Impresa Nibali, suo il Giro d'Italia 2016

    Solo degli inguaribili ottimisti tre giorni prima della fine del Giro d'Italia più bello degli ultimi anni avrebbero dato qualche chance allo "squalo" delle due ruote. E in effetti dopo la cronoscalata, come lui stesso ha candidamente ammesso, nemmeno il campione di Messina avrebbe puntato degli euro sulla sua vittoria finale. Quest'anno Vincenzo Nibali ha sofferto, e parecchio, ha sbuffato, è stato messo alle corde da avversari tosti, è stato staccato in salita (non eravamo abituati a vederlo arrancare sul suo terreno preferito), ma è riuscito a tirare fuori la "zampata del campione", quella che gli avversari non si aspettano e che però è stata decisiva per vincere il suo secondo Giro (il primo lo vinse nelo 2013). Certo è stato anche fortunato perché l'olandese Steven Kruijswijk meritava anche lui di vincere questo Giro e senza la caduta nella discesa del Colle dell'Agnello sarebbe stata durissima batterlo.

    Come detto sembrava morto ma nessuno aveva fatto i conti con la sua forza di volontà e con la voglia di soffrire pur di andare a prendersi un nuovo trofeo. Quello che ha fatto Nibali nelle ultime due giornate rimarrà in modo indelebile nella memoria di tutti noi spettatori. Dopo tante giornate di patimento, all'improvviso, sono tornate forza e convinzione ed è iniziata la sua rimonta: quasi come fosse un film con una sceneggiatura già scritta, che prevede si la vittoria del campione ma solo all'ultimo respiro tra l'incredulità e l'entusiasmo dei tantissimi tifosi schierati sulla strada e trepidanti davanti alla televisione.

    Quindi enormi complimenti a Nibali perché il campione si vede proprio da come esce da situazioni difficili è però doveroso sottolineare il grande merito del direttore sportivo dell'Astana Giuseppe Martinelli, che ha guidato in modo impeccabile la squadra mettendo in atto una strategia impeccabile. Altrettanto doverosa è la menzione alla squadra di Nibali, il team Astana è uno squadrone, pronto ad affrontare tutte le situazioni e gli imprevisti di una corsa che dura ben tre settimane: un nome per tutti è Michele Scarponi, sempre al fianco del suo capitano, determinante per fare selezioni nelle due tappe alpine (quelle decisive) è intelligente al punto di sacrificare una sua vittoria pur di far prevalere il bene della squadra e del suo amico/capitano.

    Questo successo consolida in modo importante il palmares del siciliano, già vincitore di Tour de France e della Vuelta, ora per questo 2016 il siciliano ha un sogno: la medaglia d'oro olimpica. Per questo ha già programmato un periodo di riposo e poi la ripresa, che sarà graduale in modo da consentirgli di fare la sua parte, questa volta da gregario di lusso, al Tour e quindi di arrivare al meglio della condizione ai Giochi Olimpici di Rio de Janeiro.