Six Nations, La Scozia batte la Francia (23-27) e il Galles vince il Torneo 2021

E' stato un torneo bello come non si vedeva da anni, il Galles alza la coppa ed è arrivato ad un minuto dal Grande Slam. La Francia con un manipolo di giovanissimi ricchi di talento ha sfiorato la vittoria finale ma certo il futuro è loro. E poi Irlanda e Scozia che hanno fatto vedere un grande rugby. Inghilterra rimandata, bocciata invece l'Italia, cucchiaio di legno e lontana anni luce dal livello espresso dalle altre nazionali.

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Fabrizio d'Andrea (Ph. © Fabrizio d'Andrea)

(27/03/2021) Fuochi d'artificio scozzesi allo Stade de France, con gli Highlanders soprendentemente ma meritatamente corsari a Parigi si conclude il Guinnes Six Nations 2021. Allo stadio esultano i Cardi ma in realtà è tutto il Galles (convitato di pietra) a fare festa davvero: la vittoria della Scozia sulla Francia infatti relega i transalpini al scondo posto e consegna il trofeo nelle mani dei Dragoni Rossi. Si tratta di una sorta di favore restituito visto che nel 1999 una vittoria del Galles sull'Inghilterra all'ultima giornata di quello che era ancora il "Cinque Nazioni" consentì agli scozzesi di vincere il torneo.

In molti addetti ai lavori pensavano che la giovane ma talentuosissima squadra francese fosse favorita per la vittoria finale vista la possibilità di giocare la partita decisiva in casa con la Scozia che non vinceva a Parigi dl 1999. E invece gli Highlanders hanno fatto una prestazione tosta in difesa ed efficace in attacco (come del resto hanno fatto in tutto il torneo) tanto da imbrigliare il fantasioso gioco dei transalpini, toglierli sicurezza e poi batterli con una meta negli ultimi secondi di gara.

Dunque il Galles vince per la 40esima volta questo torneo effettuando il sorpasso sull'Inghilterra ferma a 39, poi nell'albo d'oro segue la Francia con 25 successi seguita da Scozia (24) e Irlanda (23). Nato come Home Championship nel 1883, all'epoca disputato tra le quattro Nazionali delle Isole britanniche (Galles, Inghilterra, Irlanda e Scozia), fu rinominato in due distinti momenti della sua storia Cinque Nazioni (tra il 1910 e il 1931 e tra il 1947 e il 1999) in concomitanza della presenza nel torneo anche della Francia. La denominazione attuale è del 2000, anno in cui al torneo fu ammessa anche l'Italia.

Come dicevamo applausi ai "Dragoni Rossi" che meritatamente conquistano il trofeo smentendo i pronostici che alla vigilia davano per favorita l'Inghilterra. I gallesi sono arrivati ad un minuto dal "Grande Slam" visto che stavano vincendo anche la sfida con la Francia e una follia (forse dovuta alla stanchezza di giocare in 13) fatta a 60 secondi dalla fine della partita ha consentito ai transalpini di ribaltare il risultato. Ma come quest'anno i "rossi" portano a casa la coppa grazie alla caparbietà e all'organizzazione di squadra mostrata dai vari Liam Williams, George North, Jonathan Davies, Josh Adams, Dan Biggar, Gareth Davies, Taulupe Faletau, Justin Tipuric, Josh Navidi, Alun Wyn Jones (capitano di lungo corso e mille e più battaglie).

Onore al merito per i francesi, lo scrivo con un bel po' di sana invidia visto quanto succede in Casa Italia (di cui dirò più avanti) i bleus hanno un "movimento" che riesce a sfornare campioni in serie come se fosse la cosa più facile del mondo. In questo Six Nations la Francia ha sfoggiato talenti di grandissimo valore (come Dulin, Penaud, Fickou, Ntamack e Ollivon) che hanno anche dimostrato di avere la maturità e la consistenza caratteriale per giocare da protagonisti fino all'ultimo secodo del torneo. Secondo me non potranno far altro che migliorare nei prossimi anni e vedrete che al Mondiale del 2023 che giocheranno in casa faranno scintille anche contro le nazioni guida di questo sport, quelle del mondo australe: Nuova Zelanda (All Blacks), Australia (Wallabies), Sud Africa (Springboks) e Argentina (Pumas).

Questo appena concluso è stato forse il più bel Sei Nazioni dal 2000 ad oggi.. A parte l'Italia le altre nazionali hanno messo in campo tanta qualità (individuale e di squadra), bel gioco e un grande ritmo dal primo all'ultimo secondo di gioco. I match sono stati molto equilibrati e giocati senza troppi tatticismi. Davvero un bel vedere se si pensa che questi team stanno preparando la prossima Coppa del mondo che si giocherà in Francia (dall'8 settembre al 21 ottobre 2023). Quindi tanti complimenti anche a Scozia, Irlanda e Inghiltera (anche se i bianchi hanno eso meno di quel che si pensava).

Ed ora veniamo alle note dolenti, quelle che ci riguardano da vicino: e cioé la nostra Italia. Ancora una volta ci è toccato il cucchiaio di legno. Ancora una volta becchiamo l'ultimo posto in classifica senza vittorie. Non vinciamo una partita dal 2015 e ogni anno il bilancio peggiora. Non solo non riusciamo minimamente ad impensierire gli avversari ma subiamo delle umiliazioni di ferro, mediamente subiamo 50 punti a partita contro avversari che contro l'Italia non schierano la migliore selezione. Il Ct Franco Smith è stato coraggioso, ha scelto la linea verde schierando tanti giovani per fargli fare esperienza in un'ottica di lungo periodo. In campo ho visto tanta buona volontà, coraggio e qualche buon giocatore (Ioanne, Garbisi e Varny) ma è poca roba e poi non so se queste umiliazioni potranno essere utili al percorso di crescita della squadra. 

Non so se in me domina più la delusione o la frustrazione per le prestazioni degli azzurri in campo. La delusione è dovuta alla constatazione che dopo venti anni abbiamo fatto parecchi passi indietro: le competenze e le conoscenze individuali e di squadra sono lontani anni luce da quelle espresse dai nostri avversari. In campo i ragazzi danno tutto ma è inutile girarsi intorno, è come se i nostri ragazzi facessero un altro sport. La frustrazione è per la consapevolezza che la Federazione (e tutto il nostro "movimento") hanno perso tempo e occasioni a non finire: il risultato finale è che abbiamo un campionato praticamente inutile (squadre che in Europa pedono con tutte) e un settore giovanile asfittico. Molti si chiedono se valga la pena rimanere nel Sei Nazioni: sicuramente si se pensiamo ai 40 milioni di euro che incassa ogni anno la federazione.

Dopo tanti anni c'è stato il tanto atteso cambio della guardia, il nuovo presidente federale Marzio Innocenti ha davanti a se un compito proibitivo. Nessuno si aspetta una inversione di tendenza in pochi anni ma pretendiamo quello che è sempre mancato, una programmazione e una pianificazione seria che miri a far crescere il sistema rugby italiano. Auguri ad Innocenti e i suoi collaboratori.

Fabrizio d'Andrea Sport per Passione (© riproduzione riservata)