Il no della Raggi, un atto di debolezza

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Credit FIN Federazione Italiana Nuoto   http://www.federnuoto.it/

Sindaca Raggi dire no alla candidatura di Roma alle Olimpiadi 2024 è stato un suo grave errore politico e un grande occasione persa per la nostra città. La sua (sua?) decisione di rinunciare a competere (di questo si parla visto che la vittoria contro Parigi era tutt’altro che scontata) è stato un atto di debolezza perché questa era l’occasione per dimostrare che Lei e la sua Giunta, oltre ad essere “puliti” e trasparenti (cosa importante certo), foste anche in grado di gestire un grande evento sportivo e sociale qual è una olimpiade. Evento che non porta solo soldi (si parla di 4 miliardi di euro) e quindi “lavoro” e la possibilità di cambiare volto alla nostra città ma anche tanto prestigio: per lei sindaca, per la città e per tutto il Paese. Dunque una grande opportunità che ha buttato al vento.

Lei sostiene che le olimpiadi potevano essere solo un affare per i poteri forti, il solito “mangia mangia” per le lobby del mattone e i vecchi partiti? Bene allora poteva prendere in mano la situazione (il presidente del Coni Malagò e tutto il mondo sportivo non avrebbero potuto che acconsentire) e dimostrare che sotto la sua amministrazione il malaffare non avrebbe toccato palla, poteva far vedere a tutti che con voi le cose si possono fare senza piegarsi a mafie e potentati vari confermando (allora si) la vostra “diversità” rispetto a chi ha amministrato la Capitale negli ultimi 22 anni.

Vede Sindaca Raggi un politico, così come il Sindaco della Capitale, deve avere coraggio, una visione strategica di lungo periodo e mostrare importanti doti manageriali e capacità gestionali. E quale occasione migliore di questa per dimostrare il suo spessore? Lei rinunciando alla sfida ha invece dimostrato debolezza: primo perché è arretrata dando a tutti la netta sensazione di non essere, insieme alla sua Giunta, in grado di affrontare impegni belli ma gravosi come l’organizzazione delle olimpiadi o di altre manifestazioni di livello internazionali. Secondo perché ha dato la netta sensazione di non decidere se non dopo aver ricevuto diktat da Genova, una sorta di commissariamento.

Lei sindaca Raggi si è messa su un crinale stretto e pericoloso, come ho scritto all’inizio, questo suo errore politico (che potrà determinare la sua non ricandidatura per il prossimo mandato) è anche una enorme occasione persa per Roma. Sostiene di volersi dedicare alla amministrazione ordinaria di questa città che ne ha bisogno. Bene, perché Roma ne ha estremo bisogno e su questo sarà giudicata ma vede sindaca Raggi, non sono sicuro che Lei abbia ben chiara la portata della sfida che si appresta ad affrontare: sarà una impresa titanica dedicarsi alla cura di oltre 6500 Km di strade, di 1300 scuole, di 50 mila immobili, di tutto il patrimonio storico e archeologico della Capitale (e mi fermo qui perché l’elenco delle cose da fare sarebbe lunghissimo) con i pochi spicci rimasti nelle disastrate casse del Campidoglio. Comunque buona fortuna, perché Roma lo merita.