Magnini saluta tutti e abbandona le gare: Ho fatto la storia, ora è tempo di lasciare

Campione del mondo per due volte (2005 e 2007) nella gara regina del nuoto, i 100 stile libero. Il pesarese dopo 27 anni di nuoto chiude la carriera con 54 medaglie vinte a livello internazionale, gli manca solo una medaglia olimpica individuale, avendo vinto il bronzo nella 4x200 sl di Atene 2004.

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Filippo Magnini abbandona le gare e lo fa a modo suo, a Riccione (ai campionati italiani assoluti in vasca corta) dopo la gara nei 200 sl esce dall'acqua e con un colpo di scena inaspettato da tutti anche dal suo allenatore (Claudio Rossetto) prende il microfono, si piazza al centro della vasca e annuncia il suo ritiro. Il resto lo potete immaginare, lacrime e commozione a valanga, increduli e storditi i suoi compagni di nazionale e lo staff tecnico, in molti faticavano anche a crederci ma ormai il dado era tratto: Pippo mette la parola fine ad una delle carriere più importanti per il nostro movimento, si perché "Re Magno" è stato il capitano di lungo corso della nazionale italiana nonché uno dei nuotatori più forti della storia del nuoto italiano.

A 35 anni dunque Magnini ha deciso di abbandonare le gare chiudendo una carriera davvero importante e, forse, monca per colpa dei famigerati "costumoni" (fatti in poliuretano), senza i quali avrebbe vinto molto di più (sicuramente due medaglie individuali alle Olimpiadi di Pechino 2008 e ai Mondiali di Roma 2009), ma di questo parleremo tra un po'. Dunque il pesarese ci aveva pensato già da tempo ma a Riccione è scattata la molla (forse complice il fatto che non ha staccato il pass per gli Europei in vasca corta di Copenhagen per il prossimo 13 dicembre): ha detto chiaramente che non ne aveva più, faticava troppo anche negli allenamenti, probabilmente più che il fisico ha ceduto la testa. La constatazione amara in questa ultima gara, i 200 sl dove è arrivato terzo dietro dietro due ragazzi, Megli e Lombini, che hanno ben 15 e 16 anni meno di lui. Colpiscono molto le sue parole, un misto di amarezza per il tempo che inevitabilmente passa e orgoglio per quello che ha saputo fare il 27 anni: " Lascio da capitano, da simbolo del nuoto italiano. Io spero di aver dato qualcosa a questo sport, di aver scritto una parte di storia". Tutto abbastanza vero direi.

La carriera di Pippo non lascia incertezze, è stato un grande nuotatore e un personaggio da copertina, un recordman in vasca e un guascone (ma con la testa) fuori. E' stato campione del mondo dei 100 stile libero per due volte consecutive (2005 e 2007), ha vinto 54 medaglie a livello internazionale e per tanti anni si è preso la nazionale sulle spalle facendo il trascinatore per tutto il movimento italiano. Era un agonista puro che si esaltava nelle gare importanti: nei testa a testa era letale anche con avversari tecnicamente più forti di lui. Un esempio per i più giovani che hanno sempre visto in lui una guida e un riferimento (guardate alle performace delle staffette), ma anche un amico cui chiedere consigli. Lui ha aperto la strada nella velocità italiana e dietro di lui sono arrivati i vari Dotto, Leonardi, Orsi e ora i giovani come Miressi e Vendrame.

Magnini ha vinto tanto, potremmo raccontare mille episodi ma è inutile girarci incontro nella sua carriera c'è un cruccio grande come una casa che gli è costato una medaglia individuale alle Olimpiadi di Pechino (2008) e ai Mondiali di Roma (2009). Due appuntamenti cui teneva tantissimo e che avrebbero potuto dare un lustro ben diverso alla sua carriera e al suo palmares. In quel momento era il velocista più forte al mondo o comunque tra i primi due/tre. Poi che succede?

Si inventano i costumi in poliuretano (chiamati "costumoni"), questi hanno cambiato la storia dl nuoto in quei due anni: ad ogni gara veniva stracciato un record del mondo perché quei costumi erano una sorta di doping tecnologico che favoriva e di tanto le prestazioni degli atleti. Ma favoriva soprattutto nuotatori di grande stazza fisica (super muscolosi per intenderci) che potevano nuotare su una specie di gommone che li teneva a fior d'acqua. In questi due anni sono arrivati alla ribalta una miriadi di velocisti super palestrati e per il nostro Magnini non c'è stato nulla da fare. In quelle condizioni gente come Bernard, Bousquet, Lazek ma anche Cesar Cielo e Sullivan erano impossibili da battere. Magnini è nelle retrovie sia a Pechino che a Roma, si rifà (parzialmente) con le staffette ma non è la stessa cosa. Poi la Federazione Internazionale Nuoto (FINA) capisce l'errore e torna indietro: i "costumoni" vengono vietati. Ma ormai il danno per Pippo era irrimediabile, ha perso la sua grande occasione perché il tempo passa e vengono alla ribalta nuovi campioni. Dal 2010 in poi il pesarese non riuscirà più a vincere Mondiali o Olimpiadi. Peccato, quello era il suo tempo e una scelta scellerata (della FINA) gli ha portato via le soddisfazioni che avrebbe meritato. Una ingiustizia che ha dovuto subire senza poter fare nulla. Da lì in poi Magnini continuerà a gareggiare vincendo e perdendo ma sempre a testa alta e credendo nel duro lavoro quotidiano. Filippo mancherà molto in vasca ma ha già ribadito che vuole rimanere nel movimento per dare una mano ai giovani, come è giusto che sia. Ora tooca alla Federazione Italiana Nuoto trovargli il ruolo più adegato.