tornerà più forte di prima e farà una gran coppia con Scozzoli.

Giovani a parte questo Europeo ci ha detto che Fabio Scozzoli è tornato a grandi livelli, nei 50 e nei 100 rana, dopo un buco nero (dovuto a sfortuna ed errori suoi) durato 6 anni. Praticamente un miracolo sportivo visto che ha 30 anni. Ma ci ha detto pure che Gregorio Paltrinieri è stato sfortunato perché piegato da un virus influenzale che non gli ha consentito di essere al 100%. Per un campione come lui un argento e un bronzo rappresentano un bilancio appena sufficiente ma può succedere nell'arco di una carriera. Il problema è un altro, da Glasgow torniamo tutti con la stessa convinzione: l'azzurro dovrà lavorare tanto in vista delle olimpiadi del 2020 perché gli avversari stanno crescendo enormemente e vanno davvero forte. Altro giro altra pagina, parliamo di Piero Codia che ha finalmente trovato l'equilibrio psico-fisico giusto per esprimere al meglio le sue potenzialità: il 28enne piemontese vince l'oro nei 100 farfalla con 50”64, un tempone che sbriciola il record italiano e, soprattutto, è l'ottava miglior prestazione di tutti i tempi in questa specialità. Semplicemente fantastico. Speriamo che da Glasgow torni un Codia nuovo, meno umile e più sfrontato. Auspico che questo oro gli dia la giusta scintilla per credere in se stesso perché ha un grande talento e se ne deve convincere.

Sempre in tema di vecchia guardia ricordo a tutti che la "campagna di Glasgow" l'abbiamo combattuta senza due pezzi da novanta quali Gabriele Detti e Silvia Di Pietro che sono mancati tanto a questa nazionale e che aspettiamo a braccia aperte. Nell'analizzare questi europei non possiamo evitare di parlare del "caso" Federica Pellegrini finita quinta nella finale dei 100 stile libero. L'azzurra deve prendere una decisione per preparare bene i prossimi due anni di gare, è evidente che "la divina" nei 100 stile libero sia migliorata ma non potrà mai essere una fuoriclasse. A Glasgow è arrivata in finale per il rotto della cuffia e ai mondiali del prossimo anno (in Corea) e alle olimpiadi (Tokyo 2020) tra due anni troverà le migliori sprinter del mondo (americane, australiane, cinesi ecc) e sarà davvero difficile per lei anche solo qualificarsi per la finale. Vale la pena continuare su questa strada? Mmmhhh difficile.

Dunque siamo di fronte ad un bel dilemma, cosa farà “la Fede”? Tornerà ai 200 che l'hanno fatta grande negli ultimi 14 anni? Non è facile decidere, la Pellegrini sa bene che anche in questa specialità farebbe grande fatica ad essere competitiva perché le avversarie sono fortissime, tante e molto più giovani di lei (ahinoi gli anni passano anche per Federica). Dunque non ci resta che aspettare ma voglio ribadirlo, a fine settembre conosceremo le sue intenzioni e qualsiasi decisione prenderà noi saremo con lei, se lo è ampiamente meritato per tutto quello che ha dato a questo sport.

L'ultima considerazione che voglio fare riguarda proprio la programmazione dei prossimi due anni. Il momento è delicato perché da settembre prossimo (2018) si inizierà a lavorare per le olimpiadi di Tokyo (2020) anche se ad agosto 2019 ci saranno i mondiali in Corea dove in molti (soprattutto team colossi come Cina, USA e Australia) faranno le prove generali per l'anno successivo. La FIN ((Federazione Italiana Nuoto https://www.federnuoto.it/) dovrà fare le scelte giuste per finalizzare al meglio la preparazione degli atleti/e e portarli al 100% all'appuntamento sportivo più importante. Non è un lavoro facile ma il Direttore Tecnico azzurro Cesare Butini e gli altri tecnici azzurri hanno già dimostrato di avere esperienza e intuito per guidare al mmeglio questa strada. Ma su questo punto ci ritorneremo presto.

Da Glasgow è tutto, saluti da “Sport per Passione”

Fabrizio d'Andrea (© riproduzione riservata)