Olimpiadi, 60 anni fa Roma ospitò i XVII Giochi Olimpici e fu un grande successo

La Capitale italiana dal 25 agosto all'11 settembre 1960 fu il centro del mondo, un successo sotto ogni punto di vista: organizzativo e sportivo. La città cambiò radicalmente faccia grazie a tutte le opere pubbliche realizzate e dal punto di vista sportivo vide l'Italia conquistare 13 ori, 10 argenti e 13 bronzi. Furono le Olimpiadi di Livio Berruti, Nino Benvenuti e Raimondo d'Inzeo ma anche di star assolute dello sport come Muhammad Alì (allora ancora Cassius Clay), Abebe Bikila e Wilma Rudolph, la gazzella nera.

Fabrizio d'Andrea (Ph. Credit https://www.coni.it/it/)

(27/08/2020) In questi giorni ricorrono i 60 anni dai Giochi Olimpici di Roma (erano le XVII Olimpiadi dell'era moderna) che si svolsero nella Città Eterna dal 25 agosto all'11 settembre del 1960. Fu un successo organizzativo e sportivo che proiettò Roma dal triste e povero dopoguerra allo scoppiettante boom economico degli anni '60.

Che sia stato un grande errore e pure una grave occasione persa aver rinunciato ad ospitare i Giochi Olimpici del 2024 l'ho scritto più volte (leggi qui https://bit.ly/3jmXUYh), è una ferita che brucia, non riesco proprio a capacitarmi di come si possa rinunciare ad una occasione così straordinaria che porta tanti soldi (5 miliardi solo dal Cio ma poi ci sono le sponsorizzazioni e la pubblicità), tante opere pubbliche (e tutti sappiamo quanto Roma abbia bisogno di nuove  infrastrutture per portarla ad essere una degna capitale del terzo millennio) e tanta pubblicità. Sono convinto che chi ha preso questa nefasta decisione (politici e stituzioni) saranno giudicati dalla storia. 

Ma torniamo al 1960 per capire come si costruì quel successo. Grazie alla lungimiranza di tre uomini fu possibile quello che in pochissimi (anche in Italia) ritenevano impossibile, portare a Roma l'evento sportivo più importante del mondo. I tre dall'occhio lungo furono Giulio Onesti (presidente del Coni), Giulio Andreotti (ministro del tesoro e presidente del comitato organizzatore) e Salvatore Rebecchini (Sindaco di Roma quando ci fu l'affidamento dell'incarico). Ognuno portatore di interessi derivanti da mondi diversi (Andreotti per la parte politica e imprenditoriale, Onesti per il mondo politico e Rebecchini per il Vaticano e le imprese di costruzioni di Roma) ma tutti e tre convinti che si potesse fare e che sarebbe stato un bene per Roma e l'Italia.

Come anticipato la triade si mosse con oculatezza sia a livello politico che nelle relazioni con i Comitati Olimpici dei paesi stranieri (specialmente dei paesi africani, del Sud America ed Est europeo) tanto che Roma sorpassò agevolmente le altre contendenti arrivando di slancio al momento decisivo: era il 1955 e il Cio (Comitato Olimpico Internazionale) portò al ballottaggio Roma e Losanna: non fu un voto scontato ma il Comitato Organizzatore italiano (guidato proprio dal Ministro Giulio Andreotti) presentò un dossier imbattibile (grazie anche allo scenario naturale dato dall'immenso patrimonio storico e artistico che la Capitale può offrire) e le relazioni fecero il resto: insomma il dado era tratto e Roma festeggiò per aver portato in Italia i Giochi Olimpici. 

Ci tengo a sottolineare che quella del 1960 è stata l'ultima Olimpiade a misura d'uomo. Fu una edizione spensierata dove gli atleti potevano allenarsi tranquillamente e poi andare a fare i turisti in città. Non c'erano ancora le tenzioni politiche internazionali che avremmo sperimentato negli anni '70 e 80 (e che hanno portato ai boicottaggi che ben conosciamo), non c'era la pressione morbosa dei media a disturbarli e non c'erano i social a distrarli.

Dunque quei giorni furono un grande biglietto da visita per Roma e l'Italia intera. La Capitale era già nel cuore del mondo ma le Olimpiadi furono una grande rampa di lancio. Quelle immagini della maratona in notturna, del Foro Italico, della finale del Settebello che vinse l'oro nella pallanuoto con la piscina dello Stadio del nuoto posta all'aperto rimangono nelle teche delle televisioni (ma sempre belle da rivedere) e nei nostri cuori e posso tranquillamente dire che meritano di essere inseriti tra i momenti più suggestivi di tutte le edizioni delle Olimpiadi..

Furono senza dubbio i Giochi Olimpici di Livio Berruti, (oro nei 200 metri piani) visto che nessuno fino ad allora aveva battuto gli sprinter di colore americani, e poi di Raimondo d'Inzeo che vinse l'oro negli Sport Equestri gran premio nazioni individuale e di Nino Benvenuti che salì su gradino più alto del podio nel pugilato (pesi welters). Ma furono anche le Olimpiadi di stelle assolute dello sport internazionale: dette spettacolo Muhammad Alì (allora ancora Cassius Clay): che poi divenne il più grande pugile di tutti i tempi, di Abebe Bikila che scalzo vinse la maratona (la corsa si svolse in notturna con arrivo sotto l'Arco di Costantino e la Via Appia illuminata a giorno dalle torcie) e bissò il successo quattro anni più tardi a Tokyo. E infine furono dei Giochi trionfali per Wilma Rudolph. La sprinter di colore americana (soprannominata la Gazzella nera) si portò a casa tre ori nei 100, 200 e nella staffetta 4x100... oltre che una love story col nostro Berruti. 

Vi dicevo di come sia cambiata Roma grazie a quei Giochi Olimpici: ecco qualche esempio e poi pensate a quello che poteva essere e non è stato per le Olimpiadi del 2024

Impianti sportivi realizzati: Palazzo dello Sport (Eur), Palazzetto dello Sport (al Flaminio che era una perla architettonica ed ora sta andando praticamente in malora), il Velodromo, lo Stadio del Nuoto, lo Stadio Flaminio (fatto sulle macerie dell'antico Stadio Torino) e ancora la Zona Sportiva Acquacetosa, Il Poligono olimpico (sorto sulla stessa area dell'ex Poligono Umberto I in viale Lazio), e l'ammodernamento dell'Olimpico e di tanti altri impianti,
E veniamo alle infrastrutture (viarie e non) realizzate grazie alle Olimpiadi: la Stazione Termini, l'Aeroporto di Fiumicino, il Viadotto Corso Francia, i sottopassi di Corso d'Italia, e poi Il villaggio Olimpico (che poi divenne parte del quartiere Flaminio) che si ottenne abbattendo la baraccopoli di Campo Paioli.

Forse valeva la pena impegnarsi a fondo per candidare Roma alle Olimpiadi di Roma 2024 dove peraltro era favoritissima rispetto alle altre contendenti (tra le quali c'era Parigi e non va dimenticato). Valeva la pena impegnarsi e riunire le migliri intelligenze per organizzare una nuova olimpiade per cambiare il volto ormai vecchio e stanco di questa città. 

Fabrizio d'Andrea Sport per Passione (© riproduzione riservata)