Mondiali di Roma, non solo Vio e Sarri. L'Italia fa il pieno anche con le squadre

Grande successo per l'Italia, 11 le medaglie vinte (5 ori, 3 argenti e 3 bronzi). Per gli azzurri oltre che dalle punte conclamate, Bebe Vio e Alessio Sarri, le altre medaglie d'oro sono arrivate dalle gare a squadre, il fioretto sia maschile che femminile, e la sciabola maschile. Bene anche l'organizzazione dell'evento, tutto ha funzionato alla perfezione e il pubblico ha gremito gli spalti ogni giornata di gare.

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Credit Federscherma Foto BIZZI/FEDERSCHERMA

E' calato il sipario sui mondiali paralimpici di scherma. Una settimana indimenticabile per Roma e per gli amanti di questo sport, la competizione iridata è stata caratterizzata da grandi sfide, pathos e rivalità che hanno aggiunto sale alle capacità degli atleti schierati in gara. L'Italia esce magnificamente da questa settimana, ottima l'organizzazione dell'evento (tutto ha funzionato al meglio) e davvero significativi i risultati ottenuti dagli azzurri che si sono portati a casa 11 medaglie (5 d'oro, 3 d'argento e 3 di bronzo).

Ho voluto intitolare questo racconto "non solo Bebe Vio e Alessio Sarri" proprio a sottolineare che la nostra squadra ha un numero ampio di atleti/e in grado di andare a medaglia in ogni competizione internazionale. Dunque dalle pedane realizzate all'interno all'Hilton Rome Airport Hotel di Roma Fiumicino ne usciamo con la consapevolezza di avere un movimento schermistico tra i più forti al mondo, l'Italscherma paralimpica non vive solo sulle performance (per quanto straordinarie) di due fuoriclasse come Bebe Vio e Alessio Sarri ma dimostra di saper vincere anche nelle gare a squadre: e questo dà la misura di quanto siamo diventati competitivi: infatti abbiamo preso l'oro di squadra nel fioretto (sia maschile che femminile) e nella sciabola maschile mentre le donne della sciabola si sono dovute accontentare (si fa per dire ovviamente) dell'argento.

E allora diamo il giusto merito a tutti i medagliati: Alberto Pellegrini, Edoardo Giordan, Marco Cima che (insieme ad Alessio Sarri e al CT Marco Ciari) hanno vinto uno storico titolo iridato nella sciabola maschile. Poi il trio composto da Bebe Vio, Loredana Trigilia ed Andreea Mogos (guidate dal CT Simone Vanni) che ha conquistato l'oro nel fioretto a squadre femminile. Ma siamo campioni del mondo anche con la squadra maschile di fioretto con Matteo Betti, Emanuele Lambertini, Marco Cima e Gabriele Leopizzi. E poi è doveroso dispensare meriti e riconoscenza anche alla sciabola femminile. La squadra composta da Loredana Trigilia, Andreea Mogos, Marta Nocent e Rossana Pasquino è vice campione del mondo, la loro è stata una bella prestazione ma in finale sono state sconfitte da una fortissima 'Ucraina per 45-31 .

Nelle prove individuali invece, oltre ai due titoli vinti dalle nostre punte (Bebe Vio e Alessio Sarri) abbiamo Matteo Betti che ha conquistato l'argento nella gara di fioretto maschile categoria A. C'è tanto rammarico nelle parole del fiorettista azzurro che si è laureato vicecampione del Mondo dopo aver subìto la stoccata del 15-14 dall'ungherese Richard Osvath, capace di rimontare dal punteggio di 14-12 con cui Betti conduceva la fase finale dell'assalto. Poi c'è William Russo, sul podio nel fioretto maschile categoria C e Consuelo Nora che ha nella sua faretra due terzi posti, nel fioretto e nella spada femminile categoria C. Discorso che vale anche per Sarri che oltre ad essere campione del mondo della sciabola paralimpica Categoria B ha pure vinto l'argento nella spada maschile categoria B.

Dunque il bilancio finale non può che essere entusiasmante e bene ha fatto Luca Pancalli (Presidente del Comitato Italiano Paralimpico), nel commentare i campionati appena conclusi, a sottolineare a gran voce il livello raggiunto dai nostri atleti che ormai fanno incetta di medaglie sia a livello senior che junior. La nostra squadra è fatta da atleti/e fortissimi che hanno saputo coinvolgere gli spettatori scatenando anche entusiasmo. Tutti i meriti vanno divisi dal vertice alla base, dal presidente Giorgio Scarso al personale tecnico, dai preparatori agli atleti.