Vendèe Globe, Charlie Dalin è primo dopo un mese di navigazione, secondo Ruyant.

Il Vendée Globe 2020 è un evento davvero unico, l'8 novembre 2020 i 33 navigatori, 27 uomini e 6 donne, hanno lasciato gli ormeggi di Les Sables d’Olonne (Valdea, Francia) su imbarcazioni Imoca per fare il giro del mondo in barca a vela in solitario senza scalo e senza assistenza. 6 velisti hanno abbandonato per i danni subìte dagli scafi tra Capo di Buona Speranza e le tempeste dell'Oceano Indiano. Charlie Dalin è primo fin dalle prime miglia, Thomas Ruyant è stabilmente al secondo posto e ora in pieno recupero sul primo seguito, a sua volta, a breve distanza dal terzo incomodo Yannick Bestaven.

Fabrizio d'Andrea (ph. credit https://www.vendeeglobe.org/en)

(12/12/2020) E' spettacolo puro questa nona edizione della regata che è partita in piena pandemia e con tutte le difficoltà conseguenti. Le Imoca (le barche usate dai partecipanti) volano letteralmente sull'acqua e dopo un solo mese di navigazione e il superamento di punti molto pericolosi (come i "40 Urlanti" a Capo di Buona Speranza e le durissime tempeste dell'Oceano Indiano), la flotta è diretta verso il Pacifico: Capo Leeuwin Cioé la punta più a sud-ovest dell'Australia lasciandosi alle spalle solo il 40% del percorso previsto prima dell'arrivo.

Questa Vandée Globe ha già vissuto tante emozioni. I navigatori solitari oltre ad aver passato latitudini molto difficili (doldrum, i 40 ruggenti ecc) hanno dovuto fronteggiare situazioni di mare e meteo molto estreme, con venti che tirano ben oltre i 50 nodi e con onde molto cariche alte 5/6 metri: vere e proprie tempeste che hanno messo a dura prova le capacità dei velisti e la tenuta delle imbarcazioni: tanto che i "solitari" hanno usato la loro esperienza e la tecnologia a disposizione per scegliere il migliore compromesso possibile: cioé la rotta più opportuna, quella che non permettesse di fare meno miglia ma che almeno evitasse danni alle imbarcazioni.

La classifica attuale. Charlie Dalin su Apivia è al comando della flotta fin dalle prime miglia in Francia ma se fino a qualche giorno aveva un vantaggio ampio e rassicurante di oltre 200 miglia (quasi 18 ore) sul secondo Thomas Ruyant (su Linkedout) ora le cose sono completamente cambiate a tutto vantaggio dello spettacolo e di noi spettatori.

E' successo che nel pieno dell'Oceano Indiano Dalin è finito in mezzo ad una sacca con poco vento, una ragnatela che lo ha inchiodato ad una andatura di appena 7/10 nodi dal quale è riuscito a liberarsi solo dopo 15 ore mentre la flotta dietro di lui (che andava a più del doppio della velocità) ne ha approfittato per farsi abbondantemente sotto.

A questo punto (ma la situazione è talmente fluida che può cambiare repentinamente in un verso o nell'altro) Thomas Ruyant (LinkedOut) è secondo a sole 70 miglia dal leader e dietro di lui c'è Yannick Bestaven su Maître CoQ IV distanziato di sole 10 miglia dalla seconda piazza. Praticamente sono tutti di nuovo in gioco per la vittoria finale perché anche il resto della flotta ha serrato i ranghi ed è molto vicina ai battistrada (tutti tra le 200 e le 400 miglia di distanza). 

C'è anche un italiano in gara, è Giancarlo Pedote su Prysmian Group. Il velista toscano attualmente è decimo (a 400 miglia da Dalin) ma sta recuperando bene. E' nuovo per questa competizione, sta facendo esperienza e il suo obiettivo è quello di arrivare in fondo evitando avarie o danneggiamenti seri che lo costringerebbero all'abbandono. Fin quì la performance di Pedote è ampiamente positiva, la Vendée Globe era il suo sogno che ora si sta avverando e lo sta portando avanti con raziocinio evitando strategie rischiose. 

Come nelle precedenti otto edizioni anche quest'anno abbiamo visto dei "solitari" costretti ad abbandonare la corsa e salvataggi al limite dell'impossibile: e non c'è da stupirsi perché al traguardo della Vendèe Globe normalmente arriva meno del 50% dei partecipanti. La britannica Sam Davies (su Initiatives-Coeur) è stata costretta al ritiro dopo i danni subìti dal suo scafo per lo scontro con un non identificato oggetto naviganten(probabilmente una megattera gigante), la Davies ha portato la sua barca a Cape Town e salutato tutti. Ancora più avventurosa la sorte di Kevin Escoffier su PRB, in balia delle onde vicino al Polo Sud, è stato salvato dal connazionale Jean Le Cam dopo che la sua barca era affondata a 550 miglia da Cape Town. Escoffier poi è salito su una zattera per essere recuperato a circa 360 miglia a Nord dell'arcipelago delle Crozet da un gommone della fregata Niv della Marina militare francese in servizio nei mari del Sud del mondo.

Insomma dopo 30 giorni di regata è successo di tutti ma come l'esperienza ci insegna alla Vendèe Globe tutto ancora deve accadere.

Fabrizio d'Andrea Sport per Passione (© riproduzione riservata)