Siglato l'Accordo tra la FIS e la FISDR

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Credit Federazione Italiana Scherma

Un importante passo in avanti verso la civiltà, lo sport italiano ancora una volta dà dimostrazione di buon senso dimostrandosi più attento alle evoluzioni della società di gran parte delle istituzioni. E' successo che la Federazione Italiana Scherma apre le sue porte anche ai soggetti con disabilità mentale, permettendone la pratica sportiva in tutte le sale scherma del territorio italiano. Dunque si azzerano le differenze e si allarga la famiglia della scherma italiana. Tutto questo è realtà grazie all'accordo siglato questa mattina, a Roma, tra FIS e FISDIR (Federazione Italiana Sport Disabilità Intellettiva e Relazionale), un protocollo d'intesa segna infatti le tappe che renderanno reale questa sinergia.

L'accordo sottoscritto dal Presidente federale, Giorgio Scarso e dal vertice della FISDIR, Marco Borzacchini, prevede diversi ambiti d'azione. Innanzitutto, la FederScherma assume la delega alla gestione dell'attività delle persone con disabilità intellettiva, favorendone la partecipazione alle attività ed alle competizioni nazionali ed internazionali, laddove i regolamenti lo permettano.

La Federazione Sport Disabilità Intellettiva Relazionale fornirà poi alla FederScherma tutto il supporto sia per la classificazione internazionale degli atleti, che per quanto concerne la formazione dei tecnici, soprattutto per ciò che concerne l'approccio metodologico degli insegnamenti tecnici e relazionali.

Inoltre, il protocollo d'intesa prevede l'avvio di attività di sostegno allo sviluppo della cultura sportiva tra le persone con disabilità intellettiva relazionale, promuovendo azioni di comunicazione ad hoc ed anche incentivando il coinvolgimento sul territorio.

"Quella di oggi è una data importante per la scherma italiana - ha detto a margine il Presidente federale, Giorgio Scarso -. Apriamo le nostre porte ai soggetti disabili intellettivi relazionali e lo facciamo sia per proseguire sul solco della percorso d'integrazione avviato già nel 2011 con la scherma paralimpica, ma anche perché era una richiesta avanzata da diverse società del territorio che hanno già testato la possibilità di avviare alla scherma giovani disabili intellettivi relazionali, siano essi autistici o affetti da sindrome di Down. Sta crescendo sempre più la sensibilità del nostro mondo a questi aspetti sociali e ciò deve essere motivo di orgoglio per la scherma italiana".