Italia Ko ma con onore,gli inglesi soffrono

Azzurri in partita per 70 minuti. Geniale la trovata che destabilizza l'Inghilterra: gli azzurri, su palloni in ruck, non contestano il breakdown, salgono alti, al limite del fuorigioco e chiudono le linee di passaggio.

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Non vincenti ma entusiasmanti. Bella Italia stavolta e va riconosciuto ai giocatori e allo staff tecnico che hanno tirato una prestazione enorme proprio in casa della formazione più forte del mondo a parte gli All Blacks. Tanto coraggio, difesa e una trovata tattica che ha destabilizzato la nazione che ha inventato questo sport. L’Italia ha messo paura all’Inghilterra, si proprio loro che vorrebbero cacciarci dal torneo. E’ finita 36-15 (6 mete a due) ma per farlo i “Bianchi” hanno dovuto dare fondo a tutte le loro energie e a tutta la loro capacità atletica e organizzativa. Non credevamo ai nostri occhi, alla fine del primo tempo l’Italia era in vantaggio 5-10 con la metà marcata da Venditti. Non solo, gli azzurri erano fino al 70’ erano in partita (22-15) grazie a una meta da urlo di Campagnaro che da solo ha "bucato" almeno tre avversari. E chi l’avrebbe detto alla vigilia? Anche i più ottimisti attendevano con angoscia l’esito del test match e i bookmakers anglosassoni davano la “perfida Albione” vincente con almeno 68 punti di scarto.

Ecco, per raccontare questa partita vorrei soffermarmi proprio sulla strategia tattica studiata a tavolino  dallo staff tecnico O’Shea, Venter e Catt, una trovata che ha minato tutte le sicurezze dei giocatori di Sua Maestà. Ecco la mossa: gli azzurri, su palloni in uscita da ruck, non contestano il breakdown, salgono alti, al limite del fuorigioco e chiudono tutte le linee di passaggio. Gli inglesi non ci hanno capito nulla (e neanche i loro tifosi sugli spalti che fischiavano senza conoscere le regole), chiedevano più volte spiegazioni all’arbitro (il francese Poite) che, all’ennesima richiesta, spazientito rispondeva bruscamente: “io sono l’arbitro e non il vostro allenatore, chiedete a lui”. Vi assicuro una grande goduria per noi tifosi che non credevamo a quel che vedevamo in campo, i maestri inglesi presi per il naso con le regole che hanno inventato loro. Chi non era a Twickenham o non ha visto la partita in tv non può capire.

Cos’altro rimane di questa partita? Di positivo mi prendo il grande orgoglio messo in campo da tutti i giocatori entrati in campo, la solidità difensiva e due mete stupende: la prima per la prontezza e la capacità reattiva di Venditti che prende il pallone finito sul palo, dopo la punizione di Allan, la fa sua e bruciando gli avversari va a marcare. E, poi, la seconda, che è una autentica prodezza di Campagnaro (il migliore dei nostri) che, lanciato, supera tre avversari come birilli e zittisce di nuovo lo stadio. Di negativo i primi cinque minuti del secondo tempo. Una Italia troppo molle e distratta ha permesso all’Inghilterra di trovare in un amen due mete che ribaltano il risultato e dà loro sicurezza ed entusiasmo per andare a prendersi la partita.

E per finire la poca sportività degli inglesi. Loro non accettano mai di essere battuti o messi in difficoltà dall’Italia, soprattutto nel rugby, e certo non si aspettavano la lezione subìta ieri, ma un po’ di sportività in più non guasterebbe. Del tutto fuori luogo le parole del CT inglese Eddie Jones a fine match: "Per un tempo l'Italia non ha giocato a rugby, credo che sarebbe stato giusto restituire il costo del biglietto perché chi era venuto allo stadio voleva veder giocare.