Vince la Brignone, il podio è tutto azzurro

E' l'anno più vincente per lo sci azzurro: 43 podi, 9 vittorie e la coppa del mondo di discesa libera. Ma è vera gloria? Le altre nazionali hanno puntato sui Mondiali che per noi sono stati un flop con un bronzo

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Cala il sipario sulla Coppa del Mondo di sci 2016-2017, una stagione che si chiude trionfalmente per i colori azzurri con il podio del gigante donne interamente monopolizzato dalle nostre atlete: Brignone, Goggia e Bassino. I  numeri sono inequivocabili e testimoniano un’annata davvero felice per l’Italia, 43 podi (tra uomini e donne), nove vittorie (3 con Federica Brignone, 2 di Dominik Paris e Sofia Goggia (2) e una di Peter Fill e Manfred Moelgg) e, soprattutto, la conquista della Coppa del Mondo di discesa libera da parte di Peter Fill (per il secondo anno di fila), il terzo posto nella classifica generale di Sofia Goggia (13 podi) e la vittoria nella classifica per nazioni dell’Italia donne con quasi 1000 punti in più della fortissima e potentissima Austria. Tutto bene dunque, tutto bello e fa bene lo staff tecnico e dirigenziale ad enfatizzare il risultato, indubbiamente  il migliore per gli azzurri da quando esiste la Coppa del Mondo (50 anni).

Ora però, dato a Cesare quel che è di Cesare, sarebbe bene non farsi troppo abbagliare da quel che adesso riluce perché va pure detto che il momento più importante di questa annata erano i Mondiali di Crans Montana (febbraio 2017) e in terra elvetica per noi è stato un fiasco completo, gli avversari in Svizzera volavano e la nostra spedizione ha portato a casa solo un bronzo con la solita Sofia Goggia.

Dunque questa stagione è stata veramente gloriosa per Casa Italia o è il risultato della programmazione che le altre nazionali hanno finalizzato ai Mondiali di febbraio in Svizzera? Possiamo dire che anche il prossimo anno saremo così competitivi anche alle Olimpiadi? Questo secondo me è il punto più importante. La nostra squadra ha mostrato tanti limiti (e non è la prima volta) quando si gareggia per le medaglie, quando cioè valgono le prime tre posizioni e dal quarto posto in poi, lo sanno tutti, è solo sconfitta. Il problema dovrà essere affrontato di petto e risolto in fretta perché il prossimo anno ci saranno le olimpiadi in Corea (Pyeongchang 2018) e la preparazione va impostata più su quell’appuntamento che sulle gare di Coppa del Mondo.

Senza voler essere inutilmente severi ritengo doveroso che il presidente Flavio Roda e Massimo Rinaldi (direttore sportivo delle squadre di sci alpino) si confrontino con lo staff tecnico proprio perché i risultati di Olimpiadi e Mondiali hanno una valenza decisamente maggiore rispetto a qualche vittoria nelle gare di Coppa del Mondo che, ricordiamolo, è una manifestazione che si svolge ogni anno.

Altro punto sul quale riflettere (e lo abbiamo scritto tante volte), è che la squadra si tiene sulle spalle di pochi atleti e non c’è una base che ci fa ben sperare per le prossime stagioni. Tra le donne abbiamo due punte molto forti, Sofia Goggia e Federica Brignone, sciatrici complete e polivalenti che con i loro risultati hanno coperto tante magagne. Sul resto della squadra però rimangono tante preoccupazioni: a parte la Bassino ed Elena Curtoni le altre, dispiace dirlo, sono delle buone atlete ma non vincenti. In campo maschile poi la situazione è ancora più complicata perché c’è una forte carenza di giovani all’altezza da inserire in nazionale: abbiamo una squadra forte in slalom ma molto in là con gli anni e ora fatichiamo ad andare a podio. I gigantisti si sono persi per strada e ci aggrappiamo ai piazzamenti di Florian Eisath, non esattamente un teenager. Decisamente troppo poco. Nelle discipline veloci abbiamo un prodigioso Fill che è entrato nella storia vincendo per due anni di seguito la coppa del mondo di discesa libera, però ha 34 anni. Poi c’è Christof Innerhofer, è fortissimo ma anche lui segna 33 primavere e tanti acciacchi. E infine Dominik Paris (27 anni), molto talentuoso ma tanto discontinuo. Dietro di loro il deserto.

Quindi ci permettiamo di dare un consiglio ai vertici FISI, festeggiamo pure la Goggia, la Brignone e Fill perché se lo meritano, poi però, senza perdere tempo, testa bassa a preparare la prossima stagione, l’obiettivo principale dovranno essere le olimpiadi di Pyengchang (marzo 2018) perché quella è la manifestazione sportiva che dà lustro e forza alla Federazione.