Pancalli: Polo sportivo a rischio apertura

Il presidente del CIP ha esposto le opere della Cittadella dello sport paralimpico realizzate (piscina, pista di atletica, spogliatoi e uffici), costate 15,7 milioni di euro, ma senza l'accordo tra Roma Capitale e Eur SpA l'impianto non potrà essere aperto rischiando di diventare l'ennesima cattedrale nel deserto

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Foto di Fabrizio d'Andrea

Comincia a prendere forma il primo polo sportivo paralimpico in Italia, polo che sorge a Roma su un’area di 7 ettari nella zona Tre Fontane. Oggi il padrone di casa Luca Pancalli (il Presidente Nazionale del Comitato Italiano Paralimpico) ha aperto le porte dell’impianto ai giornalisti per una prima visita guidata alla struttura che sarà il fiore all’occhiello per Roma e per l’Italia. “Dove vedete il verde ci sarà la foresteria e di là il palazzetto polifunzionale le due strutture che daranno un senso a questo centro”, con orgoglio il presidente del CIP ha esposto le opere realizzate (piscina, pista di atletica, spogliatoi e uffici) che sono costate 15,7 milioni di euro, ma in modo altrettanto schietto non ha nascosto la sua preoccupazione per le difficoltà burocratiche che non consentono di aprire già ora al pubblico e, soprattutto, che non permettono di realizzare quello che ancora manca: la foresteria (96 posti letto a disposizioni di quei ragazzi che dopo il percorso riabilitativo si dedicheranno allo sport amatoriale ed agonistico) e il palazzetto polifunzionale, infrastrutture che completerebbero l’opera e darebbero un senso alla Cittadella dello sport (per altri 6,5 milioni di euro stanziati dal Cipe).

Questo di realizzare un polo sportivo interamente dedicato all’attività sportiva (agonistica e amatoriale) per i ragazzi disabili è il sogno di una vita di Luca Pancalli, è dal 2006 che l’ha progettato ed ora lo vuole portare a termine. E’ una struttura tutta accessibile (anche i non vedenti potranno usufruirne in modo autonomo) dove i ragazzi potranno vivere come in un college, avranno aree di convivialità e si dedicheranno alle attività sportive previste: tennis, torbal, goalball, scherma, nuoto, atletica, tennis tavolo, calcio e danza moderna. Qui la priorità è l’offerta sportiva per i disabili, ma questo non precluderà l’ingresso ai normodotati, ribaltando così quello che normalmente succede negli impianti sportivi italiani: quando sono gli atleti paralimpici a doversi adattare a quello che c’è.

Il sogno di Pancalli sembra vicino al traguardo ma l’impressione è che l’ultimo miglio sia molto difficile da percorrere anzi l'impressione dei vertici del Comitato Paralimpico Italiano è che se il Comune di Roma ed Eur SpA non troveranno la soluzione per aprirla l'impianto diventerà l'ennesima cattedrale nel deserto del nostro paese. Lo stesso Presidente del CIP ci ha spiegato che l’intenzione era di aprire già a maggio ma non è stato possibile. Ci sono degli oneri importanti (300 mila euro l’anno per la manutenzione della piscina e dei giardini e per la vigilanza)  – ha spiegato Pancalli - e soprattutto ci pesa non dare le risposte che avevamo in mente di dare al nostro mondo. Speriamo di poter impostare la stagione da settembre in avanti.

I problemi sostanzialmente sono due: primo manca l’accordo tra Roma Capitale e Eur SpA ad aprire l’impianto al pubblico per quelli che Pancalli ha chiamato ostacoli burocratico-amministrativi: in realtà pare che sia proprio Eur SpA a mettere in discussione l’accordo perché l’impianto ricade su una parte di territorio di sua proprietà. Per questo la pista di atletica, la piscina, gli spogliatoi e gli uffici annessi sono pronti ma non possono essere aperti al pubblico. Secondo, bisognerà costruire la foresteria e il palazzetto polifunzionale, strutture che darebbero un senso a tutta la Cittadella dello sport. Le due cose sono strettamente legate, se si risolve il primo si darà il via libera per avviare la seconda fase altrimenti tutto il lavoro fatto andrà in fumo.

Oggi Pancalli ha fatto la sua mossa, il messaggio chiaro e forte è stato inviato, ora tocca a Roma Capitale e Eur SpA risolvere i problemi.  

 

La cronologia che ha portato alla realizzazione, seppur parziale, della Cittadella dello Sport:

Nel 2006 Il Consiglio comunale di Roma Capitale affida in concessione al CIP l’area denominata Esedra Sinistra del complesso sportivo del Tre Fontane;
L’8 maggio 2006 il CIP ha presentato il progetto preliminare;
Il 3 ottobre 2008 viene approvato il progetto  esecutivo;
Il CIP indice la gara d’appalto europea e il 14 novembre 2012 viene dato il via ai lavori;
Nel dicembre del 2013 Eur SpA comunica al CIP che circa il 50 % dell’area di cantiere è di sua proprietà;
Nel frattempo Roma Capitale ha iniziato l’interlocuzione con Eur SpA per risolvere i problemi sorti
Se non si riuscisse a sanare la situazione l’impianto rimarrebbe chiuso e non sarebbe possibile costruire la seconda parte della Cittadella dello sport: la foresteria e il palazzetto dello sport