Rafa batte Nole e torna Re di Roma ma sul torneo piovono critiche dai giocatori

Gli Internazionali di tennis si chiudono con un buon voto dal punto di vista tecnico ma un preoccupante cahiers de doleance da parte dei giocatori pesa sulle spalle di Federtennis e Organizzazione del torneo: tra le lamentele, la qualità della terra rossa (insufficiente un po' su tutti i campi), la disorganizzazione nella ospitalità dei team e nella schedulazione degli incontri. Dominic Thiem e Fabio Fognini i più severi.

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Servizio di Fabrizio d'Andrea ©

(19/05/2019) Anche quest’anno il torneo del Foro Italico ha lasciato il segno grazie alla migliore finale possibile, quella cioè tra il n.1 e 2 del mondo (Nadal e Djokovic giunti all 54^ sfida tra loro) e grazie ad alcune partite che hanno fatto davvero divertire tutti, sia gli spettatori sugli spalti che gli appassionati davanti alla Tv: su tutte il quarto di finale tra Djokovic e Del Potro (tornato a grandissimi livelli dopo 8 mesi di lontananza dai campi per l’ennesimo infortunio) – una battaglia di oltre tre ore di gioco -, la semifinale tra Djokovic e Schwrtzam e la finale appunto tra Nadal e il serbo: due fenomeni del tennis moderno che quando si incontrano “se le danno” di santa ragione. E poi come non accennare al match tra Coric e Federer, il 20 volte campione di Slam ha letteralmente infiammato il Foro tornando a Roma dopo tre anni e giocando in modo meraviglioso: le scene di delirio che ho visto a favore del grande campione di Basilea sono simili solo a quelle degli anni ’70 quando scendeva in campo un “certo” Adriano Panatta.

A parte il fattore tecnico c’è da registrare l’ennesimo successo di pubblico, anche quest’anno (come un po’ di tempo a questa parte) è stato battuto il record di presenze con più di 223 mila paganti: ed è un gran risultato che testimonia quanto attiri questo sport e la fame di tennis che c’è in Italia.

Tutto bene quindi “madama la marchesa”? Manco per niente. Il bilancio degli Internazionali d’Italia 2019 ha anche tanti buchi neri. Iniziamo dal presidente della Federtennis Angelo Binaghi, sempre troppo concentrato ad autoincensarsi e far vedere a tutti quanto è bravo ma che appena Roger Federer ha confermato la sua presenza a Roma ha pensato bene di far raddoppiare il costo dei biglietti per la giornata che vedeva impegnata la star svizzera. Ora Federer ha fatto letteralmente prendere d’assalto i botteghini quindi la cosa è passata quasi inosservata: ma è un fatto gravissimo. Qualcuno tra i suoi più stretti collaboratori dovrebbe dire al Presidente che il torneo va così bene al di là dei suoi meriti e delle sue decisioni.

Ed ora veniamo ai punti che hanno fatto inquietare, e non poco, i giocatori. Partiamo dai campi di gioco: anche quest’anno abbiamo visto dei "rettangoli" malmessi (un po’ tutti i giornalisti che frequentano il Foro Italico registrano ogni anno le stesse lamentele da parte dei giocatori), terra scarsa, rimbalzi approssimativi, linee di campo pericolose (rese scivolose dall'umidità) insomma tranne il Centrale (e neanche troppo), tutti gli altri campi non sono all’altezza degli altri Master 1000 del circuito. Anche qui la Federazione Italiana Tennis e il suo Presidente anziché, lo voglio ripetere, celebrarsi dovrebbero pensare ad investire pesantemente sulla materia prima: la qualità della terra rossa. Djokovic si è lamentato, così pure Federer (anche se in modo più diplomatico) e con loro tanti altri (più o meno chiramente).

Terzo ed ultimo (ma non meno importante) cahiers de doleance riguarda l’organizzazione del torneo e il suo Direttore Sergio Palmieri. Voto basso, anzi, direi bassissimo per loro. Anche qui i giocatori non le hanno mandate a dire, a partire da Dominic Thiem che era tra i favoriti ma che è stato messo in condizioni davvero difficili tanto da entrare in partita scarico tanto da perdere al primo turno: è stato fatto un numero impressionante di errori, tutti sapevano che mercoledì (primo turno per i big) la pioggia avrebbe reso impossibile giocare ma Palmieri ha pensato bene di far rimanere tutti i giocatori negli spogliatoi (a disposizione per giocare) fino alle 19.30 (dalla mattina alle 09.30. Ora due sono le possibilità che hanno portato a questa scellerata decisione: o l’insipienza del direttore Palmieri o (ma non ci voglio credere) la malafede: perché sarebbe bastato un 15 giocato e i biglietti non sarebbero stati rimborsati, ma come accennato: non voglio credere ci sia stata questa volontà dolosa.

Ma questo è solo un esempio, si potrebbe anche infierire parlando di come siano stati schedulati i turni di gioco dei giocatori senza tener conto dei tornei di provenienza, dei turni di riposo e degli stacchi tra una partita e l’altra. E poi si potrebbe anche affondare i colpi parlando delle modalità di trasporto dei giocatori (e dei loro team) dagli alberghi ai campi e viceversa, e della differenza tra qualità di campi e pallette di allenamento rispetto a quelle del torneo: capite bene quanto la cosa sia seria e preoccupante al tempo stesso: Federtennis batti un colpo!!

Come detto Thiem (che sarà tra i favoriti anche a Parigi) ha sparato a zero contro l’organizzazione per non parlare di Fabio Fognini che si è espresso in termini molto, ma davvero molto, pesanti.

Il fatto è che noi teniamo tanto a questo torneo e non vorremmo che fosse declassato per le dabbenaggini mostrate dall’Organizzazione con, spiace dirlo, la complicità della Federtennis. E siamo rammaricati pure perché da più parti si dice che le attenzioni maggiori del principale organo italiano di questo sport siano indirizzate alle “Finals Eghit” (l’atto finale della stagione che vede contrapporre i migliori 8 giocatori della classifica mondiale) che dal 2020 al 2025 si svolgeranno a Torino. Un successo innegabile per tutto il movimento tennistico italiano ma che non deve influire negativamente sulla crescita di Roma.

Auspico che nella solita conferenza stampa di bilancio oltre a guardare le cose buone di questa edizione del torneo Binaghi non volti la testa dall'altra parte e si concentri maggiormente sulle tante cose da migliorare per non trovarci il prossimo anno a parlare delle stesse cose.

Mi piace finire con un accenno tecnico. Nadal vince il primo torneo dell'anno su terra rossa, questa è la grande novità del 2019 visto che negli anni passati li vinceva tutti. Comunque il majorchino è molto migliorato dalle ultime settimane e arriverà al Roland Garros da favorito. Si da favorito ma insieme a Nole Djokovic, anche lui a Roma è sembrato un altro rispetto ad un mese fa ed è pronto a dare l'assalto a Parigi: che per lui significherebbe vincere il Grande Slam. Poi c'è Dominic Thiem, a Roma non si è potuto concentrare ma vedrete che in terra francese farà tanta strada. Quindi i giovani della Next Gen. I vari Zverev, Tsitsipas, Khachanov, Coric, Shapovalov e via dicendo stanno crescndo bene ma il loro è un normale percorso di crescita e sono ancora soggetti a tanti alti e bassi.

Una parola su Roger Federer. E' sembrato molto in palla offrendo giocate di classe sublima, non mi ha sorpreso il suo ritiro, dopo aver giocato due partite in un giorno rischiava di farsi male e saltare il Roland Garros. Ha fatto bene così. Il suo ritorno ha portato un delirio tale che mi è parso di essere tornato agli anni '70.

A proposito di anni '70, quando il tennis maschile italiano andava benissimo, i nostri non sono andati proprio benissimo ma rimane il fatto che ora abbiamo una squadra forte (specialmente su terra rossa) con Fabio Fognini leader, Cecchinato subito dietro e con dei giovani di grandissime speranze come Matteo Berrettini, Yannik Sinner e Lorenzo Musetti. Da Fognini, Cecchinato e Berrettini mi aspetto cose importanti a Parigi.

Fabrizio d'Andrea Sport per Passione (© riproduzione riservata)