Mondiali nuoto: Italia record, 16 medaglie

Gli azzurri tornano a casa con un buon bottino, (4 ori, 3 argenti e 9 bronzi) vincendo nel nuoto (sia in acque libere che in vasca) e a sorpesa nel sincronizzato e nei tuffi. Male le due squadre di pallanuoto. I campioni hanno vinto, i giovani hanno fatto esperienza. Ora ci sono 3 anni per preparare Tokyo 2020.

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Credit FIN (foto Deepbluemedia by Giorgio Scala)

Cala il sipario sui Mondiali di nuoto di Budapest, due settimane di gare tiratissime che hanno visto l’Italia protagonista assoluta. Mai così bene ad un mondiale  i nostri portacolori che tornano a casa con 16 medaglie e il sesto posto nel medagliere generale, conquistando podi sia là dove stiamo sempre stati forti (nuoto in vasca e nelle acque libere) che in quelle specialità dove abbiamo meno tradizioni e allori, cioè nuoto sincronizzato e tuffi. Nello specifico il nostro medagliere recita: 3 bronzi nei tuffi, 2 argenti e 3 bronzi nel nuoto in acque libere, un oro e un argento nel sincronizzato (prima volta per noi), 3 ori e 3 bronzi nel nuoto in vasca.

Dunque, per la prima volta nella nostra storia agonistica abbiamo vinto un oro e un argento nel nuoto sincronizzato: Manila Flamini e Giorgio Minisini vincono la routine tecnica del duo misto grazie a "A scream from Lampedusa", esercizio che ha rappresentato il dramma e la speranza di tante famiglie che ogni giorno fuggono da guerra, fame e persecuzioni politiche e religiose. E sempre Giorgio Minisini con Mariangela Perrupato conquistano la medaglia d'argento nel duet mixed free Nel loro "Paradiso perduto" interpretano la storia di Adamo ed Eva, i progenitori dell'umanità, lasciando al pubblico la possibiità di scegliere il finale che desiderano.

Molto bene anche nei tuffi dove portiamo a casa 3 bronzi, specialità dalla quale ci aspettavamo meno dopo l’abbandono di Tania Cagnotto e il rinnovamento in corso anche nella squadra maschile: invece Alessandro De Rose, lo spettacolare angelo tra le nuvole del Danubio, bronzo dell'ultimo giorno dai 27 metri , poi, il trampolino da 1 metro ci regala le altre due medaglie con Giovanni Tocci e Elena Bertocchi. Ma i due hanno le carte in regola per diventare competitivi anche nel trampolino da 3.

La disciplina dove abbiamo primeggiato è, naturalmente, il nuoto in vasca. Tre ori (da 3 atleti diversi) e 3 bronzi. Non era mai successo nella nostra storia natatoria. Questo significa che le nostre punte (Pellegrini, Paltrinieri e Detti) sono una garanzia e sanno come vincere anche in contesti difficili come i mondiali e le olimpiadi. La Federica nazionale si conferma, se mai ce ne fosse stato bisogno, la più grande 200 stile liberista della storia: ha cominciato la sua carriera internazionale con l’argento alle olimpiadi Atene e non si è più fermata. Da 13 anni a questa parte ha conquistato 1 oro e un argento alle olimpiadi, 5 ori, 4 argenti e 1 bronzo ai mondiali (qualificata in 7 finali di fila) senza considerare altre manifestazioni (Universiadi, mondiali in vasca corta, europri ecc) stabilendo primati su primati, perdendo, qualche volta e resuscitando più forte di prima.

La Pellegrini ha emozionato i suoi tifosi. Quest’anno a Budapest era accreditata tra le più forti ma in pochi avrebbero scommesso sulla vittoria: invece anche questa volta ha sorpreso e dopo una rimonta incredibile (da vedere e rivedere gli ultimi 50 metri) si è messa alle spalle le sue avversarie che sono fortissime e molto più giovani di lei, compreso la “mostruosa” Katie Ledecky che da quando si è affacciata nel panorama internazionale (Londra 2012) non era mai stata battuta (18 ori per lei). Ora la veneta ha detto che non gareggerà più nei 200 stile libero ma si dedicherà alla velocità: ha sorpreso tutti ma è comprensibile, ormai va verso i 30 anni e rimanere al vertice nei 200 diventa proibitivo. Si dedicherà in modo specifico ai 100 ed è un po’ un ritorno al passato come voleva il suo primo (e sempre amato allenatore) Alberto Castagnetti. Sarà libera di divertirsi e vedremo dove la porterà il suo immenso talento.

Che dire di Paltrinieri e Detti. I due amici-nemici hanno dominato il mezzofondo: Greg ha vinto i 1500 (più il bronzo negli 800) e Gabriele gli 800. I due sono un fortissimo stimolo uno per l’altro e i risultati si vedono. Paltrinieri e Detti non sembrano avere rivali (specialmente da quando Sun Yang si dedica alla velocità) in grado di impensierirli. Ora è importante che il loro tecnico (Stefano Morini detto “Il Moro) li aiuti a non abbassare la guardia e proseguire nel percorso di crescita affinando le loro qualità e arrivare da vincenti alle prossime olimpiadi di Tokyo (2020). Fossi in Morini dirotterei Detti solo sui 400 e gli 800 e farei fare a Paltrinieri i 1500 e i 10 Km in acque libere.

Note negative di questi mondiali: la squadra ha mostrato dei giovani interessanti ma anche tante lacune. Abbiamo 3 anni di tempo prima delle olimpiadi di Tokyo 2020, spero quindi che i tecnici non perdano tempo e affrontino di petto i problemi perché il livello del nuoto internazionale è cresciuto tantissimo e noi non siamo pronti. Nella velocità (50-100-200) non siamo competitivi, stile libero o delfino cambia poco. Nei misti sono tantissimi anni che non presentiamo atleti da medaglia mondiale o olimpica. Ci difendiamo nella rana, molto meno nel dorso. Il fatto che il nostro movimento deve crescere tanto è dato dalle staffette: 4x100 e 4x200 stile libero, 4x100 mista e 4x100 stile libero mista (una novità voluta dalla Fina) le nostre non sono all’altezza di una finale mondiale.

Note positive: i giovani, bravissima la 18enne romana Simona Quadarella che ha vinto il bronzo nei 1500 e con l’esperienza fatta abbiamo capito che potrà fare tanta strada anche negli 800. Nicolò Martinenghi è arrivato da possibile medaglia (sia nei 50 che nei 100 rana) ma ha pagato lo scotto del noviziato. Tutta esperienza che porta a casa. Abbiamo trovato due giovani stile liberisti di valore, Alessandro Miressi e Ivano Vendrame, due 18 enni che se continueranno a lavorare duro potranno fare molto per la nostra velocità. Ottimi i risultati per Milli, Codia, Castiglioni e Panziera.

Italiani a parte questi mondiali hanno dimostrato grandi prestazioni e grandi risultati (molti i record del mondo battuti), quindi il nuoto è in grande crescita e che sono sempre di più le nazioni che presentano atleti in grado di vincere a livello internazionale.  L’uomo dei mondiali è lo statunitense Caleb Dressel: 7 ori per lui (primo nei 50 e i 100 stile e nei 100 delfino), ma c’è sempre Adam Peaty, il 23enne inglese che ha portato la rana su dimensioni inimmaginabili fino a due anni fa. Tra le donne le migliori sono sempre loro: Katie Ledecky (3 ori e 1 argento individuali), Sarah Sjostrom (3 ori e 1 argento individuali) e Katinka Hosszu (2 ori 1 argento e 1 bronzo individuali). Tre splendide atlete e tre dominatrici che faranno ancora tanto per questo sport.