Wmbledon: Federer vince e sono 19 slam

Lo svizzero trionfa a Londra senza perdere un set, l'ultimo a riuscirci fu Borg nel 1976. Il 2017 è l'anno dei record, a quasi 36 anni, dopo sei mesi di sosta, torna e vince due major a pochi mesi di distanza (l'altro è stato l'Australian Open) e 2 Master Mille (Indian Wells e Miami). Ora mancano solo gli Us Open

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Foto di Fabrizio d'Andrea

Con un ace sul malcapitato Marin Cilic l'elvetico Roger Federer completa l'opera e trionfa nel torneo più bello che il tennis può proporre, Wimbledon. King Federer è sempre più una leggenda dello sport, ottavo titolo sull'erba di Wimbledon, nessuno ci era mai riuscito, neanche Pete Sampras; 19 Slam complessivi, tra i maschi era già suo il record che ora ha consolidato: il tutto alla tenera età di 35 anni e 343 giorni: superfluo sottolineare che anche in questo non ha rivali nella storia del tennis. Ma torniamo al campo. Roger ha compiuto una impresa sportiva che non ha eguali con la glaciale freddezza che contraddistingue i grandi e, poi, si è messo a piangere quando ha visto i suoi piccolissimi figli maschi (gemelli) lì sulle tribune ad applaudirlo (c'erano anche le gemelline femmine ma loro sono più grandi e non sono più una novità).

Mi piace raccontare la finale di Wimbledon 2017 proprio partendo dalla fine, quando lo sportivo cede il passo all'uomo Federer che si fa umano e ai microfoni racconta commosso tutto il percorso che dall'infortunio dell'anno scorso lo ha portato ad essere ancora migliore e vincente quanto non gli riuscisse da almeno 5 anni. E da li tutti i ringraziamenti A Mirka (la moglie) che governa tutta l'organizzazione familiare e del team, allo staff tecnico che lo supporto in modo fantastico: dall'amico Severino Luthi (capitano della Svizzera in Coppa Davis) a Pierre Paganini (preparatore atletico) per finire con il coach Ivan Ljubicic. I due collaborano da 20 mesi con risultati strabilianti. Poi ci ritornerò ma Federer deve molto al croato Ljubicic che lo ha reso ancora più forte miglirando in modo esponenziale il rovescio.

Fiumi di elogi dunque hanno salutato l'ennesima vittoria della leggenda Federer. Il Centrale di Wimbledon è letteralmente impazzito quando Re Roger ha alzato di nuovo la coppa al cielo (l'ultima volta fu nel 2012) e, poi, subito dopo (come era giusto che fosse) si sono tutti scatenati sui social, dai politici agli sportivi, dagli addetti ai lavori ai semplici ammiratori sparsi in ogni angolo del mondo, tutti a dire la loro e a postare una impresa che ha veramente il sapore dello straordinario.

Straordinario per via della longevità di quest'uomo (l'unico serio infortunio è quello al ginocchio dello scorso anno che lo ha costretto a saltare la seconda parte del 2016) e per via della sua resilienza: a parte le immense qualità tecniche, le vittorie di Federer nel 2017 sono il risultato di tante cause: la sua continua voglia di migliorarsi, la capacità di aggiornare i metodi di allenamento (bravissimo il preparatore Pierre Paganini) e l'intelligenza di saper accettare le idee dei coach che ha ingaggiato: i suoi progressi sono stati evidenti grazie a Paul Annacone prima, Stefan Edberg poi ed ora con Ivan Ljubicic. E quali sono i risultati? Federer ora serve che rasenta la perfezione e anche la risposta al servizio è diventata eccellente, la palla torna sempre di là sui piedi dell'avversario e per i tanti bombardieri che ci sono nel circuito sono dolori. Per non parlare del rovescio, i suoi colpi in top spin sono una delizia, dei traccianti che non lasciano scampo agli avversari.

Dunque cosa ci resta di Wimbledon 2017

1) La vescica di Cilic ha tolto pathos alla finale ma l'epilogo sarebbe stato lo stesso. Federer è il più grande sportivo di tutti i tempi. Vince 13 anni dopo il suo primo successo a Wimbledon. E' più forte della sua versione 2003 e anche del Roger del 2008 quando perse in finale da Nadal. Ora è messo meglio in campo e ha migliorato di molto il suo rovescio. Wimbledon si conferma il suo torneo: 8 titoli, 3 finali e il titolo juniores conquistato nel 1998.
2) Cilic sfortunato ma avrà altre chances.
3) Nadal sull'erba faticherà a vincere ma è stato brutto sentirlo accampare scuse dopo la sconfitta con Muller. Non lo aveva mai fatto in carriera. La prova del nove per lui agli US Open.
4) Djokovic è ormai una incognita. Stava migliorando giorno dopo giorno ma ha dovuto fare i conti con il problema al braccio (che ha ben nascosto a tutti). Si sa il tennis "pro" logora e anche l'uomo di gomma deve farci i conti. I problemi di Nole però sono anche di natura mentale: il serbo tornerà ai vertici solo se ritroverà la voglia di sudare e lottare che aveva fino a 12 mesi fa.
5) Murray ha un guaio fisico molto serio, anche per lui si impone uno stop prolungato per non compromettere la salute e la carriera.
6) Tra le donne ha vinto meritatamente la Muguruza, la spagnola se troverà continuità potrà vincere molti Slam in futuro. Tanti complimenti però a Venus Williams che ha 37 anni convive con la sindrome di Sjogren ma è ancora una tennista di grande livello. Forza d'animo e determinazione. Un esempio per tutti.
7) Va detto che il torneo femminile non è stato esaltante a parte due/tre di partite ben giocate il resto è stato abbastanza noioso. E' un momento di transizione e, fuori Serena Williams (in maternità), non ci sono ragazze che giocano bene e che siano personaggio in grado di fare da traino per il movimento. Aspettiamo il ritorno nel circuito di Marjia Sharapova e quello a grandi livelli di Petra Kvitova.