Mondiali, bene Pellegrini e la Di Pietro

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Un oro, quattro argenti e due bronzi, questo è il bottino che porta a casa l’Italia del nuoto che ha partecipato ai mondiali in vasca corta 2016, che si sono svolti a Windsor in Canada. E’ stato il primo appuntamento internazionale del nuovo quadriennio olimpico, che ci porterà a Tokyo 2020. Il risultato complessivo non è esaltante ma questa volta le attenuanti ci sono tutte: dopo le belle prestazioni alle olimpiadi di Rio ripartire non è mai facile e bisogna mettere in conto che i ragazzi hanno appena iniziato a programmare la nuova stagione. E’ pure vero che molte nazioni hanno lasciato a casa i loro big ma è stato comunque un test importante.

Certo i nostri non hanno finalizzato la loro preparazione per questa manifestazione e il bicchiere è più mezzo vuoto che mezzo pieno. Partiamo dalle note positive, sicuramente Federica Pellegrini: la divina ha timbrato l’ennesimo successo e soprattutto ha conquistato un oro significativo per due motivi: primo perché era l’unico successo che le mancava e così il suo palmares è perfetto, secondo perché ha battuto Katinka Hossu, la donna di questi campionati che ha vinto 7 ori e un argento, eh si, l’unica a finirgli davanti è stata proprio la nostra Federica. Poi c’è Silvia Di Pietro, la romana torna con tre argenti e un bronzo conquistati sia con le staffette che individualmente grazie al secondo posto nei 50 stile libero, dietro la monumentale Kromowidjojo, condito con un tempone (23.90) che vale il record italiano. Giusta la sua felicità a bordo vasca: “sono felicissima, finalmente mi sono liberata di un peso – ha dichiarato la 23enne atleta alla prima medaglia individuale in carriera - essere seconda al mondo mi inorgoglisce e dimostra il buon lavoro svolto e la maturità raggiunta". Tra le note positive le staffette, sappiamo bene che la forza di un movimento è dimostrata proprio dal comportamento del gruppo, da questo punto di vista sia tra gli uomini che tra le donne siamo messi discretamente bene e il gruppo è fortemente unito e ci fa ben sperare per il futuro. E per finire Fabio Scozzoli. Il nostro ranista sembra riemergere da un periodo di crisi che dura quattro anni, tra infortuni e problemi vari abbiamo temuto di aver perso definitivamente questo atleta, ora c’è questo squillo del nuotatore forlivese che vogliamo prendere per buono auspicando un ritorno tra i protagonisti anche in vasca lunga: anche perché a livello internazionale la rana è cresciuta moltissimo di livello, gli avversari volano.

Ora le note negative. Qualche stecca imprevista ce stata, Dotto per esempio, il velocista azzurro è andato molto al di sotto delle aspettative anche se nei 100 stile libero è riuscito a scendere sotto i 47”, da lui però vogliamo molto di più. Poi i mezzofondisti. Gabriele Detti male. Il livornese non è mai stato in gara per una medaglia, troppo lontana la migliore condizione ma il ragazzo non ha messo scuse è sceso in acqua e ha dato quel poco che poteva. Quindi Paltrinieri. Il Greg nazionale ha vinto “solo” l’argento nella sua gara, i 1500, dove non perdeva da tre anni. E’ chiaro che non era al suo meglio ma è giusto pure riconoscere che ha incontrato un avversario molto forte e che aveva centrato la sua preparazione proprio in funzione di questi mondiali: il sudcoreano Park Tae Hwan ha infatti vinto l’oro nei 200, nei 400 e nei 1500 stile libero. Quindi tanti meriti a Park che nei 1500 ha stampato anche il nuovo record dei campionati mondiali in vasca corta con il tempo di 14’ 15” 51, record strappato proprio all’azzurro. Come è giusto che sia i tecnici federali hanno espresso soddisfazione per i risultati di Windsor, l’importante è che ci sia la consapevolezza che da ora non si può pi scherzare ma iniziare a lavorare a testa bassa perché gli altri volano.