Sci,Goggia e Brignone salvano la stagione della squadra italiana. Deludono i giovani

La Coppa del Mondo generale 2018 è stata vinta dall'austriaco Marcel Hirscher (settima consecutiva per lui) tra gli uomini e dall'americana Mikaela Shiffrin (la seconda di fila per lei) tra le donne. Il bilancio per noi è insufficiente, mentre Austria, Svizzera, Norvegia e Francia nel 2018 hanno lanciato i migliori talenti del "Circo Bianco" l'Italia fa fatica a lanciare giovani di livello internazionale, la FISI deve rifondare il movimento.

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Fabrizio d'Andrea

(18/03/2018) Cala il sipario sulla stagione di sci alpino 2017-2018, che oltre alla Coppa del Mondo ha avuto come best moment le olimpiadi di PyeongChang in Corea del Sud. E’ tempo di bilanci e purtroppo va riconosciuto che per l’Italia i conti non tornano. Tanti sono stati i bocconi amari mitigati, solo in parte, dalle perle che ci hanno regalato Sofia Goggia e Federica Brignone. E’ bene non farsi abbagliare da vittorie e podi per analizzare lo stato di salute dello sci alpino italiano.

Le aspettative ad inizio stagione erano ben diverse ma a parte (si fa per dire) i risultati contingenti, preoccupano di più le prospettive di medio/lungo periodo perché le altre nazionali hanno dei giovani di grande talento che si stanno prepotentemente affacciando alle gare mentre l’Italia fatica a presentare nuove leve in grado di essere competitive. Se penso ai vari Loic Meillard e Odermatt per la Svizzera, Zan Kranjec per la Slovenia, Adrian Smiseth Sejersted (senza considerare Kristoffersen classe ’94 e già campionissimo) per la Norvegia o Clement Noel per la Francia c’è da rabbrividere rispetto alla pochezza del panorama offerto dal movimento sciistico giovanile italiano. E badate bene che in campo femminile la musica non è diversa. Insomma Austria (più di tutti), Svizzera, Norvegia (loro sono pochi ma tutti fortissimi), Francia, Germania possono dormire sonni tranquilli per il futuro, noi no.

Dunque abbiamo un grande problema, le altre squadre sfornano in continuazioni giovani fortissimi (vale la penda di ripeterlo) pronti a subentrare a chi gareggia in Coppa del Mondo, l’Italia invece da ormai troppi anni fatica a trovare atleti in grado di essere competitivi, insomma non c’è il ricambio che lo sci italiano merita e non mi riferisco a super campioni come Hirscher, Schiffrin, Svindal, Jansrud, Rebensburg, Worley o Feith tanto per chiarire.

L’allarme va lanciato ora che siamo all’inizio di un nuovo quadriennio olimpico e c’è il tempo per pensare ad un progetto mirato, di lungo periodo, concentrando la maggior parte delle risorse al settore giovanile, anche (e lo dico come provocazione) a scapito di qualche buon risultato in Coppa. E’ bene che la FISI (Federazione Italiana Sport Invernali) faccia un profondo esame di coscienza, c’è da mettere in discussione tutto, atleti, allenatori, staff tecnico più in generale e anche qualche dirigente federale.

Certo non mi sfugge che ci sono evidenti problemi economici. Nello sci italiano non girano troppi soldi e questo costituisce un grosso freno allo sviluppo del “movimento” ma proprio per questo va rivista l’organizzazione generale, magari creando sinergie tra FISI (http://www.fisi.org/) e le stazioni sciistiche più importanti e aprendosi ai tecnici stranieri: nulla da dire sui nostri, tutti ottimi professionisti: ma se gli altri volano e noi arranchiamo forse un bagno di umiltà va fatto e forse qualche buon segreto potremmo acquisirlo andando a pescare tecnici in Austria, in Svizzera o  in Norvegia.

Dunque ora analizziamo la squadra A maschile. Per loro, ahimé, una insufficienza piena. Quest’anno nessuna vittoria e pochissime soddisfazioni. La nostra è una formazione tra le più grandi di età, i vari Moelgg, Gross, Fill, Innerhofer, Razzoli e Thaler hanno fatto tanto in passato ma, appunto, il meglio è alle loro spalle. Gli uomini jet (discesa libera e SuperG) sono stati deludenti, da loro mi aspettavo qualche squillo invece raramente hanno fatto vedere qualcosa di buono (mancando gravemente anche le olimpiadi coreane) e alla fine chiudono con un solo podio: il secondo posto di Innerhofer nella gara finale di SuperG ad Aare.  Dal prossimo anno mi aspettiamo molto da Dominik Paris, ma sarà lui solo contro tutti perché Austria, Norvegia, Svizzera, Francia e Germania possono schierare più di un atleta in grado di vincere.

La situazione è anche peggiore nelle specialità tecniche (slalom e gigante). Quest’anno non sono mai stati competitivi per la vittoria: è triste ammetterlo ma (alla luce dei risultati e della forza degli avversari, tanti e tutti fortissimi) è difficile che lo potranno essere il prossimo anno (quando ci saranno i Mondiali ad Aare in Svezia) o quelli a venire. I capitani e gli esperti come Moelgg, Gross, Razzoli Thaler sono andati male e gli altri penso ai vari Nani, De Aliprandini e Tonetti non sono andati meglio, anzi.

Ora veniamo alle donne. Una sufficienza piena grazie alle nostre punte di diamante che hanno fatto il loro, ma dietro c’è tanto che non va. Eh si, Goggia e Brignone con le loro prestazioni hanno mascherato le tante lacune della nostra squadra nazionale, sia al maschile che al femminile. Sofia è stata la migliore in assoluto in “Casa Italia”, porta a casa la medaglia d’oro olimpica in discesa libera (prima italiana nella storia in questa specialità) e la coppa del mondo di discesa libera, oltre a tre vittorie individuali (due discese e un SuperG) in Coppa del Mondo. Lei è giustamente ambiziosa anche in chiave Coppa del Mondo generale io però la vedo più forte nelle gare singole, per vincere l’Overall deve essere costante per tutto l’anno, e al momento non mi pare pronta, inoltre dovrà andare forte anche nei giganti. Poi il prossimo anno oltre alla Schiffrin, dovrà fare i conti con la Holdner, con la Gut, con la ritrovata Anna Veith Fenninger e con il ritorno di Ilka Stuhec, tutte campionissime e tutte molto forti in ogni specialità.

Federica Brignone è una lottatrice e da par suo ha conquistato il bronzo olimpico in slalom gigante e tre vittorie (una in gigante, una in SuperG e una in Combinata) nel circuito di Coppa del Mondo pur considerando che in tutta la prima parte di stagione ha avuto a che fare con una fastidiosissima pubalgia. Ecco io credo che la valdostana (più di Sofia) potrà essere competitiva per la classifica generale: è fortissima in gigante e in SuperG e sà gareggiare bene in combinata. Non è ancora all’altezza delle straniere di cui ho parlato prima ma secondo me è l’unica vera polivalente della nostra squadra.  Dietro di loro però c’è poco, tante ragazze brave ma non all’altezza di vincere. Discorso a parte per Marta Bassino, un talento puro che però quest’anno ha faticato tantissimo a farci vedere quanto è brava. Confido che questa sia stata una stagione di transito dove ha accumulato esperienza ma già dal prossimo anno dovrà mettersi alle spalle ogni remora perché la stoffa c’è.

Prima di terminare è giusto dare un tributo a Manuela Moelgg che lascia le gare dopo 18 anni di competizione (iniziò il 20 dicembre del 2000 nello slalom del Sestriere: l’altoatesina è una persona seria e una grande professionista e questo spiega perché tutto l’ambiente del “circo massimo” ha tanto affetto e ammirazione per lei. Manuela chiude la carriera con 14 podi (6 secondi posti e 8 terzi). E anche quest’anno è stata la prima degli azzurri a fare risultando marcando tre podi nei primi tre giganti scuotendo dal torpore la squadra.

Tornando al mio cahier di doglianze iniziale, c’è tanto lavoro da fare e ci sono i giovani da far crescere e far emergere, spero che il presidente della federazione Flavio Roda e i suoi consiglieri non si trincerino dietro i numeri di questa stagione, che possono anche essere letti in modo sufficientemente positivo, ma sappiano con freddezza guardare al futuro scegliendo le soluzioni più opportune per riportare lo sci alpino italiano in alto, ai livelli che merita.

Credit FISI http://www.fisi.org/

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