Vendee Globe, doppiato Capo Horn: in testa Bestaven, l'italiano Pedote è ottavo

Il giro del mondo in solitario, senza possibilità di attracco o di assistenza esterna (pena l'esclusione)  è entrato nell'ultima fase di gara con il passaggio dal Pacifico all'Atlantico. Dopo 59 giorni di navigazione  e passati i 40 ruggenti il leader Yannick Bestaven ha preso un grande vantaggio sul secondo Charlie Dalin, molto lontani tutti gli altri 24 nagigatori solitari che sono invece raggruppati a poche miglia tra di loro. 

Fabrizio d'Andrea (ph. Credit https://www.vendeeglobe.org/en)

(07/01/2021) Come era facile immaginarsi il mitico passaggio di Capo Horn ha segnato un momento di svolta per la regata che finora era vissuta sul duopolio Bestaven e Dalin: i due erano andati a braccetto (con il terzo incomodo Thomas Ruyant finché ha potuto) scambiandosi la prima posizione (distanziati tra loro sempre di poche miglia) ora invece Bestaven ha preso letteralmente il "largo" distanziando Dalin di 400 miglia e diventando così il favorito per la vittoria finale.

Dopo Capo di Buona Speranza e Capo Leeuw i 27 ocean sailors rimasti in gara hanno doppiato Capo Horn. Dunque, il 50esimo parallelo dell'emisfero meridionale è stato ancora una volta decisivo sulle sorti del giro del mondo, una violenta pertubazione con venti oltre i 60 nodi (e gli poteva andare pure peggio) e onde grandi come due piani e cariche di correnti ha messo in seria difficoltà questi coraggiosi navigatori solitari che per difendersi dalla forza degli elementi hanno attuato varie strategie: c'è chi, come il leader Bestaven, ha deciso di allontanarsi dalle coste per spingersi in basso fino al limite della "Zona di Esclusione" (decisa dalla giuria) e chi, come il nostro GIancarlo Pedote, ha ammainato la vela di prua (una manovra effettuata solo con una estenuante prova fisica come dopo vedremo) per offrire meno resistenza e ridurre al minimo la possibilità di rompere vele e scafo.

Lotta al vertice. Yannick Bestaven ha un passo (circa 20/25 nodi di media) che gli inseguitori non riescono a sostenere. Come abbiamo visto negli articoli precedenti che ho dedicato a questo evento, Charie Dalin e Thomas Ruyant per metà regata sono stati degni avversari del leader tanto da impegnarlo severamente e in alcuni casi sono stati tano ravi da superarlo. Ora però le sorti di questa nona edizione del giro del mondo in solitaria sembrano segnate, appena imboccato l'Atlantico e messa la prua verso il traguardo (che è lo stesso punto della partenza, il porto Les Sables-D'Olonne) il francese nativo di La Rochelle ha preso un ritmo che lo porta a ricoprire saldamente.la prima posizione. Bestaven controlla agevolmente gli avversari e grazie al vantaggio accumulato può scegliere le manovre più opprtune in base al vento e le correnti che gli si parano davanti. A questo punto solo un problema tecnico può rimettere in discussione la sua vittoria.

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E veniamo all'italiano GIancarlo Pedote. Alle ore 01.12 UTC (12.12 ora italiana) del 5 gennaio 2020 Giancarlo Pedote entra ufficialmente del ristretto circolo dei “Cape Hornier” realizzando il suo sogno, che poi è quello di tutti i velisti. Al suo primo giro del mondo, il velista italiano a bordo di Prysmian Group, è attualmente in ottava posizione (ha superato Isabelle Joschke di MACSF che ha un problema al sistema basculante della chiglia). Pedote è entrato nuovamente in Atlantico, mettendo la prua verso casa e volgendo finalmente le spalle ai difficilissimi oceani del Sud.

Dal giorno della partenza, l’8 novembre del 2020, Pedote ha dosato le forze e l’attrezzatura facendo delle scelte tattiche conservative (salvaguardando la sua sicurezza e quella del suo Imoca Prysmian Group) che lo hanno premiato permettendogli di restare sempre tra i primi dieci, senza forzature, ma senza neanche eccessivi timori. Al suo primo giro del mondo, infatti, Giancarlo ha affrontato la tempesta tropicale Theta, le calme equatoriali e le profonde depressioni che si sono susseguite negli oceani del Sud, con grande serenità e umiltà, superando con razionalità anche i brevi momenti di sconforto.

Ma torniamo al momento thrilling quando era in avvicinamento verso Horn. Prysmian Group ha affrontato una violenta depressione che ha portato il velista a ridurre tela di prua in condizioni proibitive, come lui stesso ha raccontato qualche giorno fa: «Navighiamo in un vento da 290° - ha spiegato Giancarlo - che prende la destra via via che ci avviciniamo a Capo Horn rafforzandosi esponenzialmente. Per questo ho tolto la vela davanti, una manovra lunghissima a causa della stanchezza e del freddo che congela tutti i muscoli. Condizioni in cui ti muovi lento, controlli tutto più volte perché sei stanco... Una manovra che normalmente a Lorient faccio in 15 minuti ma che quì ha richiesto 1 ora e mezza. L’acqua era ghiacciata, mi sono cambiato, ho messo le cerate e gli stivali a sgocciolare, ho finito di sistemare tutto, ho assicurato tutte le vele che sono nei sacchi, navigo con vele rollabili visto che abbiamo anche delle raffiche fino a 40 nodi».

Rientrato finalmente nell’Oceano Atlantico, dopo 57 giorni, 11 ore e 52 minuti di navigazione, il Vendée Globe assume, per Giancarlo Pedote, tutto un altro sapore, quello del ritorno a casa: «Passare Capo Horn è stata una grande esperienza - ha dichiarato Pedote -  un punto che sognavo da tanto tempo, raggiunto giorno dopo giorno e adesso rientrare in Atlantico fa un effetto magico, significa tornare nel mare di casa, nel fuso orario dei miei familiari, con i quali sarà più semplice comunicare, è semplicemente magnifico. Psicologicamente dà un grande tocco al morale, speriamo di trovare presto 15° di temperatura per poter navigare al caldo».

Vedremo nelle prossimi racconti quali altre sorprese ci riserverà questa regata.

Fabrizio d'Andrea Sport per Passione (© riproduzione riservata)